MIUR: Comunicato su pasticcio progressioni e idonei

16 Dicembre 2016

Comunicato su pasticcio progressioni e idonei

IL GRAN PASTICCIO DELLE
PROGRESSIONI ECONOMICHE

IL GRAN PASTICCIO DEI
PROCESSI ASSUNZIONALI

 

 

Come era ampiamente prevedibile la vicenda delle
progressioni economiche sta rivelando tutti i limiti di un accordo sbagliato.
Dalla marea di segnalazioni che ci stanno pervenendo in questi giorni emergono
tutte le debolezze che noi avevamo puntualmente denunciato e che adesso
riverberano sui lavoratori gli effetti. In particolare per quello che riguarda
le media delle cosiddette valutazioni individuali e per la valutazione degli
incarichi, un campo vasto di cui sono stati arati solo alcuni pezzetti,
lasciando fuori una marea di incarichi legittimi e validi proprio ai sensi di
quanto previsto dall’accordo, che si limitava genericamente a definire
rivendicabili gli incarichi previsti da leggi e regolamenti, con la sola
esplicita esclusione di quelli connessi alla sorveglianza nei concorsi. Per cui
nella maggior parte dei casi sono stati ricompresi nei punteggi solo gli
incarichi esplicitamente indicati nella domanda, non prendendo in
considerazione l’indicazione “altro”. Oppure in alcuni casi si
registrano pure difformità con incarichi della stessa natura in alcuni casi
riconosciuti in altri no. Nell’elenco degli incarichi fatto
dall’Amministrazione ci risulta peraltro che almeno alcuni degli stessi sono
avvalorati da disposizioni organizzative interne e non direttamente da leggi e
regolamenti. Quindi i titoli rivendicabili sono stati definiti con assoluta
discrezionalità dell’Amministrazione a cui si aggiungono le discrezionalità
operate in sede di loro valutazione. Per non parlare delle medie di valutazione,
sperequate in base ai range definiti in sede di contrattazione regionale e le
penalizzazioni subite da coloro che per vari motivi le valutazioni non le hanno
avute. Infine si registrano persino dei disallineamenti tra i punteggi
acquisiti e quelli dichiarati senza alcuna apparente motivazione.

Insomma un bel pasticcio, causato da un accordo
improvvido prodotto da una vera e propria imposizione di criteri al tavolo
negoziale: ricordiamo sempre l’aut aut determinato da una supposta pretesa
degli organi di controllo, per cui ci veniva detto che in assenza del pseudo
sistema di valutazione, del tutto estraneo anche agli stessi principi normativi
a cui si riferisce, l’accordo non avrebbe avuto certificazione mentre in altri
ministeri sono stati tranquillamente certificati accordi che non contengono
queste clausole.

In questo contesto i lavoratori penalizzati
devono comprendere quali sono le loro possibilità:

non è possibile ridiscutere questo processo per
via negoziale: l’accordo è stato perfezionato a seguito dell’adesione della
parte maggioritaria del tavolo sindacale ed è stato certificato dagli organi di
controllo.

Questo non significa certo che noi, non avendo
sottoscritto l’accordo, ci sottraiamo alle nostre responsabilità verso i
lavoratori, significa semplicemente che non possiamo modificare un accordo
perfezionato. Cosa si può fare allora? L’unica strada percorribile è quella del
ricorso individuale al giudice ordinario e il ricorso non può essere collettivo
per evidenti ragioni normative. Il reclamo presentato già vale come
interruzione dei termini di prescrizione, occorre dopo attivare una consulenza
con un legale per verificare a livello individuale la propria situazione e la
percorribilità di una eventuale vertenza. Da questo punto di vista abbiamo già
segnalato il problema nell’ultimo comunicato e ribadiamo: i nostri Uffici
legali territoriali sono a disposizione dei nostri iscritti per consulenze
gratuite sulla percorribilità delle vertenze. E ovviamente sono aperte a tutti
i lavoratori che se ne vogliano servire: valuteremo territorio per territorio
il numero di richieste anche per favorire un trattamento il più possibile meno
oneroso in caso di attivazione di vertenza.

Per cui vi invitiamo a segnalare anche a noi
queste necessità sui singoli territori: avremo cura di coinvolgere le nostre
strutture territoriali al fine di garantire adeguata tutela ai lavoratori.

