Sanità, SSAEP: Il punto e l’agenda di lavoro sugli Educatori professionali

30 Agosto 2016

Il punto e l'agenda di lavoro sugli Educatori professionali

La discussione in Parlamento di alcuni disegni di legge di riordino delle professioni educative (C.2656 Iori, ora unificato con C. 3247 Binetti), ci da l’occasione di tornare sull’argomento che avevamo già affrontato parecchie volte in passato e che ci ha portato a organizzare anche iniziative nazionali, l’ultima delle quali si è tenuta a Bologna il 18 aprile 2014.Infatti, questa professione, da troppo tempo, vive il paradosso dei corsi universitari a”doppio binario” formativo: la laurea triennale in “Educazione professionale” era ed è conseguibile, con una sconcertante analogia di titoli che origina pericolose ambiguità, sia nella facoltà di Medicina e Chirurgia (titolo di dottore “Educatore professionale”, classe 2 – professioni sanitarie della riabilitazione) che nella facoltà di scienze dell’educazione e della formazione (titolo di dottore “Educatore professionale”, classe L 19 – Scienze dell’educazione e della formazione).Questa scelta “di fatto” operata dagli atenei universitari nel loro esclusivo interesse,disattende totalmente i contenuti del D.M. Sanità 520/1998 “Regolamento recante norme per l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’educatore professionale, ai sensi dell’articolo 6, comma 3, del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502″, laddove si dispone che le università provvedono alla formazione attraverso la facoltà di medicina e chirurgia in collegamento con le facoltà di psicologia, sociologia e scienza dell’educazione.Per il legislatore, quindi, l’Educatore professionale avrebbe dovuto essere un profilo unico in grado di essere impiegato nei servizi socio-sanitari e strutture socio-sanitarie-riabilitative e socio-educative (art. 2, lettera c del D.M. Sanità 520/1998).Le norme in tema di accreditamenti, di conseguenza, hanno sempre previsto che, nella sanità pubblica, nei servizi integrati e in quelli socio sanitari accreditati, fosse possibile assumere ed impiegare solo Educatori professionali della classe L/SNT2, laureati dalla facoltà di Medicina e Chirurgia.Come ben sappiamo, nonostante le norme, in parecchi servizi gestiti dal privato, ma anche in alcuni servizi pubblici, sono stati assunti gli uni e gli altri, ma, con le procedure di accreditamento, sono sorti gravi problemi che hanno coinvolto diverse migliaia di professionisti peri quali è stato messo a rischio il riconoscimento, talvolta con possibili problemi a livello occupazionale.Per descrivere correttamente il panorama nella sua completezza, nei medesimi ambiti lavorativi, in qualità di Educatori professionali o, meglio, di Educatori con titolo, sono stati assunti ed impiegati lavoratori e lavoratrici di svariati altri profili (psicologi, pedagogisti, sociologi, esperti di comunicazione, diplomati in scuole superiori tecniche, lavoratori con attestati di qualifica acquisiti con le scuole di formazione professionale territoriali, ecc.).In alcuni territori, gli educatori in queste condizioni, per poter riuscire a mantenere i rapporti di lavoro nelle proprie strutture, hanno spesso dovuto accettare cambi di qualifica, anche demansionanti. Le procedure per il riconoscimento dell’equivalenza alla professione sanitaria, che avrebbero potuto risolvere la situazione per i lavoratori in possesso di titoli conseguiti prima dell’entrata in vigore della Legge 42/1999, sono tuttora bloccate per queste figure professionali e non abbiamo notizie certe sui tempi per lo sblocco.Per quelli diplomati dopo, il problema non ha, ad oggi, credibili soluzioni, visti i vincoli normativi vigenti in tema di riconoscimenti e riconversioni dei titoli di laurea che obbligano spesso gli interessati a frequentare i corsi universitari nella loro quasi totale interezza.Alcune Regioni, hanno provato ad individuare soluzioni meno penalizzanti per i lavoratori che sono però state bocciate dalla magistratura costituzionale, negando ogni risposta a questi problemi.In questi anni, abbiamo più volte sollecitato la politica a farsi carico di questi gravi problemi ma le risposte che si vanno delineando rischiano di aggravare ulteriormente la situazione.Nel momento in cui scriviamo, infatti, presso la VII Commissione “Cultura, scienza e istruzione” della Camera dei Deputati, in sede referente, è in discussione il testo unificato dei disegni di legge C. 2656 Iori e C. 3247 Binetti “Disciplina delle professioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitario e di pedagogista.”