Chiarimenti sui rinnovi contrattuali (domande e risposte)

18 Luglio 2011

Chiarimenti sui rinnovi contrattuali (domande e risposte)

A cura del Dipartimento sindacale nazionale FPCGIL

Dopo gli accordi del 29 maggio con il Governo sui rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego continuano a pervenirci richieste di chiarimenti.

Dalle domande rivolteci da lavoratrici e lavoratori è evidente che da parte delle organizzazioni sindacali non firmatarie degli accordi vi sia un’opera di disinformazione e di strumentalizzazione contro le Confederazioni tese a sminuire, oltremodo, la valenza dei termini economici concordati con il Governo.

Riportiamo alcuni dei quesiti propostici provando quindi a rimettere ordine e chiarezza nelle informazioni.

D. Perché non si sono rinnovati i CCNL alla loro scadenza del 31/12/2005?
R.
Ricordiamo che gli stanziamenti messi a disposizione nella legge finanziaria per il 2006 dal Governo Berlusconi e relativi al biennio economico 2006/2007 erano pari ad un incremento medio mensile di 12,00 euro.

L’esiguità di tali importi, come è comprensibile, non poteva dar luogo a nessun negoziato.
L’unico negoziato possibile è stato con il Governo Prodi con il quale, prima facendo modificare gli stanziamenti da destinare ai rinnovi contrattuali, con la legge finanziaria per il 2007 e poi con gli accordi del 5/6 aprile e del 29 maggio, abbiamo portato il valore dei 12,00 euro del Governo Berlusconi ai 101,00 euro attuali.

D. Cosa vuol dire “101,00 euro medi mensili calcolati sulla categoria dei Ministeri”?
R.
Ogni comparto del settore pubblico (Ministeri, Agenzie fiscali, Enti pubblici non economici, Sanità, Regioni e Autonomie locali, Scuola, Università e Ricerca, ecc…) ha una sua dinamica retributiva dalla quale, anche in relazione al numero degli addetti, si rileva una retribuzione media che diviene il riferimento per calcolare gli incrementi economici.

Ebbene i 101,00 euro previsti per il Comparto Ministeri dovranno essere riproporzionati in ogni Comparto pubblico sulla base delle retribuzioni medie in essi rilevate.

D. Quali saranno le decorrenze economiche e quanto si percepirà?
R.
Sarà il negoziato all’ARan a stabilire le decorrenze che terrà conto della logica degli stanziamenti di bilancio per il 2006 ed il 2007 e ciò fermo restando l’accordo del 29 maggio che fissa, a regime, il 1° febbraio 2007 come mese per il diritto ai 101,00 euro.
Per il 2006 siamo in presenza delle risorse stanziate dal Governo Berlusconi e per il 2007 dalle risorse stanziate dal Governo Prodi.
Ricordando che i 101,00 euro valgono per il Comparto Ministeri e volendo riproporzionare gli stessi sulla base degli stanziamenti nelle finanziarie per il 2006 ed il 2007 e dell’accordo del 29 maggio ci saranno degli incrementi per l’anno 2006 e per l’anno 2007.
Gli accordi prevedono che il differenziale fra i 101,00 euro con decorrenza febbraio 2007 e quanto già stanziato nella legge finanziaria per l’anno 2007 sarà corrisposto in termini di arretrati con il mese di gennaio 2008 e dallo stesso mese avranno regolarità di corresponsione i 101,00 euro.

D. Perché si parla di indennità di vacanza contrattuale sia per il 2006 che per il 2007?
R.
Il concetto di “indennità di vacanza contrattuale” ha origine nell’accordo sul costo del lavoro del luglio 1993.
Quell’accordo prevedeva che in assenza di rinnovo contrattuale doveva essere corrisposta a partire dal quarto mese dopo la scadenza del contratto una quota pari al 30% del tasso di inflazione programmata, percentuale che passa al 50% al trascorrere dei sei mesi dalla scadenza del Contratto.
Questo sistema, di fatto, non è mai stato attivato nel “pubblico” poiché sarebbero serviti accordi specifici.
E’ stato riproposto dal Governo Berlusconi che, non volendo rinnovare i contratti del pubblico impiego, si è arrogato il potere di interpretare l’accordo del luglio ’93 e di stanziare cifre risibili che, fra l’altro, non rispettano lo spirito e la tecnica dell’accordo citato.
In termini sostanziali e concettuali, viste le premesse, è sostanzialmente improprio parlare di “indennità di vacanza contrattuale” e in ogni caso bisognerà tener conto delle tecniche di contabilità pubblica dove gli stanziamenti sono in ragione di spesa annua.

D. Una volta firmati i Contratti si percepiranno gli arretrati?
R.
Si percepiranno per intero gli arretrati per gli importi e con le decorrenze che saranno indicate nel contratto e fra queste è inequivocabilmente già indicata dall’accordo del 29 maggio quella del 1 febbraio 2007 per gli incrementi a regime di 101,00 euro medi mensili.
Quindi ci saranno:
– gli arretrati per il 2006 (pochi, per responsabilità del Governo Berlusconi);
– gli arretrati per il 2007, per le somme già stanziate, in relazione ai mesi trascorsi fino alla data di sottoscrizione del CCNL;
– gli arretrati nel mese di gennaio 2008 per i mesi 2007 a partire da febbraio 2007 che saranno dati dal differenziale fra quanto già stanziato per il 2007 ed i 101,00 euro.

