Province: incontro sul decreto mobilità, Cgil Cisl Uil bocciano il dm

16 Ottobre 2015

Province: incontro sul decreto mobilità, Cgil Cisl Uil bocciano il dm


Comunicato stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl

“Salario accessorio a rischio e nessun rispetto
per competenze e professionalità” 

Roma, 14 luglio 2015

Sonora bocciatura di Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl in
merito alla bozza di decreto, presentato oggi dal governo, che dovrebbe
regolare la mobilità dei lavoratori delle province: “Salario accessorio
a rischio, nessuna attenzione alle funzioni e nessun rispetto per le
competenze”.

“Altro che circolo virtuoso del ricollocamento”,
spiegano le federazioni di categoria, “Il dm non è altro che il
coronamento di un percorso sbagliato in cui ad ogni passaggio il caos
non fa che aumentare: dopo l’invenzione di un portale per l’incontro di
domanda e offerta pensato per non funzionare, ora si mettono addirittura
a rischio i livelli salariali e professionali dei lavoratori”.

“E’
l’ennesima dimostrazione dell’incapacità del Governo”, affondano i
sindacati. “Da mesi chiediamo di governare il riordino attraverso la
riorganizzazione delle funzioni e la mappatura delle competenze. E il
governo cosa fa? Mette sul tavolo una normativa farraginosa e
inutilmente complicata, i cui i dipendenti delle province invece di
essere coinvolti per essere reimpiegati nei servizi che servono ai
cittadini, vengono abbandonati ad un destino di mobilità selvaggia
lasciata alla selezione progressiva per “scrematura”. Una procedura da
burocrazia ottocentesca, che denuncia solo approssimazione e
sciatteria”.

Per Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl, la bozza di decreto
contraddice la stessa legge Delrio e gli accordi integrativi che avevano
garantito, per i lavoratori in soprannumero, il salario accessorio in
godimento: “Il DM riduce le garanzie ad una sola parte della
retribuzione, ignorando che, fatte salve le progressioni economiche
orizzontali, ogni indennità di salario accessorio è fortemente connessa
alle competenze e alle responsabilità maturate”.

“Norme distanti
dalla realtà e dalle singole esigenze territoriali”, proseguono i
sindacati, “Distanza che trova il proprio culmine nel trattamento
riservato alla polizia provinciale: ci chiediamo in particolare cosa
possa mai significare l’opzione, riservata agli agenti, relativa al
mantenimento di un profilo che l’attuale Decreto 78/2015 ha smantellato.
Mantenimento in quale sede e in quale veste?”.

“Ci opporremo a
questo decreto in tutte le sedi e con tutti gli strumenti: non
permetteremo che si faccia carta straccia della dignità e del patrimonio
professionale dei lavoratori. E lo faremo a partire dalla conversione
in legge del decreto enti locali. Su questo chiediamo infatti al
Parlamento di intervenire per sanare i diversi problemi emersi e offrire
prime soluzioni positive”, concludono.

 
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