Sanità, 1° Rapporto Nazionale Consultori: sistema in crisi serve rilancio ruolo pubblico – Comunicato stampa di Cecilia Taranto

18 Luglio 2011

Sanità, 1° Rapporto Nazionale Consultori: sistema in crisi serve rilancio ruolo pubblico – Comunicato stampa di Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil

Dal 1° Rapporto Nazionale sui consultori del Ministero della Salute giungono conferme su quanto da tempo denuncia l’Fp-Cgil. A 35 anni dall’entrata in vigore della legge 405, il sistema, nonostante una solida base normativa, non ha raggiunto gli obbiettivi prefissati, affossato dalla carenza di investimenti e dallo strisciante processo di privatizzazione in atto. Il quadro generale, fatte le poche dovute eccezioni, parla di un indebolimento costante di una delle principali strutture di sostegno per donne e famiglie, strumento di prevenzione e assistenza alla persona.

I consultori pubblici, in costante calo, scontano gravi carenze in termini di personale e di strutture, rendendo in alcuni casi impossibile
il lavoro di equipe, basilare in un settore che richiede l’intervento congiunto di diverse figure professionali (psicologi, assistenti sociali, ginecologi etc.). Alla precaria situazione organizzativa, basti pensare che solo in sei regioni tutte le Asl prevedono un budget apposito per i consultori, si aggiunge un grave ritardo tecnologico (in molti casi le strutture sono persino prive di computer).

In un Paese che affronta da anni dibattiti ovattati sul tema della famiglia, sulla sua presunta centralità nell’agenda politica, il Rapporto svela finalmente quanto ingannevole sia la retorica. Nella generale restrizione dello spazio pubblico, il sistema sanitario nazionale rischia di perdere il suo ruolo di garanzia della salute e dei diritti dei cittadini, e in questo processo i consultori rappresentano un presidio irrinunciabile. Proprio per questo abbiamo denunciato processi di totale privatizzazione dei consultori come quello previsto dal progetto di legge “Tarzia”, in iscussione nella Regione Lazio. Un progetto che in nome di una visione ideologica della “famiglia naturale fondata sul matrimonio”, sconquassa un sistema di diritti che dovrebbe tutelare prima di tutto le donne.

La soluzione alle carenze di un sistema pubblico mai messo in grado di funzionare non può essere certo la privatizzazione completa del servizio. Pubblico è meglio.

Roma, 22 novembre 2010

 
 
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