Sicurezza/ Cfs: Lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro Marianna Madia

02 Dicembre 2016

Sicurezza/ Cfs: Lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro Marianna Madia

Egregio Presidente, Gentile Ministra

con la recente pubblicazione del
DPCM 21/11/2016 – peraltro emanato con ritardo e modalità

difformi dalle previsioni dettate
dagli artt. 12 e 18 del d.lgs 177/2016 – si sono formalmente avviate

le procedure di mobilità del
personale del Corpo Forestale dello Stato. L’intera gestione delle quali

è stata come noto demandata al
portale www.mobilità.gov.it, al quale i lavoratori coinvolti dovranno

rivolgersi entro il prossimo 28
Dicembre, dopo aver preso visione delle liste dei posti disponibili e

delle relative tabelle di
equiparazione tra i ruoli delle FF.PP. e quelli delle altre PP.AA., per

compilare le proprie domande.

Un sito, quest’ultimo, che a causa
di ripetuti inconvenienti “tecnici” si è già reso inaccessibile ai

lavoratori interessati per alcuni
giorni, aggiungendo altre e pesanti limitazioni al già ristretto termine

di 20 giorni imposto per comunicare
la decisione maturata, decisione di per sé drammaticamente

difficile da assumere.

Risulta, peraltro, che il menzionato
portale segni alcuni limiti nelle procedure di sicurezza atte a

verificare la reale identità di chi
accede e compila le domande; che la lista delle sedi disponibili, già

sensibilmente ridotte, non
specifichi l’esatta ubicazione fisica del futuro posto di lavoro del

dipendente ma solo l’ambito
regionale, non garantendo inoltre alcuna reale possibilità di scelta, in

quanto non prevede neppure una sede
per ogni qualifica in ogni Regione; che il personale del

C.f.S. destinato a transitare
nell’Arma dei carabinieri, o ad altre amministrazioni dello Stato (PS,

VVF, GDF, MIPAAF), non ha ancora
avuto alcuna comunicazione afferente la propria futura sede

di lavoro, e men che meno l’entità
del proprio eventuale assegno perequativo. Tutte circostanze

che allo stato rendono impossibile
al dipendente ponderare razionalmente la scelta, se accettare o

meno le assegnazioni individuate dai
Decreti del Capo del Corpo, oppure accedere alla mobilità

con il DPCM.

Questa è l’ultima criticità
registrata, in conseguenza all’emanazione del D.lgs. 177/2016 che

prevede (in pessima applicazione
della Legge 124/2015) la soppressione del CFS

e l’assorbimento di un intero Corpo
di polizia nell’Arma dei carabinieri in poco più di tre mesi, con il

passaggio di tutti i beni mobili ed
immobili, e di gran parte del personale a quest’ultima, con tempi

inconciliabili con le disposizioni
contenute nel decreto stesso, con il pericolo, incombente e per

nulla trascurabile ad avviso della
scrivente, di paralizzare l’intera attività di Polizia Giudiziaria e

Amministrativa in campo ambientale
ed agroalimentare, che è appunto attualmente garantita per la

gran parte delle attività dal
personale del Corpo Forestale dello Stato.

Appaiono inoltre, a nostro giudizio,
non marginali le questioni delicate riguardanti una possibile

grave ingerenza e, comunque, l’interferenza
importante nelle funzioni costituzionalmente

assegnate alle Regioni in tema di
tutela del patrimonio naturale e ambientale, Regioni deprivate di

un interlocutore utile ed efficace
quale si è dimostrato in questi anni il Corpo Forestale dello Stato;

e non sfugge a nessuno la incongrua
situazione che si verrebbe a determinare nella sopravvivenza

di corpi di polizia forestale e
ambientale ad ordinamento civile nelle Regioni a Statuto Speciale e

nelle Province Autonome, in
contrasto con il nuovo assetto previsto dal Decreto 177.

Resta e per intero il nostro
giudizio critico circa la scelta di procedere forzatamente e senza fornire

alcuna alternativa, alla
militarizzazione dello status di circa 7.500 donne e uomini e il loro

“intruppamento” nell’Arma dei
Carabinieri e nella Guardia di Finanza, per la prima volta nella storia

della Repubblica, in controtendenza
con la legislazione vigente – a partire dalla Legge 181/81 e

con gli orientamenti europei e la
giurisprudenza su simili amministrazioni di altri Paesi dell’Unione

Europea.

In ragione delle argomentazioni
invero solo molto sinteticamente declinate, che rischiano

seriamente di alterare la qualità e
l’efficacia dei servizi prestati alla comunità nazionale, pare più

che ragionevole a questa
Organizzazione Sindacale invitarVi a considerare l’idea di decretare un

rinvio di almeno sei mesi dei
termini previsti dal D.lgs. 177/2016.

Una siffatta dilazione, cui magari
accompagnare l’apertura di un apposito tavolo di confronto,

permetterebbe al governo di
elaborare soluzioni diverse e più efficaci per la riorganizzazione delle

funzioni di polizia previste dal
d.lgs.177/2016.

Laddove fosse ritenuta condivisibile
e sensata la proposta avanzata, e venisse accordato con

apposita previsione normativa il
rinvio di almeno sei mesi dell’applicazione dei contenuti del

predetto decreto legislativo,
insieme alla disponibilità ad aprire in quest’arco temporale un tavolo di

discussione, la Fp Cgil si
renderebbe certamente disponibile a sospendere temporaneamente le

procedure avviate per la
presentazione dei mille e più ricorsi raccolti fino ad oggi tra il personale

suo malgrado coinvolto dalla decisione,
per subordinarne la presentazione all’esito del confronto.

Si resta in attesa di un cortese
cenno di riscontro.

Con viva cordialità.

Il Segretario Nazionale Fp Cgil

Salvatore
Chiaramonte

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