02 Febbraio 2015

 

News

 
MEF – QUALE RIFORMA?
 

COMUNICATO
 

I dipendenti pubblici sono una risorsa importante per il paese, sui quali è necessario investire in termini economici e professionali. E’ grazie al loro lavoro se sono garantiti servizi pubblici di elevata qualità,  è grazie alla loro professionalità se i servizi erogati sono giudicati positivamente dai cittadini.  I tagli apportati alla P.A. rischiano di comprometterne seriamente il funzionamento, di privare il paese di un sistema di tutele indispensabili per contrastare  fenomeni sociali   disgreganti e conflittuali, aggravati dalla  crisi economica  e alimentati  da una pessima Politica.  L’ennesima riforma della Pubblica Amministrazione, la cosiddetta riforma Madia, rischia  di riportare il lavoro pubblico indietro di 30 anni: le  incursioni legislative nel rapporto di pubblico impiego  limitano fortemente l’autonomia negoziale,  tolgono  al CCNL  il ruolo  regolatore del  rapporto di lavoro.
  La riforma è l’ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori, minacciati di trasferimento coatto,  demansionamento e  licenziamento a seguito di riorganizzazioni e soppressioni di Enti.
 

LA RIFORMA DEL MEF
 

–   La riorganizzazione del MEF, Ministero strategico per l’economia nazionale, ha comportato la soppressione di 10 RTS, della SSEF, la riduzione degli organici: di fatto un depotenziamento della struttura, una progressiva riduzione della sua presenza sul   territorio e delle sue attività professionalmente rilevanti.  E’ necessario nell’immediato porre attenzione al futuro delle RTS, alla loro missione, alla loro dislocazione sul territorio.
 
  Per quanto riguarda le CC.TT, si tratta di garantire una giustizia tributaria celere e, contemporaneamente, eliminare i carichi di lavoro arretrato (CTC): sono 42.000 le pratiche   definite negli ultimi tre anni, in aggiunta al normale carico di lavoro della giustizia tributaria di primo e secondo grado. Dimostrazione di alta professionalità dei lavoratori, pienamente all’altezza degli obiettivi assegnati.
 

–   Riteniamo non più rinviabile la soluzione del problema relativo alla corresponsione dell’incentivo legato alla riscossione del contributo unificato, che rappresenta una parte consistente  del salario accessorio di questo settore, a tutt’oggi,  nonostante sia stato istituito nel luglio 2011, non ancora erogato: soluzione che preveda l’assegnazione dell’ incentivo con  regolarità e  tempestività. 
 

–   E’ necessario superare l’anomalia giuridico-economica che attribuisce lo stesso tipo di mansione a lavoratori che appartengono a diversi inquadramenti giuridici, auspicando  che  questo avvenga con l’approvazione dei decreti attuativi della legge delega fiscale relativi alla riforma del sistema sanzionatorio e del contenzioso, in caso contrario incalzeremo l’Amministrazione affinché provveda con atto interno.
 

–   Nella fase di riordino della P. A. è urgente avviare la stabilizzazione del personale  “comandato”. 
 
PER LA FPCGIL SONO OBIETTIVI IRRINUNCIABILI:
 

   Il rinnovo del CCNL,  scaduto da 6 anni. Il CCNL deve rimanere lo strumento principale per   la difesa  delle retribuzioni e dei diritti dei lavoratori. Ulteriori blocchi non sono giustificabili, non può passare il principio che il lavoro pubblico sia un costo da abbattere. Si preferisce attuare la politica dei Bonus, che divide il mondo del lavoro, piuttosto che riconoscere il diritto costituzionale ad “avere una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro sufficiente ad assicurare una esistenza libera e dignitosa“.
 
    Il ripristino della contrattazione decentrata, depotenziata dalla riforma  Brunetta  e ulteriormente svilita dalla riforma Madia. La contrattazione decentrata deve  tornare ad essere strumento per la valorizzazione economica e  professionale dei lavoratori;
L’erogazione del salario di produttività  per fasce di merito individuali e predeterminate  è da contrastare con decisione:  il raggiungimento annuale degli obiettivi è la dimostrazione della professionalità di tutti i  lavoratori, altri strumenti rischiano di essere fortemente demotivanti. 
 
    L’avvio di un confronto con l’Amministrazione per giungere in tempi brevi alla  sottoscrizione di un accordo per i passaggi di fascia ( progressioni   economiche) dopo il termine del blocco delle “carriere” introdotto dal d.l. 78/2010 e protratto fino al 31/12/2014.
 
Per la FP CGIL è fondamentale dare continuità alle iniziative di lotta e di mobilitazione degli ultimi mesi contro le politiche di austerità del Governo, contro il lavoro precario, contro il jobs act e la svalorizzazione del lavoro
 
Protagoniste della difesa del lavoro pubblico devono essere le RSU, esempio concreto di democrazia sindacale, una rappresentanza forte del mandato ricevuto dai lavoratori, per difendere i diritti e gli spazi democratici nei posti di lavoro.
 Roma, 2 febbraio 2015
 
                   CGIL FP Nazionale
                   Luciano Boldorini                           

 
 
 

 
 
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