Direttiva sulle cure transfrontaliere: il voto della commissione Ambiente e Sanità del Parlamento Europeo è un brutto segnale per gli elettori europei. Comunicato stampa di Rosa Pavanelli Segretaria Nazionale FP CGIL

18 Luglio 2011

Direttiva sulle cure transfrontaliere: il voto della commissione Ambiente e Sanità del Parlamento Europeo è un brutto segnale per gli elettori europei. Comunicato stampa di Rosa Pavanelli Segretaria Nazionale FP CGIL

Con il voto sulla Direttiva per i diritti dei pazienti alle cure transfrontaliere, la Commissione Ambiente e Salute del Parlamento europeo manda un brutto segnale ai cittadini.

Avrebbe, infatti, potuto rafforzare il principio dell’universalità del diritto alla salute nell’ambito dell’Unione Europea indicando nell’art. 152 del Trattato la base giuridica della nuova norma, senza che ciò pregiudicasse il diritto dei pazienti a ricevere cure fuori dal proprio Paese, come proponevano gli emendamenti della FSESP, il sindacato europeo dei servizi pubblici.

A maggioranza, i membri della Commissione parlamentare hanno preferito accogliere la posizione della Commissione Europea che basa sull’art. 95, quello che definisce le libertà del mercato interno, la legittimità della direttiva.

Con questa scelta, piuttosto che la salute si mira ad assicurare il business con l’apertura di un mercato europeo della sanità, al quale, è facile immaginare, saranno i più ricchi ad avere accesso.

E’ davvero difficile comprendere perché il libero mercato dei servizi sanitari garantirebbe la salute dei pazienti europei meglio dell’interesse generale ad una sanità universale e accessibile a tutti.

Ed è ancora più sorprendente che né la Commissione Europea, né la maggioranza conservatrice del Parlamento si siano ancora rese conto dei danni che milioni di cittadini europei patiscono proprio a causa delle disuguaglianze che il mercato ha prodotto e della crisi che il fallimento del libero mercato ha generato.

Ringraziamo i parlamentari del Partito Socialista, dei Verdi e del GUE, che, dopo avere in larga parte sostenuto gli emendamenti proposti dal sindacato, con l’astensione e il voto contrario hanno voluto dare un segnale alternativo all’ideologica ostinazione liberista della Commissione.

Il provvedimento passa ora al voto del Parlamento, previsto a fine aprile. E’ l’ultima occasione, prima del voto europeo, per provare ad invertire la rotta verso un’Europa più solidale.

Noi seguiremo con attenzione la votazione. E il voto dei singoli parlamentari ci guiderà anche nella scelta dei candidati che, di lì a poche settimane, eleggeremo al nuovo Parlamento europeo.

Roma, 1 aprile 2009

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