Comparto Sicurezza: Sindacati e Cocer denunciano rischio mortificazione uomini e donne in uniforme – Appello al Governo

17 Giugno 2016

Comparto Sicurezza: Sindacati e Cocer denunciano rischio mortificazione uomini e donne in uniforme – Appello al Governo


Roma, 17  giugno 2016 

I Sindacati del Comparto
Sicurezza e i COCER delle Forze di Polizia ad ordinamento militare e del
Comparto Difesa (Esercito, Marina, Aeronautica) si sono riuniti per valutare lo
stato di attuazione della delega riguardante il riordino del modello della
sicurezza e della difesa e delle carriere del personale.
Un riordino, sottolineano Sindacati
e COCER, necessario non solo rispetto al processo riformatore attivato con la
legge Madia, ma atteso da circa vent’anni per efficientare delicati e
nevralgici settori dello stato al fine di adeguarli alle nuove e complesse
sfide che gli scenari geopolitici internazionali e nazionali pongono quali, ad
esempio il contrasto alla criminalità organizzata, l’aggressione ai diritti
fondamentali di libertà ai cittadini e, non per ultimo, la lotta al terrorismo
internazionale e la difesa dei confini del paese rispetto agli scenari di
guerra alle porte  del mediterraneo.
Il confronto, che ha visto la
partecipazione della quasi totalità delle sigle sindacali e di tutti i COCER,
si è sviluppato sulle proposte involutive e penalizzanti presentate dagli
apparati delle amministrazioni interessate.
Questo riordino, da occasione
storica, rimarcano sindacati e COCER, per disegnare una nuova macchina della
sicurezza e della difesa sui bisogni dei cittadini e del Paese, sta diventando
l’ennesimo tentativo degli apparati per aumentare le alte gerarchie delle Forze
di Polizia a competenza generale e per negare una specificità lavorativa
riconosciuta per legge e massificare le donne e gli uomini in uniforme, che
nonostante tutto, ancora oggi continuano con spirito di abnegazione a garantire
la difesa dei confini, la pace, la sicurezza dei cittadini e la democrazia
nelle istituzioni repubblicane.

Un atteggiamento retrogrado
degli apparati che, comunque, non riesce a nascondere che la vera questione per
giungere ad una riforma moderna che esalti le professionalità e migliori il servizio,
non può che passare attraverso un idoneo stanziamento di risorse, atteso che i
119 milioni oggi disponibili sono assolutamente insufficienti poiché la sicurezza
e la difesa nel nostro Paese, sono un investimento ed una priorità nonché
condizioni imprescindibili e volano per lo sviluppo economico sociale e per una
piena integrazione dei popoli.
Considerato che il Governo ha
affermato che la sicurezza e la difesa sono prioritarie nella sua azione,
sottolineano i leader sindacali e dei COCER, nonché il fatto che il tempo a
disposizione per procedere ad un riordino concreto non è assolutamente sufficiente
rispetto al termine oggi previsto per permettere i necessari approfondimenti al
fine di raggiungere gli obiettivi auspicati, così come insufficienti sono le
risorse, le sottoscritte OO.SS. e COCER chiedono al Governo di dare concretezza
alle affermazioni enunciate facendo uno sforzo affinchè si possa ammodernare il
sistema della difesa e dell’ordine e sicurezza pubblica. In tal senso
richiedono un effettivo confronto con le rappresentanze del personale per
mettere a punto soluzioni efficienti e condivise. Confronto che fino ad oggi,
per alcuni non vi è mai stato, per altri è stato solo parziale.
Insieme a maggiori risorse,
diverse da quelle del bonus degli 80 euro di cui si chiede la strutturazione e
messa a regime attesa la transitorietà dello stanziamento e rispetto al quale
diamo atto che costituiscono una intelligente misura disposta dal Governo che
ha dato un minimo di respiro alle retribuzioni falcidiate per anni dal blocco
delle carriere e da quello della contrattazione disposto dai governi
precedenti, occorre altresì, concludono i Sindacati e le Rappresentanze
militari, aprire un confronto con i rappresentanti del personale affinché,
partendo dalla tutela dei singoli operatori del Corpo Forestale e del loro
status giuridico, senza per questo arrestare il processo riformatore, e dando
attuazione a quelle norme già varate dal Parlamento che incidono sempre
sull’assetto ordinamentale, si giunga ad una riforma che, garantendo un sistema
più moderno ed efficace, dia anche risposte alle legittime aspettative dei
cittadini e delle donne e degli uomini oggi in servizio in queste
amministrazioni.
Il tutto attraverso processi meritocratici che valorizzino le professionalità
acquisite e  garantiscano le
necessarie  opportunità ai giovani che
scelgono di servire il Paese in queste amministrazioni.

Il tutto, come ogni riordino,
prevedendo una fase transitoria che acceleri l’attuazione della riforma e non
mortifichi la dignità professionale di chi, già oggi e da anni, serve con
abnegazione e sacrificio lo Stato.

Attendiamo fiduciosi concreti
segnali di attenzione dal Governo poiché preferiamo il dialogo ed il confronto
alle contrapposizioni sterili e fini a se stessi.

 
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