Revisione Decreti Legislativi 139 e 217 – La posizione della Fp Cgil VVF

09 Febbraio 2016

Revisione Decreti Legislativi 139 e 217 – La posizione della Fp Cgil VVF

09.02.2016 – Al fine di consentire a tutte le lavoratrici ed i lavoratori di conoscere la posizione della Fp Cgil VVF, relativamente alle revisione dei due decreti legislativi 139 e 217 attualmente in fase di discussione, pubblichiamo il documento politico che non potrà dare adito ad ambigue interpretazioni   

 
 

A
tutte le lavoratrici e i lavoratori del Corpo Nazionale VV.F.

 

Lavoratrici e lavoratori,

come
sapete è in atto il processo di revisione dei Decreti Legislativi 217/05 e
139/06.

Tale possibilità deriva
da un emendamento alla cosiddetta legge Madia, fortemente voluto, e quindi
ottenuto, dalla FP CGIL VVF, che per dieci lunghi anni ha sostenuto la completa
inefficacia di due provvedimenti legislativi che hanno prodotto, come unico
risultato, un progressivo ingessamento del Corpo Nazionale, una quasi totale
incapacità di gestione operativa ed amministrativa ed il peggioramento delle
condizioni professionali e lavorative di tutto il personale.

Abbiamo sempre sostenuto
che un sistema di regole dettate per legge avrebbe portato ad un irrigidimento
ordinamentale che poco o nulla si addice al lavoro del Vigile del Fuoco ed alla
necessaria flessibilità che occorre per lo svolgimento di un’attività che, per
sua stessa natura, deve avere la possibilità di adeguarsi continuamente e
rapidamente ai diversi scenari.

Pertanto, riteniamo di
dover ribadire la nostra posizione, da sempre espressa, di completa contrarietà
ad un rapporto di lavoro di tipo pubblicistico riaffermando con forza la
necessità di ritornare alla completa delegificazione del rapporto di lavoro.

La CGIL comunque, essendo
da sempre una organizzazione sindacale che non si sottrae al confronto, ritiene
doveroso esprimere le proprie opinioni sulle diverse bozze di articolati che ci
sono state sottoposte, nonché ribadire il proprio punto di vista su come
superare le attuali e future criticità.

Per quanto attiene al
D.Lgs. 139/06, nel mentre si apprezza lo sforzo per la definizione dei compiti
del Corpo Nazionale e la valorizzazione della figura del Capo del Corpo,
dobbiamo rilevare che il mantenimento di un doppio vertice, Capo Dipartimento/Capo
del Corpo, impedirà ai VVF di concretizzare quella autonomia tecnica,
amministrativa e gestionale coerente con i compiti e il ruolo che hanno nei
confronti dei cittadini e del Paese; per quanto ci riguarda, e per le ragioni
appena esposte l’unificazione del ruolo apicale in capo alla Dirigenza Generale
tecnica del Corpo e la sua sovraordinazione a tutti gli uffici centrali
dipartimentali, difesa civile compresa, resta il nostro principale
obiettivo.

Ma se autonomia deve
essere, e noi ne siamo convinti da sempre, diventa altrettanto imprescindibile
l’istituzione della Dirigenza Amministrativa quale adeguato terminale di tutte
quelle attività che garantiscono il funzionamento quotidiano di una struttura
complessa come è il Corpo Nazionale.

Apprezziamo anche la migliore definizione dei compiti dei Vigili del
Fuoco ma, nel caso di interventi congiunti con altri Enti ed Organizzazioni, riteniamo
ancora insufficiente la regolamentazione dell’attività di coordinamento e chiediamo,
pertanto, di individuare tutti gli strumenti necessari, anche legislativi, per
valorizzare le competenze del personale operativo del Corpo negli interventi di
soccorso tecnico urgente e di protezione civile.

Riteniamo altrettanto fondamentale completare il percorso di revisione
del DPR 76/04
sulla scorta di quanto fino ad ora concordato, sia per quanto
riguarda lo sviluppo omogeneo della componente volontaria del Corpo e la
regolamentazione dei rapporti tra personale permanente e volontario, che per
quanto riguarda la gratuità della prestazione.

