Consultazione su regolamento dotazioni organiche e incarichi funzioni dirigenziali

07 Agosto 2014

Consultazione su regolamento dotazioni organiche e incarichi funzioni dirigenziali

07.08.2014 – Ieri 6 agosto 2014 si è chiusa la procedura di consultazione delle OO.SS. rappresentative del personale dirigente e direttivo e del personale non dirigente e non direttivo, per quanto riguarda il regolamento recante “modifiche alle dotazioni organiche del Corpo ai sensi dell’articolo 141 del D.L.ivo 217/05”, e lo schema del decreto di “individuazione degli incarichi di livello dirigenziale”.
Per la Parte Pubblica ha presieduto la riunione il Sottosegretario On.le Giampiero Bocci, per la FPCGIL VVF erano presenti Adriano Forgione e Ugo D’Anna.
Per quanto riguarda il regolamento, trattandosi di una semplice modifica alle dotazioni complessive conseguente al potenziamento degli organici ed alla conversione di alcune qualifiche, nulla c’è stato da obiettare.
Per quanto riguarda, invece, il decreto, l’iter è stato decisamente più complicato.
Nella riunione del 31 u.s., presieduta dal Capo del Corpo, era stata manifestata dallo stesso la volontà di apportare alcune modifiche alla bozza in discussione, con particolare riguardo alla ricomposizione dell’Ufficio di Staff, alle declaratorie delle funzioni dirigenziali ed alla previsione di inserire, in alcune regioni, la figura del dirigente superiore.
La delegazione CGIL aveva rappresentato, già allora, le proprie perplessità sul terzo punto succitato, lasciando comunque un margine di discussione laddove, per l’operazione in parola, si fosse trovata una congrua giustificazione tecnico-scientifica.
Nella riunione di ieri, pertanto, è stata presentata la nuova bozza, accompagnata anche da una valutazione, sulla base di specifici parametri, del diverso peso delle regioni, ovvero, l’ipotesi che, purtroppo a scapito di due comandi Provinciali, in Lombardia e Sicilia fosse individuata la funzione di dirigente superiore.
La delegazione FPCGIL VVF (ma non solo) ha, ovviamente, ribadito le proprie riserve – a partire dalla convinzione che sarebbe sempre meglio valorizzare i Comandi, piuttosto che le Direzioni Regionali – confidando nell’apertura di una breve discussione attraverso la quale, come era logico aspettarsi, provare a rendere compatibile, anche sul piano operativo, la presenza dei dirigenti superiori nelle regioni precedentemente individuate.
Nulla di tutto ciò: il Sottosegretario ha reagito in maniera scomposta ed abnorme, ha chiuso ogni spazio di ulteriore dialogo, ha attaccato la delegazione CGIL (e UIL) accusandola di voler strumentalizzare alcune piccole modifiche al decreto, spacciandole per interventi strutturali sul progetto di riordino, ma, non ancora contento, ha accusato anche il Capo del Corpo di non  aver detto “la verità” sulle posizioni diversamente articolate delle parti sindacali, mentre quest’ultimo, in realtà, ha correttamente fatto sviluppare le richieste avanzategli nella riunione del 31 ed ha fatto predisporre una nuova bozza di decreto, per la condivisione del quale, sembrava ovvio, ci dovesse poi essere un supplemento di discussione collettiva.
Forse, il Sottosegretario, si aspettava una passerella trionfale, con tutti osannanti e asetticamente d’accordo, ma visto che ciò non è avvenuto “se ne è subito fatto una ragione”… ed ha ribadito che andrà avanti, comunque, anche senza la condivisione del Sindacato.
Ne prendiamo atto, ma questo è un sistema di relazione sindacali che non ci piace e che contrasteremo sempre e fino in fondo: le soluzioni si trovano con il confronto e con il dialogo, non con le prove di forza.
Confronto e dialogo che continueremo a praticare anche nel futuro, speriamo maggiormente corrisposti; quello di ieri è stato un incidente di percorso che ha prodotto solo la mancata firma del verbale di consultazione  e una nota a verbale sottoscritta da alcuni sindacati, compresa la CGIL; d’altra parte, è vero che per determinate materie la Controparte può assumere autonome determinazioni, tuttavia, nel reciproco rispetto di ruoli e funzioni, questo non deve, ne dovrà diventare mai lo strumento con cui comprimere forzosamente gli spazi della discussione e la possibilità di trovare una sintesi condivisa tra tutte le diverse opzioni in campo.
Ieri questa possibilità c’era: chi l’ha sprecata, e non è certo stato il Sindacato, se ne assuma la piena responsabilità e ne faccia tesoro per il futuro.  
Adriano Forgione   

 

 
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