Sanità Penitenziaria e Piano carceri: il Governo prima paghi i debiti con il Servizio Sanitario Nazionale. Le ASL sono allo stremo. Mancano 165 milioni di euro. Comunicato stampa di Fabrizio Fratini

18 Luglio 2011

Sanità Penitenziaria e Piano carceri: il Governo prima paghi i debiti con il Servizio Sanitario Nazionale. Le ASL sono allo stremo. Mancano 165 milioni di euro. Comunicato stampa di Fabrizio Fratini Segretario Nazionale Fp Cgil Sanità

Prima di sperimentarsi, per l’ennesima volta, in un Piano carceri che, comunque sia, si rivelerà un fallimento, il Governo restituisca ciò che ha maltolto al Servizio Sanitario Nazionale sul tema dell’assistenza sanitaria in carcere.

Sono ormai quasi due anni che i Servizi Sanitari Regionali e le ASL hanno assunto la funzione di assistenza sanitaria per le persone momentaneamente private della libertà personale senza che a ciò sia corrisposto un solo euro in più nei loro bilanci.

Degli oltre 320 milioni di euro previsti dalla legge di riforma per il 2008 e 2009 sono solo 32 quelli che ad oggi sono stati trasferiti nei bilanci delle ASL; i restanti sono ancora nelle mani del Ministro dell’Economia che continua a trattenerli illegittimamente.

E ciò a fronte, oltretutto, del considerevole aumento della popolazione detenuta registratosi negli ultimi 24 mesi.

Come è ulteriormente sostenibile una situazione che vede le ASL aver assunto questa nuova e delicatissima attività senza quelle risorse che lo stesso legislatore aveva ritenuto necessario per il passaggio delle funzioni di assistenza dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale?

All’insostenibilità di questa situazione si aggiungono gli effetti assurdi che questo ritardo sta provocando.

Il primo è che tantissimi Servizi Sanitari Regionali si sono trovati costretti comunque ad investire le già scarse risorse esistenti per l’assistenza ai cittadini liberi per ammodernare e rimettere in sicurezza le obsolete e pericolose strumentazioni sanitarie che il Ministero della Giustizia ha “offerto” in dote al Servizio Sanitario Nazionale.

La seconda è che quello stanziamento, definito da una legge dello Stato per l’esercizio di una specifica funzione di assistenza sanitaria in carcere, rischia di essere risucchiato nelle logiche perverse degli equilibri di bilancio e dei piani di rientro.

C’è bisogno, quindi, di una decisione immediata del Governo che restituisca alle ASL i soldi indebitamente sottratti e di una specifica destinazione di quelle risorse per l’assistenza in carcere, a prescindere dallo “stato di salute” economico finanziario dei servizi sanitari regionali.

Non si può rischiare, così come è già successo in alcune importantissime realtà regionali, che quei soldi, una volta sbloccati, vadano a riempire buchi di bilancio o a sostenere piani di rientro: l’assistenza sanitaria in carcere va garantita a prescindere.

Piano carceri o no.

Roma 13 Gennaio 2010

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