D. Perché i 101,00 euro mensili non decorrono dal 1 gennaio 2007?
R. E’ corretto informare che nonostante l’accordo del 5/6 aprile successivamente il Ministro dell’economia ha sostanzialmente rinnegato quell’accordo sostenendo che l’interpretazione prevedeva che gli incrementi contrattuali a regime sarebbero dovuti decorrere dal 1/1/2008.
Lo stesso Ministro, a dispetto quindi di quanto sottoscritto, nel corso della trattativa che si è conclusa con l’accordo del 29 maggio ha anche voluto rimarcare una sua posizione che rischiava di compromettere la possibilità di pervenire all’accordo e solo il senso di responsabilità delle organizzazioni confederali e l’impegno del Presidente del Consiglio hanno consentito di trovare un compromesso utile a chiudere politicamente la vertenza.
L’esclusione dei 101,00 euro per il mese di gennaio 2007 l’abbiamo subito per il mercanteggiare del Ministro dell’economia e delle finanze.

D. Quale sarà la durata del CCNL?
R.
La trattativa avviata all’Aran prefigura un rinnovo contrattuale quadriennale, 2006/2009, per la parte normativa e biennale, 2006/2007, per la parte economica.

D. Perché si dice che dal 2008 i prossimi contratti saranno triennali?
R.
E’ ormai noto a tutti che una delle condizioni poste dal Governo per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego era quella di modificare il modello contrattuale ed in particolare la sua durata.
Di più, in alcuni era presente l’idea di far slittare al 31/12/2008 la attuale decorrenza 1/1/2006 – 31/12/2007.
In ogni caso è previsto che sarà avviata una fase di trattativa che dovrà concludersi entro il 31/12/2007 con un accordo per avviare in via sperimentale un contratto triennale per gli anni 2008/2010.
Per inciso la trasformazione dall’attuale modello ad un modello triennale necessita di una modifica normativa del d.lvo 165/2001.
È ovvio che se non ci sarà accordo il modello continuerà a rimanere quello che conosciamo e cioè quadriennale per il normativo e biennale per l’economico.

D. Quali, sinteticamente, a parere della FP Cgil sono le condizioni principali per avviare il negoziato sulla modifica del modello contrattuale?
R.
Una delle condizioni basilari è quella di rinnovare i contratti già scaduti: condizione che è già presente nell’accordo del 29 maggio.
Sarà quanto mai sintomatico verificare se nel prossimo documento di programmazione economica del Governo saranno indicate le risorse utili da stanziare nella successiva legge finanziaria per gli anni 2008-2009 e 2010 che, secondo nostre proiezioni, non possono essere inferiori a 9,5 miliardi come impegno finanziario per il settore pubblico.
Sarà necessario individuare forme di garanzia, così come è stato preannunciato nel corso del confronto con il Governo, come ad esempio indicare, in particolare, un termine temporale annuale per la verifica ed il recupero dello scostamento fra tasso di inflazione programmata ed inflazione reale.

D. Ci sono organizzazioni sindacali che non hanno firmato l’accordo del 29 maggio, ma che avevano firmato l’accordo del 5/6 aprile: quali motivazioni li hanno portati a tali scelte?
R.
Per correttezza più che a noi questa è una domanda da rivolgere a loro, noi abbiamo firmato l’accordo del 5/6 aprile e quello del 29 maggio perché quest’ultimo ha migliorato il primo con ulteriori stanziamenti e chiarito definitivamente che l’incremento medio mensile sarà di 101,00 euro con decorrenza febbraio 2007 pur con la caduta del mese di gennaio dello stesso anno.

D. E’ vero che in questo contratto prenderemo meno soldi che nel precedente biennio economico?
R.
In termini di valore mensile a regime l’accordo politico con il Governo e la preintesa all’ARan prevedono 101,00 euro, mentre nel precedente contratto per il biennio 2004/2005 l’accordo all’Aran per i Ministeri ha comportato aumenti medi di 100,00 euro che hanno comunque visto tre scaglionamenti 1/1/2004; 1/2/2005 e 31/12/2005.
E’ certo quindi che la trattativa all’Aran parte dai 101,00 euro e nel corso della stessa verificheremo, in relazione alle unità di personale destinatarie del contratto così come previsto dall’accordo del 29 maggio, le reali risorse economiche complessive sulle quali contare.
E’ indubbio che se si parla di ammontare annuo considerando ogni anno a se stante, per quanto riguarda il 2006, sempre grazie al Governo Berlusconi, ci saranno valori e importi inferiori a quanto statisticamente avvenuto negli anni passati quando in linea di massima la ripartizione degli incrementi nel primo anno di vigenza contrattuale del biennio economico avveniva con importi pari a circa il 35% dell’incremento a regime.
È altrettanto indubbio che il totale degli incrementi, pari a 101,00 dal mese di febbraio, previsti per il 2007 non comporteranno alcuna perdita in termini di valore annuo.

 

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