SPAGNA: TAGLIO DEL 5% DEI SALARI DEI DIPENDENTI PUBBLICI

18 Luglio 2011

SPAGNA: TAGLIO DEL 5% DEI SALARI DEI DIPENDENTI PUBBLICI

 
Il Presidente del governo spagnolo, Rodríguez Zapatero, ha esposto il 12 maggio 2010 al Congresso dei deputati il piano per accelerare la riduzione del deficit pubblico dopo gli attacchi speculativi dei mercati finanziari e dopo le misure adottate dal Consiglio a Bruxelles. Il governo spagnolo prevede di tagliare 5mila milioni di euro per il 2010 e 10mila milioni per il 2011 attraverso le seguenti misure.

1 Il settore pubblico: E’ prevista la riduzione delle retribuzioni del personale del settore pubblico, in media, del 5% nel 2010 e il congelamento per per il 2011, anno in cui questa riduzione sarà consolidata. Questo significa riduzione per i dipendenti pubblici, polizia, vigili del fuoco, personale medico e il personale dipendente da amministrazioni statali. Zapatero ha spiegato che la misura sarà proporzionale al reddito, che interesserà di più i salari più elevati. Il governo, intanto, ha approvato, per sé stesso, una riduzione del 15%. In totale, ha stimato che i tagli faranno risparmiare 2,4 miliardi di quest’anno, che ammontano a 3.000 miliardi se il Congresso, il Senato e i diciassette parlamenti autonomi, che hanno il potere di decidere i salari dei suoi dipendenti, così come la magistratura , prenderanno esempio da questa misura.

La decisione, comunque, ha cancellato l’accordo 2010-123 firmato con i sindacati dal vice primo ministro Maria Teresa Fernandez de la Vega, e che prevedeva un aumento dei salari dello 0,3% all’inizio di quest’anno, con la condizione di lasciare immutato il 2011 e pagare la differenza della inflazione a partire dal 2012 .

2 Pensioni: Per il 2011 è stata sospesa la rivalutazione delle pensioni, escluse quelle minime. L’aggiornamento delle prestazioni pensionistiche a seconda dell’evoluzione dei prezzi al consumo è stata garantita dalla legge per gli ultimi 25 anni. Dei beneficiari totali, 8.600.000 spagnoli, il 30% ha ricevuto la pensione minima. Saranno interessati perciò dal provvedimento circa 6 milioni di persone. Risparmio previsto 1.500 milioni di euro (inflazione prevista 2%)

3. Cancellato il regime transitorio per il pensionamento anticipato

4 Assegno bebè: Cancellato l’assegno di 2.500 € per nascita, a partire dal 1 gennaio 2011. Rimane valido per il 2010.

5 Spesa farmaceutica: Al fine di ridurre ulteriormente la spesa farmaceutica, si adatterà il numero di unità nella confezione alla durata del trattamento e permessa la vendita di farmaci fuori dalle scatole per acquistare solo la quantità necessaria.

6. Legge sulle dipendenze. Intaccato uno dei punti di forza del governo Zapatero, la legge a tutela di coloro che si trovano in situazione di dipendenza. Viene eliminata la riscossione retroattiva del beneficio. Tuttavia, il Governo si è impegnato allo stesso tempo affinché le richieste vengano valutate entro sei mesi, per ridurre al minimo l’impatto economico di questa misura. .

7 Cooperazione allo sviluppo: Riduzione di 600 milioni di euro tra il 2010 e il 2011. La spesa era stata già ridotta dell’1% nel 2009 con 4.836,95 milioni. Tuttavia, la Spagna rimane il sesto più grande donatore dopo gli Stati Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna e Giappone.

8 Investimenti pubblici: 6.045 milioni di riduzione degli investimenti pubblici statali per i prossimi due anni, oltre al taglio 5.000 milioni per il 2010 e inclusi nel piano di austerità. Ha ammesso di Jose Blanco, capo del Ministero dei Lavori Pubblici, dipartimento più colpito da questa decisione, che la riduzione degli investimenti porterà un ritardo nei lavori approvati anche di un anno. Tuttavia, le infrastrutture la cui realizzazione è a buon punto, come la linea AVE Madrid-Valencia, non dovrebbero subire ritardi.

9. Regioni autonome e municipalità: Le amministrazioni regionali e autorità locali, che decidono il 36% della spesa pubblica dovranno stringere ulteriormente la cinghia. Se nel mese di gennaio hanno avuto un taglio di 10.000 milioni, ora il numero è in aumento da 1,200 milioni di euro. D’altra parte, dovrebbero ridurre gli stipendi dei loro dipendenti dopo che il governo ha approvato il decreto legge che autorizza il taglio del 5%, in media.

10 Aumento delle imposte sui redditi elevati: All’interno del capitolo degli annunci, Zapatero ha lasciato la porta aperta a nuove misure fiscali, che potrebbero includere aumenti delle tasse per i redditi più elevati. Il presidente ha assicurato che il governo è “pienamente sensibile” nella distribuzione equa dei sacrifici e che alcuni dovranno fare uno sforzo “maggiore”, il che suggerisce che i cambiamenti si concentrerebbero sui redditi alti o da capitale.

