Sanità: Fp Cgil, ddl Gelli divide lavoratori e introduce nuova tassa

23 Gennaio 2017

Sanità: Fp Cgil, ddl Gelli divide lavoratori e introduce nuova tassa


Assicurazione obbligatoria per tutti i lavoratori dipendenti ma a
loro spese e differenziazione in merito alle azioni di rivalsa

Roma, 12 gennaio 2017
 
“Tutti coloro che esercitano una
professione sanitaria nelle strutture sanitarie e socio sanitarie
pubbliche e private, a qualunque titolo, dovranno assicurarsi a loro
spese. Una nuova e odiosa tassa sulle spalle dei lavoratori”. A
denunciarlo nuovamente è la Fp Cgil in merito a quanto previsto dal
disegno di legge Gelli sulla responsabilità professionale del personale
sanitario, approvato ieri dall’assemblea del Senato in seconda lettura e
ora inviato alla Camera per il via libera definitivo.

“Il ddl
Gelli, pur migliorato dal lavoro in commissione Sanità, recependo anche
alcune nostre richieste – afferma la segretaria nazionale della Fp Cgil,
Cecilia Taranto – si propone di portare a termine una complessiva
regolamentazione normativa della materia, per far fronte anche alle
problematiche della medicina difensiva, ma ha scelto una modalità che
presenta aspetti di iniquità, fortemente preoccupanti e contraddittori”.
Infatti, spiega la dirigente sindacale, “il terzo comma dell’articolo
10 introduce una vera e propria tassa: l’obbligo di assicurazione a
carico di ciascun esercente la professione sanitaria operante a
qualunque titolo in presidi sanitari pubblici o nelle aziende del
servizio sanitario nazionale o in strutture private, con oneri a carico
del professionista”.

Taranto poi aggiunge: “Nel 5° comma
dell’articolo 9, si fa un’azione divisiva dei lavoratori che sono
presenti nei servizi sanitari e sociosanitari poiché si introduce un
tetto per le azioni di rivalsa (non può superare una somma pari al
valore maggiore della retribuzione lorda o del corrispettivo
convenzionale conseguiti nell’anno di inizio della condotta causa
dell’evento o nell’anno immediatamente precedente o successivo,
moltiplicato per il triplo) che è valido solo per gli esercenti le
professioni sanitarie, dimenticando che nei luoghi di cura e assistenza
sono presenti anche operatori non sanitari, quali operatori socio
sanitari, ausiliari o altro, per i quali il tetto non varrà e resteranno
esposti, in modo irrazionale, a rischi ben maggiori”.

Inoltre,
prosegue la sindacalista, “a ben guardare, la nuova legge sembrerebbe un
altro regalo alle assicurazioni. Non è questo il modo per proteggere
l’utenza che sarebbe assai più garantita dall’avere un numero di
operatori adeguato e da strutture efficienti, sia dal punto di vista
logistico che da quello delle attrezzature. La vicenda del pronto
soccorso di Nola parla chiaramente: Governo e Regioni tolgono risorse al
sistema e scaricano le responsabilità sui singoli operatori”. La Fp
Cgil, conclude Taranto, “chiede a gran voce la modifica urgente del
provvedimento perché, in aggiunta ai danni economici procurati dal
settennale blocco del contratto, non si debba registrare, ancora una
volta, la volontà politica di introdurre sempre maggiori vessazioni
economiche sulle spalle di lavoratori qualificati e disponibili, che,
spesso a fronte di grandi sacrifici, hanno salvaguardato di fatto i
servizi sanitari e sociali in questo paese”.

 
 
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