Sempre su questo tema ci è apparso francamente
discutibile l’appello che i colleghi della UIL hanno fatto ai lavoratori: il
diritto alla tutela della propria posizione è un diritto primario e non sarà
certo l’esercizio di questo diritto a condizionare i tempi di conclusione del
processo entro il 31 dicembre prossimo. Casomai lo sono i pasticci combinati
dall’Amministrazione. Quanto alle eventuali prossime progressioni noi, in
questo momento, possiamo solo scrivere che sul Fua, parte fissa, è rimasto 1
milione di euro, che potrebbe coprire a malapena 300/400 progressioni. Se i
colleghi della UIL hanno notizie migliori saremo lieti di condividerle, anche
perché  noi, malgrado le numerose note
inviate, non abbiamo notizie dell’Amministrazione. Tant’è che stavamo persino
valutando di intraprendere vie legali e, se per il momento sospendiamo, è solo
per il cambio del vertice politico che ci auguriamo denoti anche un cambio di
passo dal punto di vista dell’attenzione alla drammatica situazione dei
lavoratori amministrativi ed alle relazioni sindacali. Valuteremo pertanto dopo
l’auspicabile incontro con il Ministro Fedeli, a cui non mancheremo di rappresentare
il profondo scadimento delle relazioni sindacali e l’atteggiamento unilaterale
e irrispettoso che riteniamo si stia consolidando verso i lavoratori e le loro
rappresentanze democratiche.

 

 

Sempre in ordine ai silenzi ed ai pasticci
dell’Amministrazione registriamo quello vistoso sui  processi occupazionali, possibili oggi  in base alla norma. Ricordiamolo e non
mancheremo certo di segnalarlo al nuovo Ministro: la dotazione organica si
avvia a grandi passi al superamento 
della quota fatidica del 50% di carenza rispetto al fabbisogno teorico.
Un dato che da solo rende l’idea di una situazione organizzativa ormai implosa,
per la quale registriamo una sostanziale inattività dell’Amministrazione che
già oggi può procedere almeno allo scorrimento delle graduatorie esterne, la
cui validità è stata peraltro sensatamente prorogata fino al 31 dicembre 2017.
C’è un Decreto del Ministero della Funzione Pubblica che già autorizza gli
scorrimenti, nell’ambito delle ordinarie facoltà assunzionali, per alcune Amministrazioni
e lascia la porta aperta ad altre. Abbiamo assistito invece all’ennesimo
tentativo velleitario di inserire il solito emendamento in stabilità per fare
nuovi concorsi, regolarmente bocciato e oggi abbiamo un Decreto del Ministero
della Giustizia  che dichiara di voler
attingere a graduatorie di idonei ai concorsi MIUR, attendendo, entro il 21
dicembre prossimo, l’assenso di questa Amministrazione. Noi sappiamo cosa
significa cercare un lavoro e pertanto auguriamo a questi cittadini di trovare presto
collocazione in questa od altra amministrazione: ci pare però del tutto
singolare che il MIUR, nella situazione sopra descritta, rinunci all’unica
possibilità occupazionale che al momento ha e ceda le proprie graduatorie ad
altri ministeri. Sappiamo che, oltre alle facoltà assunzionali ordinarie,
esiste un finanziamento in legge di stabilità per circa 10mila nuove assunzioni
tramite nuovi concorsi in tutti gli Enti centrali. Ma il MIUR non si può certo
permettere di attendere i tempi di espletamento dei nuovi concorsi e sarebbe
del tutto opportuno che invece operasse da subito per assorbire le graduatorie
esistenti. Non risolveranno molto, ma certo sarebbe un segnale assai
apprezzabile che peraltro ci consentirebbe di sostenere con vigore le ragioni di
questo Ministero in sede di assegnazione delle nuove possibilità occupazionali
previste dalla legge di stabilità per il 2017.

Questo tema, unitamente alla denuncia della
gravissima situazione organizzativa, sarà centrale  nella richiesta, auspicabilmente
unitaria,  di incontro urgente al nuovo
Ministro.

Vi terremo tempestivamente informati  sugli eventuali sviluppi.

 

Roma,  16 dicembre 2016 

Claudio Meloni

FP CGIL Nazionale

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