Sanità: Sindacati, basta tagli, al via stato di agitazione

20 Ottobre 2015

Sanità: Sindacati, basta tagli, al via stato di agitazione


Comunicato Stampa

ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI –

 FVM – FASSID – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-
FIALS MEDICI – UIL
MEDICI

“Basta tagliare la sanità!”
Stato di agitazione di tutti i Sindacati

Roma, 20 ottobre 2015

Le Organizzazioni sindacali ANAAO ASSOMED – CIMO
– AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FVM – FASSID – CISL MEDICI – FESMED –
ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL MEDICI , comunicano, come già fatto da
Fimmg, Snami, Fimp e Sumai, al Presidente del Consiglio, al Ministro
della Salute e alle Regioni lo stato di agitazione delle categorie
professionali che rappresentano.

L’unità sindacale testimonia
una comune preoccupazione per le future sorti del SSN, le cui previsioni
sono rese allarmanti dagli ultimi provvedimenti del Governo. Tra i
quali, l’ulteriore proroga del blocco contrattuale in atto già da 6
anni, mascherata sotto le mentite spoglie di un finto finanziamento da
pochi spiccioli, appare un’elemosina che conferma la mancanza di
rispetto verso il lavoro sul quale si basa la Sanità Pubblica.

Le
Organizzazioni sindacali denunciano che, nonostante tutti i tentativi
di interlocuzione, l’atteggiamento di Governo e Regioni rimane quello di
un mancato coinvolgimento nelle scelte dei medici che, a fronte di una
collaborazione costantemente offerta, sono stati ripagati con
limitazione delle competenze, impoverimento numerico e retributivo,
espulsione dai processi decisionali, 7 anni di blocco dei contratti,
disoccupazione, precarietà ed emigrazione dei giovani colleghi,
intollerabile confusione e assenza di programmazione nell’accesso alla
formazione pre e post laurea, mancanza di attenzione al problema della
responsabilità professionale, decretazioni che fissano obblighi
burocratici che aumentano il carico di lavoro a danno dello spazio
clinico e sottraggono tempo all’ascolto nel rapporto fiduciario medico
paziente.

Il futuro del SSN non dipende solo dal finanziamento,
ma da modelli di governance innovativi e da equilibri istituzionali
capaci di superare l’attuale impianto regionale e produrre i cambiamenti
necessari alla sostenibilità del SSN e al miglioramento
dell’assistenza. Ma, soprattutto, dipende dal ruolo e dalle conseguenti
responsabilità da assegnare ai medici, dal valore che si attribuisce al
lavoro dei professionisti, dal recupero di politiche nazionali che
garantiscano una omogenea esigibilità del diritto alla tutela della
salute in tutto il paese.

La situazione è, infatti, diventata
insostenibile anche, e soprattutto per i cittadini, a danno dei quali le
politiche governative, che considerano sempre la sanità come un costo
da abbattere, e mai come un settore meritevole di investimenti, sia
socio-sanitari che finanziari, tendenti al rafforzamento di una garanzia
nazionale del diritto alla salute, l’unico che la Costituzione
definisce fondamentale, stanno realizzando una drastica riduzione dei
livelli reali di assistenza e dell’effettivo accesso alle cure. Si
taglia anche la prevenzione primaria e la sicurezza alimentare aldilà
dell’enfasi di Expo.

I medici sono sempre stati e restano
disponibili a fare la loro parte per risolvere i problemi del SSN, e non
certo ad esserne additati come la causa, ma chiedono di diventare
interlocutori istituzionali della politica regionale e nazionale.
Trascorsi i termini previsti dalla legge per eventuali procedure di
raffreddamento e conciliazione, sarà messa in atto ogni legittima forma
di protesta, fino ad individuare e a comunicare le date e le modalità
di iniziative di sciopero nazionale unitario.

 
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