.Vi alleghiamo il testo unificato nel quale abbiamo integrato gli emendamenti approvati durante l’ultima loro riunione del 31 marzo u.s.Per completezza di analisi, vi alleghiamo anche una tabella (da stampare in formato A3)che mette a confronto la situazione odierna con quella che si originerebbe se fosse approvato il testo di legge, nella formulazione attuale.Vi riportiamo, in sintesi, alcuni contenuti del disegno di legge unificato che rischiano di acuire le problematiche già presenti nei servizi:- si vorrebbero istituire due profili professionali distinti ed impiegabili solo in contesti definiti: l’educatore socio-pedagogico (servizi educativi e servizi sociosanitari ma solo per aspetti socio educativi) e l’educatore socio-sanitario (servizi sanitari e socio-sanitari); questa scelta, oltre a duplicare inopinatamente i profili professionali, avrebbe il risultato di non risolvere alcuno dei problemi attuali ma potrebbe perfino acuirli, poiché molti lavoratori (in possesso di laurea sanitaria) potrebbero divenire inadeguati al contesto lavorativo in cui operano – all’interno dei servizi, specie nel terzo settore, questo confine è spesso assai labile: come ci si dovrà comportare?- si vorrebbero “legalizzare” il doppio binario formativo (con due corsi di laurea distinti e non integrati), che oggi esiste di fatto, continuando così a disattendere le giuste indicazioni del legislatore e continuando ad assecondare le aspettative lobbistiche del mondo universitario: c’è invece bisogno di professionisti formati in modo integrato ed unitario, che rispondano alle esigenze di tutti i servizi del welfare sanitario, socio-sanitario e socioeducativo- si vorrebbero prevedere meccanismi di equipollenza e di riconoscimento (affidati a successivi decreti da emanare), ma solo per acquisire la nuova qualifica di educatoresocio-pedagogico: anche qui ci si scorda di gran parte del problema, visto che un numero considerevole di operatori si trova oggi e si troverà domani nelle condizioni di essere inadeguato a contesti lavorativi sanitari e socio-sanitari, con il rischio di dover accettare cambi di qualifica, anche demansionanti; tra l’altro, questa soluzione non fornirebbe alcun nuovo strumento utile a consentire, nell’ambito dei prossimi rinnovi contrattuali, di provare a risolvere il dumping contrattuale, oggi esistente, tra educatori professionali ed educatori con titolo e senza titolo Noi continuiamo a ritenere che l’Educatore professionale debba essere riordinato per diventare davvero un unico profilo professionale, formato da corsi di laurea interfacoltà (con la collaborazione di medicina e chirurgia, psicologia, sociologia e scienza dell’educazione e della formazione) ed impiegato in tutti i servizi sanitari, socio-sanitari, socio-riabilitativi, socio-educativi.Riteniamo inoltre, che il disegno di legge debba diventare l’opportunità per consentire a tutte le lavoratrici ed i lavoratori che sono oggi impiegati nel lavoro educativo, di vedere loro riconosciuta inequivocabilmente la qualifica unica del profilo, riconoscendo i titoli che ne hanno consentito l’assunzione e l’impiego.Per tutti questi motivi, FP CGIL Nazionale proseguirà i contatti con gli esponenti politici interessati al riordino e chiederà un’audizione formale alla VII Commissione della Camera de iDeputati, affinché sia possibile ribadire in ogni sede la nostra analisi e le nostre proposte,nell’interesse dei lavoratori e, soprattutto, dei servizi resi ai cittadini.Vi chiediamo di supportare la nostra azione sensibilizzando amministratori e politici regionali e territoriali.Infine, vi comunichiamo che è nostra intenzione realizzare in tempi brevi un’iniziativa sull’argomento, nella quale coinvolgere gli esponenti politici nazionali, regionali, territoriali e l’opinione pubblica attraverso i mass media..

Allegati n. 2

Il Responsabile nazionale professioni sanitarie FP CGIL
Gianluca Mezzadri

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