Da doctornews – Agenzia delle Entrate – Centinaia di medici nel mirino del fisco

18 Luglio 2011

Da doctornews – Agenzia delle Entrate – Centinaia di medici nel mirino del fisco

(www.doctornews del 20 aprile 2007)
 
Da Udine a Catania: non fanno ricevute e truffano la Asl. Con una “mancata emissione delle fatture mediamente intorno al 30-40 per cento, con picchi superiori al 50 per cento per cento”. E’ quanto denunciato dall’Agenzia delle Entrate in una nota trasmessa alla Commissione Sanità del Senato, dopo indagini condotte finora negli studi di alcuni medici siciliani, laziali, liguri e friulani. La notizia sarà pubblicata sul settimanale ‘L’Espresso’ in edicola domani, in un articolo dall’eloquente titolo “Camici bianchi e soldi neri”. C’è il cardiochirurgo che dichiara 12 visite in un anno. C’è il ginecologo che incassa dall’attività intramoenia 500 euro al mese, meno dell’affitto del suo studio. E non manca il primario con il dono dell’ubiquità: risulta virtualmente in ospedale, ma contemporaneamente visita nel suo centro privato. L’inchiesta dell’Agenzia delle entrate – riferisce l’articolo – è partita nel 2005 e sta entrando nel vivo in questi giorni. Finora le verifiche hanno riguardato 100 medici siciliani, 70 laziali, 15 liguri e, nelle ultime settimane, 18 studi del Friuli Venezia Giulia. A breve partiranno gli accertamenti in Campania e poi nelle altre regioni italiane. L’esame dei dati delle prime regioni monitorate ha spinto il 7 marzo l’Agenzia a scrivere direttamente alla commissione Sanità del Senato: il 40 per cento dei medici sottoposti a controllo ha il vizietto di non rilasciare fattura.
La questione non riguarda solo l’erario. Il danno è doppio, perché oltre a non pagare le tasse, il dottore infedele si mette in tasca anche una percentuale oscillante tra il 15 e il 50 per cento della parcella, ossia la quota della fattura che dovrebbe versare al suo ospedale. In pratica, ogni cento euro incassati, almeno 50 dovrebbero andare allo Stato, tra fisco e servizio sanitario. La pacchia però sta finendo – si legge ancora nell’articolo. La caccia è partita dalla Sicilia. L’Agenzia delle entrate di Palermo due anni fa ha acquisito gli elenchi di tutti i medici che hanno optato per la cosiddetta “intramoenia allargata”, quella svolta al di fuori dell’ospedale e perciò particolarmente a rischio. Su 250 verifiche eseguite in Sicilia, 100 sono risultate “positive” per un totale di un milione e 380 mila euro di imposte evase. E stiamo parlando di controlli mirati su una percentuale minima di camici bianchi. In Liguria, per esempio, otto medici su 15 sono risultati evasori. Nel Lazio molti dottori e professori fatturavano, ma non versavano la percentuale dovuta alla Asl, confidando nell’assenza di controlli.

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