Pompei: da Cgil mai scioperi irresponsabili, Franceschini utilizzi il metodo “Colosseo

01 Agosto 2014

Pompei: da Cgil mai scioperi irresponsabili, Franceschini utilizzi il metodo "Colosseo". Le regole ci sono, per garantire servizi servono buone relazioni sindacali

 
Comunicato stampa Fp-Cgil Nazionale

 
Roma, 24 giugno 2014
 
“Al Ministro Franceschini, che ieri paventava la modifica della legge 146 sullo sciopero nei servizi pubblici, rispondiamo che le regole ci sono già e che nel settore archeologico-museale il problema è evidentemente un altro. Mancano personale e risorse, e nessuna legge sugli scioperi modificherà questa pesante carenza. Non sarà estendendo le limitazioni che renderemo il settore efficiente. Di questo passo potremmo definire qualunque servizio come “essenziale” e di fatto portare il diritto di sciopero all’estinzione. Al Ministro Dario Franceschini vorremmo ricordare che, quando la politica crea le condizioni, la Cgil e il sindacato in generale riescono a garantire i servizi anche con sacrificio da parte dei lavoratori. Il caso dell’apertura del Colosseo in occasione della “Notte dei musei” dovrebbe avergli insegnato che sono le buone relazioni sindacali a produrre risultati”. Così Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, interviene in merito alle dichiarazione del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini.

“La nostra organizzazione non ha mai utilizzato certi metodi e punta sempre a non punire i cittadini per ottenere risultati sindacali. Il Ministro Franceschini lo sa. Come sa che il Ministero che guida è stato privato dei mezzi necessari per portare avanti la propria missione. Se, come siamo certi, il suo obbiettivo è il rilancio del Paese attraverso la valorizzazione del nostro patrimonio e, va da sé, del personale che lo gestisce, sappia il Ministro che in noi troverà sempre un alleato. Ma perché questo avvenga – conclude Dettori – bisogna smetterla di ricercare i titoli sui quotidiani, magari ammiccando a una certa vulgata antisindacale, e rimboccarsi le maniche. Tutti assieme”.
 

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