Chiediamo che il testo
sia “ripulito” da tutti quei riferimenti normativi, ma anche lessicali come
“casermaggio”, che sono oramai superati dalle stesse modifiche, che
apprezziamo, circa la denominazione delle nostre strutture come “sedi di
servizio”.

Rileviamo che, inspiegabilmente, permangono ancora troppi impedimenti nel
riconoscere al personale con funzioni tecnico amministrative, contabili ed
informatiche quella specificità che deriva dal possesso delle competenze
necessarie per garantire una collaborazione concreta ed efficace nell’attività
complessa e delicata che svolge quotidianamente il personale operativo.  

Nell’articolo relativo alle abrogazioni, oltre quanto già disposto, riteniamo
opportuno provvedere, nella parte che riguarda la legge 27 dicembre 1941, n.
1570, all’abrogazione della gerarchia (art. 7, quarto comma), ai compiti di
pubblica sicurezza (art. 8, primo comma), richiamo alle armi (18; 19 e 30).
Inoltre, considerando ormai passata la possibilità di essere chiamato in
servizio di leva, gli artt. 17; 21, secondo comma; 25, secondo comma e 107
della legge 13 maggio 1961, n. 469 – e, infine, l’eliminazione dell’art. 33
della legge 23 dicembre 1980, n. 930 per rimuovere ogni forma di discriminazione
nei confronti del personale amministrativo e tecnico informatico.

Per quanto attiene la bozza di proposta di revisione del D.Lgs. 217/05 riteniamo,
innanzitutto, necessario inserire il riferimento alla legge 7 agosto, n. 124,
di delega al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni
pubbliche, togliendo il riferimento alla legge 30 settembre 2004, n. 252 in
quanto, questa ultima, ha esaurito il suo “nefasto”compito.

Riteniamo imprescindibile una drastica riduzione delle qualifiche,
proliferate a dismisura con il D.Lgs. 217/05, che a nulla servono al Corpo
Nazionale. Particolare attenzione dovrà ricadere sul personale amministrativo
tecnico informatico, che nel 2005 grazie al D.Lg. 217, fu demansionato e
penalizzato anche economicamente per restituire quella dignità lavorativa che
per dieci anni è stata arbitrariamente sottratta.

Chiediamo che venga indicata nell’articolato l’anzianità necessaria per
poter accedere ai passaggi di qualifica interni, per tutto il personale del
Corpo, e la precisazione che detti passaggi avvengono anche attraverso
l’acquisizione di specifici percorsi formativi da definire con provvedimenti di
natura ministeriale o dipartimentale, valorizzando, quindi, non solo
l’anzianità, ma anche il merito e l’impegno del singolo nelle attività lavorative
quotidiane, così come la disponibilità ad accrescere competenze e conoscenza
attraverso la formazione.

Esprimiamo assoluta contrarietà alla previsione di utilizzare la sanzione
del “richiamo scritto” quale motivo di esclusione a partecipare alle suddette
procedure concorsuali e chiediamo  il
ripristino di quanto già precedentemente previsto.

Poiché nel corso di questi anni si sono svolte diverse procedure concorsuali
per i passaggi di qualifica auspicando così la completa  normalizzazione  della situazione numerica dei Capi Squadra e
dei Capi Reparto, chiediamo con forza l’eliminazione della previsione che il
Vigile Coordinatore possa, in casi di necessità, svolgere le funzioni di Capo
partenza, per le quali non possiede le necessarie competenze di formazione né,
tantomeno, di qualifica, che sono proprie dei Capi Squadra.

 

Inoltre, chiediamo di inserire nel
settore aeronavigante anche il personale nautico e sommozzatore. Questo
consentirebbe al Corpo di avvalersi della componente specialista  in maniera sinergica e coordinata grazie alla
creazione di un’unica area di competenza. Rimarrà invariata la valorizzazione
delle singole caratteristiche e campi di intervento, espresse attraverso  tecniche, attrezzature e mezzi specifici.
Alla prima occasione contrattuale sarà quindi necessario unificare le
rispettive indennità rendendole fisse e ricorrenti sul trattamento economico
principale.

