Agenzia delle Entrate – Comunicato ai lavoratori delle DP di ROMA

16 Gennaio 2014

Comunicato ai lavoratori delle DP di ROMA

A pochi giorni dall’entrata in vigore delle disposizioni di servizio che uniformeranno l’orario di apertura al pubblico negli Uffici romani dell’Agenzia delle Entrate, è andata in onda l’ennesima messinscena, una delle tante dall’inizio della vicenda , fin dall’agosto 2011.
 
A seguito di una mobilitazione organizzata da una sigla sindacale, la stessa che insieme ad altre tre OO.SS. era stata ad un passo dalla firma di un nuovo accordo in Dp I nella giornata del 24 settembre u.s, il Direttore Regionale, chiamato in causa quale “arbitro” in grado di far “ravvedere” i tre Direttori Provinciali, aveva promesso nuove riunioni, una volta finito il periodo festivo.
E’ così è stato: prima di Natale, puntuali, sono arrivate le tre convocazioni per i giorni 7, 8 e 9 gennaio 2014, anche se leggendo gli ordini del giorno si intuiva già che l’amministrazione non aveva nessuna intenzione di tornare sui propri passi: infatti le tre riunioni, quasi  “gemelle” per il loro svolgimento, dovevano assolvere solo ad un momento di ascolto per le osservazioni di RSU e OO.SS., senza nessuna possibilità di nuova trattativa.
All’interno di queste riunioni-farsa si sono poi consumate delle vere e proprie sceneggiate, ma cominciamo con ordine.
In primis i Direttori Provinciali che pur dichiarandosi manager hanno dimostrato  di avere meno autonomia di un serbatoio in riserva fissa e proprio grazie a questo atteggiamento, ottengono gratifiche: notoriamente la DP I di Roma è diventata il trampolino di lancio per direttori provinciali che aspirano ad assumere la conduzione di ambiti regionali (due in meno di un anno e di importanza maggiore/minore in relazione ai risultati ottenuti), lasciando così spesso la più grande Direzione Provinciale d’Italia senza continuità nella guida.
 
Parliamo poi delle sigle firmatarie dei protocolli nazionali riguardanti il prolungamento dell’orario di apertura al pubblico e dell’accordo “sperimentale” ancora vigente in DP I. Nonostante quanto accaduto, nemmeno per un istante hanno pensato di attuare l’unica mossa che potrebbe ancora cambiare le sorti dei frontoffice romani: il ritiro della firma da quei protocolli e da quell’accordo, segnale fortissimo di indipendenza e dissenso dall’operato dell’Amministrazione che sempre più cieca prosegue nello svuotamento delle funzioni dell’Agenzia delle Entrate, mistificando agli occhi dell’opinione pubblica una maggiore offerta di servizi. Hanno invece pensato bene di occupare la scena delle pseudo-riunioni di inizio anno chi minacciando denunce (e presentando documenti che potrebbero spaccare i lavoratori su compensi economici e professionalità), chi asserendo che tali denunce sono solo parole e  chi dichiarandosi ancora, nonostante tutto, disponibile a firmare accordi, purché siano 4 OO.SS. a siglarli.
 
Anche chi, al pari della Cgil, non ha firmato protocolli nazionali e accordo DP I, non ha rinunciato al palcoscenico, usando mezzi e misure diverse a seconda del luogo dove si svolgevano gli incontri, ma senza mai dare il giusto spazio alle RSU, dimenticando ogni regola di democrazia nel voler avere a disposizione più interventi degli altri e soprattutto arrogandosi il diritto di scrivere falsità sullo svolgimento della riunione avvenuta in DP II, cioè  che le altre sigle sindacali unitamente alla direzione hanno impedito alla  loro delegazione di parlare, dichiarando chiusa la riunione nel momento in cui la stessa delegazione era rientrata nella sala abbandonata in precedenza.
Tutto questo non sarebbe possibile se le riunioni venissero effettuate in collegamento streaming, permettendo a tutti i lavoratori interessati di osservare ed ascoltare in diretta tutti gli interventi e vanificando così quei resoconti che rappresentano una diversa realtà dei fatti. Anche l’Amministrazione, nella maggior parte dei casi, glissa alla nostra richiesta  di pubblicare i verbali delle riunioni (tutte), e questa chiusura gioca a favore di chi si vuole mostrare quale non è. Sarebbe infatti difficile portare i lavoratori in piazza se si sapesse che chi ora si erge a paladino dei frontoffice di DP II e DP III, poco ha fatto per evitare tutto ciò, anzi illudendo l’amministrazione (il 24 settembre scorso) con una dichiarata disponibilità a firmare un nuovo accordo in DP I in quanto le uniche esigenze di questa sigla erano l’allargamento della flessibilità in entrata fino alle 9 e la fissazione di 11 turni mensili allo sportello (poco rilevando se l’apertura al pubblico era anche di 60 ore settimanali!!), disponibilità ritirata solo in seguito alla veemente protesta del loro unico  rappresentante all’interno della RSU di quella direzione provinciale. Qualcuno dice che era solo un bluff…
Difficile pensare a questa espressione  rapportata alla vita dei lavoratori, soprattutto quando una trattativa è ad un punto cruciale, al momento in cui si contano le adesioni per una firma e tanto più che dopo quel giorno il Direttore Regionale si è prodigato in tutti i modi per fare opera di convincimento con quella sigla e portare a casa un bel risultato così come era avvenuto in precedenza per un suo (fortunato) omologo!
 
Non è nostro costume parlare in questi termini, dobbiamo però difenderci da calunnie insopportabili e non più tollerabili, che non giovano alla causa di chi rappresentiamo.
 
Solitamente ci occupiamo dei lavoratori, di come difendere i loro diritti e in questa vicenda, nata male e proseguita malissimo, attraverso i nostri comunicati abbiamo esplicitato fin dall’agosto 2011 cosa prevedevamo sarebbe successo, cioè la pericolosità di assecondare l’amministrazione in un’operazione nobilissima negli intenti ma impossibile da realizzare per l’ambizione complessiva del progetto, rispetto alle risorse e al personale messo in campo.
Anche in questo caso saremo vicini ai lavoratori, vigilando perché nell’applicazione di queste disposizioni di servizio non vengano negati diritti elementari quali la fine certa  del turno dopo le 4 ore, la pausa pranzo in orari decenti, carichi di lavoro di backoffice che tengano conto anche della presenza allo sportello, la tutela di coloro che hanno diritto ad una flessibilità ampliata, la formazione e tutto ciò che ruota intorno ad un impegno allo sportello. In particolare invitiamo tutti i lavoratori a non permettere che vengano superati gli 11 turni mensili allo sportello; un’amministrazione così ottusa e chiusa alle richieste legittime dei lavoratori non merita collaborazione più di quanto il dovere ci imponga, questa volta non ci si lasci abbagliare né da “facili” guadagni (2,50 € lorde per ogni ora di sportello davvero non fanno la felicità) né da richiami al dovere, perché il nostro dovere lo svolgiamo anche lavorando pratiche in backoffice.
 

Roma, 13 gennaio 2014
 

 

Coordinamento regionale AG Entrate Roma e Lazio         Segreteria Fp Cgil Roma e Lazio
                    Stefania Sbocchia                                                Fiorella Puglia


 
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