PATTO PER L’EURO

18 Luglio 2011

PATTO PER L'EURO

Approvato l'11 marzo 2011

UN COORDINAMENTO PIÙ STRETTO DELLE POLITICHE ECONOMICHE NELLA ZONA EURO

I capi di Stato o di governo della zona euro hanno adottato l” 11 marzo 2011 Il Patto per l’euro che istituisce un coordinamento più stretto delle politiche economiche per la competitività e la convergenza (allegato). Il Patto sarà presentato al Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011 affinché gli Stati membri che non fanno parte della zona euro comunichino l’eventuale intenzione di partecipare al Patto stesso. Parallelamente gli Stati membri della zona euro segnaleranno le prime misure che si impegnano a porre in atto nell’ambito del Patto per l’anno prossimo. I capi di Stato o di governo della zona euro hanno inoltre valutato i progressi realizzati successivamente alla riunione del Consiglio europeo del 4 febbraio 2011 riguardo ad una risposta globale alla crisi, al fine di completare questo pacchetto in tempo per il Consiglio europeo del 24-25 marzo.
PATTO PER L’EURO – UN COORDINAMENTO PIÙ STRETTO DELLE POLITICHE ECONOMICHE PER LA COMPETITIVITÀ E LA CONVERGENZA
Nel testo si dice, tra l’altro  che ciascun paese sarà responsabile degli interventi specifici che sceglie per promuovere la competitività, ma particolare attenzione sarà dedicata alle riforme seguenti:
(i) nel rispetto delle tradizioni nazionali di dialogo sociale e relazioni industriali, misure volte ad assicurare un’evoluzione dei costi in linea con la produttività, ad es.: 
* riesaminare gli accordi salariali e laddove necessario, il grado di accentramento del processo negoziale e i meccanismi d’indicizzazione, nel rispetto ell’autonomia delle parti sociali nella negoziazione dei contratti collettivi;
* assicurare che gli accordi salariali del comparto pubblico corrispondano allo sforzo di competitività del settore privato (tenendo presente l’importanza del segnale dato dalle retribuzioni del settore pubblico).
(ii) misure intese a incrementare la produttività, ad es:
* ulteriore apertura dei settori protetti grazie a misure adottate a livello nazionale per eliminare restrizioni ingiustificate ai servizi professionali e al settore del commercio al dettaglio, nell’intento di stimolare la concorrenza e l’efficienza nel pieno rispetto dell’acquis comunitario;
(…)
Ogni paese sarà responsabile degli interventi specifici che sceglie per stimolare l’occupazione, ma particolare attenzione sarà dedicata alle riforme seguenti:
* riforme del mercato del lavoro per promuovere la “flessicurezza”, ridurre il lavoro sommerso e aumentare la partecipazione al mercato del lavoro;
* apprendimento permanente;
* riforme fiscali, quali la riduzione dell’imposizione sul lavoro per rendere conveniente lavorare, mantenendo il gettito fiscale globale e l’adozione di misure volte a semplificare la partecipazione al mercato del lavoro delle persone che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare.
c. Rafforzare la sostenibilità delle finanze pubbliche

Ai fine dell’attuazione piena del Patto di stabilità e crescita, si accorderà la massima attenzione ai punti seguenti:  sostenibilità di pensioni, assistenza sanitaria e prestazioni sociali
Si procederà ad una valutazione soprattutto in base agli indicatori del divario di sostenibilità. Tali indicatori valutano se i livelli di debito sono sostenibili sulla base delle politiche in corso, in particolare i regimi pensionistici, di assistenza sanitaria e previdenza sociale, tenendo conto dei fattori demografici.
Le riforme necessarie per assicurare la sostenibilità e l’adeguatezza delle pensioni e delle prestazioni sociali potrebbero comprendere:
* allineare il sistema pensionistico alla situazione demografica nazionale, ad esempio allineando l’età pensionabile effettiva alla speranza di vita o aumentando i tassi di attività;
* limitare i regimi di pensionamento anticipato e ricorrere ad incentivi mirati per assumere lavoratori anziani (fascia superiore ai 55 anni). 

 

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