Sanità: Cgil Cisl Uil a Lorenzin, prendiamo per impegni le dichiarazioni su confronto, risorse e contratto, su professioni fare di più

14 Luglio 2016

Sanità: Cgil Cisl Uil a Lorenzin, prendiamo per impegni le dichiarazioni su confronto, risorse e contratto, su professioni fare di più

Sanità, 500 rappresentanti delle professioni sanitarie riunite a Roma
per la crescita delle competenze e la qualità del lavoro 

Roma, 28 giugno 2016  

“Prendiamo per impegni
le dichiarazioni del ministro sull’apertura di un confronto vero con
tutte le rappresentanze dei lavoratori della Sanità, sugli investimenti
per migliorare i percorsi di cura e sulle risorse che mancano per
rinnovare i contratti di lavoro del pubblico impiego. Ma sulla
valorizzazione delle competenze bisogna fare molto di più”. Così Serena
Sorrentino, Giovanni Faverin e Giovanni Torluccio – segretari generali
di Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl – al termine dell’intervento del ministro
della Salute Beatrice Lorenzin alla grande iniziativa delle professioni
sanitarie che si è tenuta oggi a Roma.

Oltre 500 rappresentanti
dei 650mila professionisti della sanità che fanno capo alle Federazioni
degli infermieri, delle ostetriche, dei tecnici di radiologia e del
Conaps, il coordinamento nazionale di tutte le professioni regolamentate
ma ancora non ordinate in Ordini e Collegi, si sono date infatti
appuntamento a Roma, chiamate a raccolta dalle federazioni di categoria
di Cgil Cisl Uil, per definire la strada della crescita delle competenze
per la qualità del lavoro in sanità, e per presentare le proposte delle
rappresentanze sindacali e professionali.

Sindacati confederali e
organismi professionali insieme perché la riorganizzazione del sistema
sanitario non può prescindere dal coinvolgimento di chi lavora ogni
giorno per garantire cura e assistenza sul territorio: “Serve
innovazione organizzativa e professionale. Vogliamo aprire una grande
stagione di coprogettazione dei servizi e dei percorsi di salute.
Dobbiamo ridisegnare un sistema sanitario che, dopo la stagione dei
tagli lineari e con i contratti di lavoro ancora bloccati, non è più in
linea con i nuovi bisogni di salute delle persone e delle comunità.
Bisogna puntare sugli investimenti, sul riconoscimento e sulla crescita
delle competenze delle professioni sanitarie”, hanno affermato Cgil Cisl
e Uil.

Quattordici le proposte presentate oggi al ministro e ai
rappresentanti delle regioni: mettere a punto un modello organizzativo
che abbia il proprio baricentro nel territorio; prevedere la reale
integrazione ospedale-territorio in un modello di continuità
assistenziale; implementare le competenze specialistiche per le
professioni sanitarie; prevedere standard unici minimi obbligatori, sia
professionali che organizzativi, per tutto il territorio nazionale;
realizzare indicatori di risultato sia per l’ambito ospedaliero che per
quello territoriale; definire le professioni sanitarie e sociosanitarie a
livello nazionale, secondo i criteri uniformi fissati dalla comunità
europea; ridefinire le competenze e le responsabilità dell’operatore
socio-sanitario istituendo realmente un unico percorso di formazione
sull’intero territorio nazionale; aprire il confronto con le
organizzazioni sindacali, oltre a quello già in essere con le
rappresentanze professionali, sulla quantificazione dei fabbisogni di
personale per tutte le professioni; progettare corsi universitari di
base e post-universitari delle professioni sanitarie con il
coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale, delle regioni e delle
aziende sanitarie e non solo dell’Università; coinvolgere i
professionisti sanitari nell’organizzazione dei corsi universitari anche
per quanto riguarda la titolarità di docenza, coordinamento e
direzione; stabilire diritto all’educazione medica continua (ECM) per
tutti i lavoratori e a spese del datore di lavoro, quale che sia il
ruolo ricoperto e /o il tipo di contratto di lavoro applicato; prevedere
permessi retribuiti per formazione universitaria ed ECM anche ai
precari; poter acquisire crediti ECM in ambito universitario, con il
rilascio di crediti CFU; sbloccare definitivamente la riforma degli
ordini per valorizzare e garantire la professionalità.

“Su questi
punti vogliamo un confronto di merito con Governo e Regioni”, hanno
concluso Sorrentino, Faverin e Torluccio, “E al ministro Lorenzin
chiediamo più coraggio. Se come ha detto oggi l’investimento nelle
professionalità è priorità del governo, lo dimostri subito: porti a
termine il percorso di implementazione delle competenze, già avviati per
infermieri e tecnici-radiologi, e scommetta sull’innovazione. A partire
dal rinnovo dei contratti di lavoro”.

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