Venerdì prossimo il governo approverà tutte le misure che entreranno in vigore immediatamente (decreto legge). Inoltre, sarà anche approvato il tetto di spesa per il bilancio dello Stato per il 2011. A causa di questi tagli alla spesa pubblica, il governo ha riconosciuto che la crescita del prossimo anno sarà inferiore a quanto previsto fino ad oggi, dell’ 1,8%. Inoltre, senza la revisione, la proiezione era molto più ottimista di quella di organizzazioni come il FMI, la Banca di Spagna e la Commissione europea, che stimava un incremento compreso tra 0,8% e 0,9%.

Le organizzazioni sindacali UGT e CCOO, sia confederali che di categoria, hanno respinto il piano. In attesa di ulteriori informazioni pubblichiamo il testo di due editoriali usciti dei segretari generali di Comisiones Obreras e UGT sulla prima pagina de El Pais il 13 maggio 2010

Sacrifici sterili
Candido Mendez
Segretario generale UGT

Il governo ha deciso di sacrificare il potere d’acquisto dei dipendenti pubblici e pensionati ai dettami dei mercati finanziari. Ed è molto probabile che sia un sacrificio sterile. Quando l’attività economica ha cominciato a dare qualche segno di debole ripresa è stato deciso, improvvisamente, di togliere l’ossigeno. Una crescita dello 0,1% del PIL dell’economia nel quarto trimestre è un avanzamento significativo rispetto al -1,7% nel primo trimestre del 2009. Si tratta di un piccolo recupero ed esitante che ha molto a che fare con l’ossigeno fornito da politiche pubbliche volte a stimolare l’economia e le con quelle politiche per salvaguardare il potere d’acquisto dei redditi che ora so è deciso di eliminare,

Il governo spagnolo ha annunciato un grave’adeguamento della spesa pubblica ai dettami delle politiche europee, che se ci è sembrato sbagliato quando il patto di stabilità e di crescita veniva interpretato nei suoi termini e tempi più rigidi, ora deve essere in mezzo a una ondata di attacchi finanziari della zona euro. L’esperienza dimostra che la logica di questi mercati è sempre di chiedere di più, di considerare sempre insufficiente qualunque aggiustamento..

Siamo di fronte a una situazione grave, ed è preoccupante che si sia deciso di ridimensionare il deficit pubblico concentrandosi solo sull’adeguamento delle spese, che comporta sacrifici per i pensionati, per molti lavoratori e le loro famiglie, ma non si fa menzione della possibilità di combattere il deficit migliorando il gettito fiscale attraverso la lotta all’evasione fiscale e tasse più alte per coloro che più hanno..

Siamo di fronte a un guasto nel discorso politico del governo, che avrà conseguenze sul piano delle relazioni e del dialogo con i sindacati, perché è a rischio la ripresa economica, in quanto il taglio del 5% di retribuzione dei dipendenti pubblici presuppone la rottura degli accordi firmati, e perché questo ci mette in uno scenario che rende difficile il processo già complicato di dialogo sociale che intratteniamo con le organizzazioni imprenditoriali sul mercato del lavoro che intendiamo, comunque, proseguire e portare a compimento . Si è aperto un conflitto sociale che avrà una espressione serena, riflessiva, responsabile, ma anche chiara e forte.

Mercato contro la democrazia
IGNACIO FERNÁNDEZ TOXO
Segretario generale CCOO

Le misure annunciate dal Primo Ministro in seno al Congresso dei Deputati meritano il massimo rifiuto sociale. Esse sono ingiuste e antieconomiche e serviranno ulteriormente a deprimere l’economia. L’Unione europea, incapace di offrire una risposta concertata per prevenire movimenti speculativi intorno all’euro, agisce sui paesi in difficoltà, ed esige che la Spagna anticipi gli effetti del suo piano di austerità gran parte applicandone i suoi effetti già dal 2011. È abbastanza paradossale che coloro che hanno causato la crisi ora impongono i loro dettami.

Il presidente, in accordo con gli orientamenti dell’Unione europea, ha ceduto alle pressioni del mercato e ha presentato misure con le solite vittime: i dipendenti pubblici, i pensionati e i disoccupati e coloro che hanno problemi di dipendenza. Con il motto suggestivo di uno sforzo collettivo, equo e giustificato Zapatero ha ceduto alla logica del liberismo più rancido e ha caricato contro i soliti, e nemmeno è stato in grado di recuperare tributi come la tassa sui patrimoni o sulle che in maniera frivola ed irresponsabile ha sepolto nel suo primo mandato. Naturalmente ancora non osa attuare una riforma ambiziosa della fiscalità con una tassazione dei redditi più equa.

CC OO anni fa, ha individuato i rischi di un modello di crescita che crea occupazione con la stessa velocità con cui la distrugge. CC OO un anno fa ha invitato l’Esecutivo a raggiungere un importante accordo politico e sociale per ripartire equamente gli sforzi per porre fine alla crisi. Non convinse il governo. Il movimento sindacale si è comportato in modo impeccabile e ha dato ampia prova di responsabilità. Recentemente ha firmato con il governo e le organizzazioni imprenditoriali due accordi per la crescita moderata dei salari dei dipendenti pubblici (che ora il Governo riduce del 5%) e per razionalizzare la contrattazione collettiva.

Non rinunciamo al dialogo sociale, per realizzare le necessarie riforme con il Governo e le organizzazioni imprenditoriali per riformare il mercato del lavoro e affrontare il futuro dei sistemi di protezione sociale. Ma noi rifiutiamo le misure annunciate dal presidente e avvertiamo che, lavorando in collaborazione con UGT risponderemo, senza scartare nessuno scenario di mobilitazione.

Ufficio Internazionale Fp Cgil
Enzo Bernardo

 
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