Carceri: Fp Cgil, da risorse a contratto, via per riforma sistema esecuzione penale

26 Ottobre 2016

Carceri: Fp Cgil, da risorse a contratto, via per riforma sistema esecuzione penale

Comunicato stampa

Sorrentino: ‘Bene intenzioni ma occorre colmare deficit lavoratori e carenza risorse’

Roma, 4 ottobre – Un pesante deficit di personale impegnato nelle carceri, tra assistenti sociali, educatori e poliziotti penitenziari, di risorse adeguate e di mancata innovazione
che rende al momento difficile la riforma organizzativa del sistema
dell’esecuzione penale, promossa dal ministro della Giustizia, Andrea
Orlando, e che soprattutto disegna un sistema sul rischio del collasso. A denunciarlo è la Funzione Pubblica Cgil che promuove oggi un’iniziativa dal titolo ‘Dentro a metà – Cambiare la Pena dentro e fuori dal carcere’,
alla presenza tra gli altri del titolare di via Arenula, per accendere
un faro sull’esecuzione penale e sulla sua prospettata riforma con al
centro il rafforzamento del ruolo delle misure alternative.

Pur
riconoscendo al guardasigilli Orlando l’avvio di un percorso
riformatore, la Fp Cgil rilancia le sue proposte nella consapevolezza
che, spiega la segretaria generale, Serena Sorrentino, “non si
possa avviare nessuna azione riformatrice senza tener conto degli
operatori e senza prevedere adeguati investimenti che, ad oggi, ci
sembrano del tutto insufficienti, insieme alla mancanza di processi di
cambiamento, fondati su innovazione e formazione”. La riforma
organizzativa del sistema dell’esecuzione penale, che rafforza il ruolo
delle misure alternative disegnando un nuovo Dipartimento dedicato
prevalentemente all’esecuzione penale esterna per adulti e minori, è per
Sorrentino “ad oggi in stallo e non potrà decollare senza investimenti
adeguati destinati soprattutto a nuove assunzioni di personale: non si
possono fare cambiamenti epocali senza tener conto delle gravi carenze
di organico del sistema dell’esecuzione penale”.

Richieste che
vanno di pari passo, aggiunge Sorrentino, “con un cruciale processo di
innovazione da avviare al più presto, che per noi deve essere tema del
rinnovo contrattuale, ma che si sostanzia anche in nuove tecnologie,
formazione e nuove modalità di lavoro che possano effettivamente
permettere un cambiamento del sistema”. Quanto invece alla  carenza di personale,
questa si palesa nei numeri forniti dalla categoria dei servizi
pubblici della Cgil nel corso dell’iniziativa. “I funzionari di servizio
sociale (assistenti sociali) sono solo 971 su una dotazione organica di
1.734 unità, e devono affrontare, a numeri immutati, la sfida del
rilancio delle misure alternative e dalle nuove sanzioni sostitutive
come la messa alla prova. Non diversa la situazione dei funzionari di
servizio sociale per i minori: 355 a fronte di una pianta organica di
522. I funzionari di servizio pedagogico (educatori) sono invece 909 su
1.376, così come i numeri della Polizia penitenziaria non sono
confortanti: su 45.325 unità ce ne sono solo 37.963”. La popolazione
detenuta, infine, “pur in diminuzione, registra tuttora numeri
consistenti pari a 54.514 unità. Di questi solo circa il 4% è
rappresentato da donne, delle quali ad oggi 43 sono detenute madri con
prole al seguito”.

I numeri degli operatori, precisa la
segretaria generale della Fp Cgil, “testimoniano una situazione al
limite dello stallo: se non si cambia registro, sarà difficile far
funzionare un serio intervento riformatore”. Ragioni per le quali,
conclude Sorrentino, “dal Governo e dai nostri interlocutori ci
aspettiamo risposte precise perché se anche le riforme vanno nel verso
giusto, ad oggi, il sistema è ancora sul rischio del collasso e farne le
spese sono i lavoratori che noi rappresentiamo, il servizio offerto
all’utenza e l’attuazione dei diritti stabiliti nella Costituzione”.

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