Roma, 26 aprile 2016
Egregio
Sottosegretario,
facendo seguito
all’incontro del 31 marzo u.s., la FP CGIL chiede un suo autorevole
intervento per
risolvere alcune problematiche che da tempo affliggono il personale di Polizia
Penitenziaria.
La dotazione organica
del Corpo di Polizia Penitenziaria è di 45325 unità e, se si considera
che ad oggi il
personale amministrato non supera le 38300 unità, si capisce immediatamente che
il
primo problema da
affrontare è sicuramente quello della carenza di organico. A parere della FP
CGIL tale problema va
affrontato prevedendo un duplice intervento. In primis bisogna prevedere
un piano straordinario
di assunzioni, ormai non più rinviabile, ed in secondo luogo si deve
procedere ad un
progetto di razionalizzazione delle risorse umane a disposizione, poiché
attualmente la carenza
di organico riguarda solo gli istituti penitenziari e non tocca le sedi “extra
moenia”, dove
paradossalmente si registra un esubero di personale di Polizia Penitenziaria.
Questo
paradosso si è
verificato poiché non sono state definite le dotazioni organiche delle suddette
sedi e
non sono stati
regolamentati i criteri di mobilità del personale che vi accede. Da anni
sosteniamo
che tale lacuna va
colmata in tempi rapidi.
Altro intervento da
mettere in agenda nell’immediato, anche in considerazione del lavoro
che si sta portando
avanti sulla revisione degli ordinamenti e dei ruoli delle Forze di Polizia, è
quello finalizzato a
superare i disallineamenti ordinamentali che ancora esistono tra il personale
di
Polizia Penitenziaria
e quello della Polizia di Stato. A tal proposito ciò che preoccupa
maggiormente è che,
mentre sembra avviato il lavoro per superare quelli esistenti tra i ruoli
direttivi, tutto tace
per quel che riguarda il ruolo dei sovrintendenti e degli ispettori. Giova
quindi
ricordare che è
necessario estendere anche al corrispondente personale del ruolo dei
sovrintendenti
della Polizia Penitenziaria la retrodatazione della nomina a vice
sovrintendente,
applicata ai vincitori di un
concorso interno riservato agli agenti e assistenti della Polizia Di Stato, e
anticipare di due anni la
promozione ad ispettore capo.
Altro intervento che la FP CGIL
chiede da tempo è quello di revisione del sistema
disciplinare del Corpo di Polizia
Penitenziaria. Siamo convinti che il decreto legislativo 449/92
necessiti di un adeguamento dal
punto di vista procedurale e sostanziale. Esso prevede ancora un
procedimento disciplinare
prettamente inquisitorio, in cui l’obbligo del contraddittorio ha natura
esclusivamente formale ed elude la
garanzia del diritto alla difesa dell’interessato. Sono anni che
l’amministrazione penitenziaria ha
assunto l’impegno di presentare una bozza di revisione di tale
sistema, ma ad oggi , malgrado i
contributi forniti dalla FP CGIL, non vi è traccia di una proposta
in merito.
Un impegno maggiore da parte della
suddetta amministrazione deve essere fornito anche
sul tema delle misure di contrasto
al fenomeno del “burnout” e dello stress lavoro-correlato. Studi
scientifici dimostrano come nelle
condizioni lavorative del poliziotto penitenziario siano
riscontrabili i sintomi tipici del
“burnout” e la FP CGIL ritiene che quanto fatto fino ad ora per
contrastare tale fenomeno, ossia
l’istituzione di un numero verde presso l’ospedale Sant’Andrea di
Roma, non sia sufficiente. A tal
proposito riteniamo che un riferimento unico per tutto il territorio
nazionale non basti e che sia
necessario inviare degli specialisti che possano effettuare delle
valutazioni dei rischi
direttamente sui posti di lavoro.
Per concludere si ritiene doveroso
soffermarsi sulle drammatiche condizioni strutturali
degli istituti penitenziari del nostro
paese. Con il reportage “dentro a metà” la FP CGIL ha messo
in evidenza, tra l’altro, i luoghi
di lavoro in cui è costretta ad operare la Polizia Penitenziaria.
Luoghi dove le infiltrazioni
d’acqua, la muffa, la mancanza di areazione e climatizzazione, di
servizi igienici decenti, di spazi
adeguati, di sistemi di automazione e video sorveglianza, rendono
un compito già difficile di suo,
quasi impossibile da eseguire. Servono investimenti per la
ristrutturazione dei fatiscenti
istituti penitenziari del nostro Paese ed un impegno concreto sulla
sicurezza dei luoghi di lavoro che
si trovano al loro interno. Siamo certi che le basterà visitarne
alcuni per poter comprendere la
portata del fenomeno che le stiamo evidenziando.
Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria
Massimiliano Prestini