Esprimiamo apprezzamento sulla previsione di abbassare il livello di
“legificazione” del sistema ricorrendo, ove possibile, a provvedimenti di
natura ministeriale o dipartimentale ma, a questo punto,  si deve prevedere un maggior confronto con le
Organizzazioni dei lavoratori attraverso un sistema di relazioni sindacali che
superi il “sentito” e consenta una effettiva condivisione, attraverso tutti gli
strumenti di partecipazione sindacale, dei processi di formazione dei
provvedimenti stessi.

Per quanto riguarda il personale tecnico direttivo, l’esperienza maturata
negli ultimi anni ha dimostrato che la collocazione  nell’area contrattuale della dirigenza non è
mai stato un traino tale da concretizzare migliori condizioni economiche e professionali,
anzi, diremmo che piuttosto è stato un limite. Far confluire questo personale
nell’area non dirigenziale determina, a nostro avviso l’apertura di spazi,
soprattutto contrattuali, in grado di valorizzarne al meglio ruolo e specifiche
funzioni, anche, ed a maggior ragione, attraverso un sistema di partecipazione
e rappresentanza più forte e mirato di quello attuale.

Per quanto attiene, invece, all’istituzione dei
ruoli direttivi speciali (sia operativi, che amministrativi e informatici)
chiediamo che questi vengano impostati tenendo conto dei percorsi formativi e
di anzianità di servizio del personale e che, per le posizioni apicali, abbiano
le stesse declaratorie funzionali e le stesse retribuzioni dei ruoli direttivi
ordinari (sempre operativi, amministrativi e informatici); mentre invece il
percorso di carriera dovrà necessariamente tenere conto del titolo di studio,
imprescindibile per la prosecuzione nella vice dirigenza e dirigenza.

Riteniamo, quindi, che il ruolo direttivo speciale
venga inteso, non tanto come una condizione straordinaria ad esaurimento, ma la
naturale valorizzazione di un lungo percorso lavorativo, mentre il ruolo
direttivo ordinario, al quale si accede per concorso pubblico o interno e con
il requisito del possesso della laurea magistrale, sia il momento iniziale di
un percorso lavorativo che potrà sfociare nella dirigenza.

Chiediamo che venga, finalmente, data attuazione a
quella specificità, contenuta nella Legge 183/10 che, fino ad oggi, si è
rivelata soltanto una parola alla quale non sono seguiti i necessari contenuti.
Esigiamo, pertanto, che vengano messi in campo tutti gli sforzi necessari per
il riconoscimento di una indennità di specificità da corrispondere a tutto il
personale attraverso una parametrazione da effettuare in sede di contrattazione
decentrata nazionale.

Riteniamo inoltre necessario che vengano gettate le
basi per la trasformazione di alcune delle  indennità accessorie in trattamento fisso e
continuativo che concorrerà, indipendentemente dalla presenza in servizio, a
formare il trattamento economico fondamentale.

Siamo perfettamente coscienti di essere in presenza di provvedimenti legislativi
e che, pertanto, gli stessi non fanno parte di alcun sistema di partecipazione
sindacale, ma siamo altrettanto convinti che soltanto con l’apporto dei
rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori del Corpo Nazionale sarà
possibile l’elaborazione di un impianto normativo che superi l’attuale
ordinamento e i danni che lo stesso ha prodotto e, infine, tenuto conto che molte
delle cose proposte trovano una convergenza unitaria tra i Sindacati
Confederali auspichiamo che possano essere accolte dall’Amministrazione.

In conclusione, pur ritenendo la nuova proposta migliorativa rispetto
alla precedente, riteniamo fondamentale venga adeguatamente riconsiderato
quanto sopra accennato, poiché, per quanto ci riguarda, è l’unico modo per consentire
al Corpo Nazionale di uscire dalle sabbie mobili in cui si è impantanato in
questi anni e di poter svolgere in modo migliore e più efficace i propri
compiti istituzionali al servizio della cittadinanza. 

 
Roma,
09.02.2016

 

 

Coordinatore Nazionale
FP CGIL VVF
Danilo ZULIANI

 

 
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