Direttiva Ue – cure trans-frontaliere: Il Parlamento Europeo approva. Un argine a turismo sanitario e libero mercato dei servizi sanitari

18 Luglio 2011

Direttiva Ue – cure trans-frontaliere: Il Parlamento Europeo approva. Un argine a turismo sanitario e libero mercato dei servizi sanitari – Comunicato Stampa di Rosa Pavanelli, Responsabile Internazionale FP CGIL Vice Presidente Federazione Europea dei Sindacati dei Servizi Pubblici

Il 18 gennaio il Parlamento Europeo ha approvato la “Direttiva sul diritto dei pazienti alle cure trans-frontaliere”. Un compromesso tra le attese di chi, come la Commissione Europea, sperava di aprire alla concorrenza sul mercato interno il settore dei servizi sanitari e chi,
come la Federazione Europea dei Servizi Pubblici e l’Fp-Cgil, puntava a garantire l’allargamento del diritto alla cura dei cittadini europei senza avallare la mercificazione della salute e pregiudicare la tenuta dei sistemi sanitari pubblici.

L’applicabilità delle regole del mercato interno ai servizi sanitari, già riconosciuta dalla Direttiva Servizi del 2006 e dalla Corte di Giustizia Europea, trova finalmente un argine. “La sanità pubblica – si legge nella direttiva – rientra nei motivi imperativi di interesse generale che possono giustificare restrizioni alla libertà di circolazione prevista dai trattati”. Inoltre il testo ribadisce che universalità, equità, solidarietà e accesso a cure di buona qualità sono fattori determinanti delle prestazioni sanitarie nella UE.

Agli Stati Membri compete la responsabilità di fornire prestazioni sanitarie sicure, di qualità, efficaci e quantitativamente adeguate ai bisogni dei propri cittadini. La libertà di richiedere prestazioni sanitarie in un altro paese non può pregiudicare la programmazione nazionale, né l’equilibrio finanziario dei singoli sistemi sanitari. Per questa ragione gli Stati Membri possono decidere di introdurre procedure di autorizzazione preventiva.

Dal testo è scomparsa la libera circolazione dei fornitori di servizi sanitari sul mercato interno. E’ un fatto importante che riposiziona l’accento sulla dimensione sociale della tutela della salute nella UE, ma è anche uno degli aspetti che dovrà essere monitorato nella fase di adozione della Direttiva da parte degli Stati Membri, perché non prevalgano le spinte liberiste che recentemente la Presidenza di turno ungherese ha dichiarato di volere promuovere.

Roma, 21 gennaio 2011

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