Province: Fp Cgil, situazione enti confusa, servono interventi urgenti

07 Dicembre 2016

Province: Fp Cgil, situazione enti confusa, servono interventi urgenti

“Smarrito senso riforma Delrio, agire per invertire il declino”

Roma,
23 novembre – “A due anni e mezzo dall’approvazione della Legge Delrio
il quadro che si presenta è confuso e tale da lasciare il senso di una
sconfortante indeterminatezza”. È la considerazione alla quale arriva la
Fp Cgil Nazionale che ha promosso per oggi un’iniziativa per fare un
bilancio, e per avanzare proposte, sullo stato in cui versano le
Province e le Città metropolitane. “Sull’orlo del collasso finanziario,
molte già ampiamente nel baratro, per effetto dei tagli, con dipendenti
che subiscono, in ragione dello sforamento ovvio del patto di stabilità,
decuratazioni pesanti al salario e con il restringimento progressivo
dei servizi offerti”, per la categoria dei lavoratori dei servizi
pubblici della Cgil, le Province sono “in mezzo al guado, con una
prospettiva incerta di futuro”.

Riallocate le funzioni non
fondamentali, con il varo di specifiche leggi regionali, alle Province
resta il perimetro delle funzioni fondamentali: viabilità, edilizia
scolastica, ambiente e lavoro. La Fp Cgil ha quindi rielaborato alcuni
dati disponibili su questi punti, escluso il tema già trattato sui
Centri per l’impiego, per delineare il quadro di riferimento e ragionare
cosi sullo stato e la prospettiva di Province e Città metropolitane.
Dati dai quali appare evidente che il senso della riforma, ovvero
lasciare a Province e Città metropolitane poche ma fondamentali risorse
sulle quali concentrarsi, “è andato smarrito e che si stanno producendo
effetti in contraddizione con  i propri obiettivi dichiarati”.

Viabilità
Per la Funzione pubblica Cgil, sulla base dei dati raccolti, la
situazione dei servizi per la viabilità appare “profondamente
compromessa”. Su una rete che, per quanto riguarda le Città
metropolitane, campione preso in esame dalla Fp Cgil, pur riducendosi è
di oltre 13 mila chilometri, il numero degli addetti alla manutenzione è
passato da 1.095 nel 2008 a 708 nel 2016, per una riduzione di oltre il
35%. Il rapporto così, tra addetti e rete, è passato da 11 km a 16 km
per addetto. Ma soprattutto la spesa per la manutenzione ordinaria è
crollata, tra il 2008 e il 2016, del 68% passando da 56 milioni a 18
milioni, ancora di più quella per la manutenzione straordinaria scesa da
148 milioni nel 2008 a 23,5 milioni nel 2016, per una riduzione
dell’84%. I mezzi disponibili sono scesi da 885 nel 2008 a 632 nel 2016 e
la stima sui tempi di rinnovo delle pavimentazioni passa da una
forchetta di 5-10 anni medi del 2008 a 10-60 anni del 2016.

Edilizia scolastica
Le Province gestiscono una mole di istituti scolastici di scuola
secondaria ripartiti in 5.389 edifici, pari al 13% del totale degli
edifici scolastici italiani. Scuole che accolgono oltre 2 milioni e
mezzo di alunni  di cui 60 mila con disabilità. Il numero di edifici
sottoposti alla manutenzione è passato, nel corso degli ultimi dieci
anni, da circa 4 mila a circa 5 mila e 400. Eppure la spesa, secondo una
stima della Fp Cgil, su questo capitolo continua a calare, di circa il
20% tra il 2013 e il 2015. Un caso eclatante è quello della Città
metropolitana di Roma che ha visto passare gli impegni per gli 
investimenti per l’edilizia scolastica da circa 34 milioni di euro nel
2013 a 5,5 milioni nel 2015, con una riduzione dell’83%.

Ambiente
Il personale di Polizia provinciale, impegnato in questo segmento, è
passato dal 2016 al 2008 da 2.700 dipendenti a 709, calo che ha
interessato l’intero personale addetto alla tutela ambientale, sceso
nello stesso periodo di riferimento di oltre il 17%. Il declino del
personale di vigilanza è stato particolarmente drastico: nel caso della
Provincia di Macerata ad esempio, il personale per la vigilanza
ambientale si è dimezzato in meno di 2 anni. Non è solo nel personale
che si misura il restringimento di questo capitolo: che la vigilanza
ambientale sia particolarmente colpita, lo attesta anche la  riduzione
di oltre il 50% del parco autoveicoli che era a disposizione del
settore.

In conclusione, questi numeri delineano per la Fp Cgil
“un quadro sconfortante e confuso”. Ragioni per le quali, la categoria
della Cgil avanza alcune proposte per offrire a Province e Città
metropolitane un futuro. Due ordini di interventi: uno immediato,
l’altro in prospettiva. Per la prima fase la Fp Cgil chiede
l’azzeramento del taglio di un miliardo, al quale sono sottoposti questi
enti, previsto per il 2017, restituire alle a province e città
metropolitane le stesse capacità assunzionali riconosciute al sistema
delle autonomie locali e, infine, procedere alla stabilizzazione di
tutto il personale precario, con particolare riferimento a quello
impegnato sui centri per l’impiego.

In prospettiva, invece, per
la Fp Cgil è necessario integrare le funzioni fondamentali con altre che
per loro natura ormai non possono non essere amministrate se non in
forma sovra comunale, rendere  obbligatorio ai comuni  il ricorso a
Province e Aree metropolitane  come ente di supporto per la gestione
amministrativa del personale, per gli acquisti centralizzati, e le
selezioni concorsuali e, infine, rivedere il sistema di elezione della
governance. Un modo, conclude la Funzione Pubblica Cgil, “per invertire
il declino al quale pare siano condannate queste istituzioni,
un’esigenza non solo dei lavoratori coinvolti ma anche per quel
complesso di diritti e di servizi alle comunità che rappresentano”.

 
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