UEPE
di Napoli – richiesta di intervento
Il 15 febbraio u.s. presso
l’UEPE di Napoli si è svolta una
assemblea dei lavoratori indetta dalla
FpCgil territoriale alla quale ha partecipato anche la coordinatrice nazionale Fp Cgil del
settore, nel corso della quale il personale
ha denunciato il forte disagio operativo e professionale che da tempo
vive quotidianamente nel silenzio assordante dell’Amministrazione che ben
conosce la situazione in quanto più volte rappresentata .
Un disagio che finora ha reso ancora
più gravoso il clima lavorativo vissuto dal Personale e riconducibile
anche a problematiche gestionali determinate da una incomunicabilità
con la dirigente dell’Ufficio apparsa fin qui
poco disponibile all’ascolto e alla presa in carico di quelle
problematiche non solo operative ma anche logistico strutturali.
Nell’ultimo incontro del
20.2.2017, seguito all’assemblea in parola e, si badi bene, convocato a
distanza di ben tre mesi da quando lo stesso era stato richiesto, è
stata nuovamente espressa con forza tutta la contrarietà ad un modus operandi che riteniamo sbagliato e
fortemente penalizzante della dignità e
della professionalità dei lavoratori, indicando alcune facili soluzioni,
adottabili nel metodo e nel merito delle criticità presenti e in grado di
rasserenare il clima lavorativo. Pur con tutti i dubbi e le riserve dovuti ad
anni di inaccettabili ed ingiustificabili contrapposizioni alle nostre
legittime richieste, sarà verificata in via ultimativa la reale disponibilità ad avviare un nuovo corso nelle relazioni sindacali e, soprattutto, in quelle
con il personale. Nel reiterarsi
dell’assenza di risposte alle questioni
di Napoli l’assemblea ha richiesto con
forza l’attivazione di tutte le forme di
lotta e di protesta (stato di agitazione,
tavolo in prefettura, avvio di ricorsi giudiziari, ecc.) che si
riterranno necessarie.
Si badi bene che le problematiche
evidenziate riguardo gli aspetti
logistico strutturali della sede
dell’UEPE appaiono di una importante rilevanza
e di effettiva criticità in
quanto afferiscono alla sicurezza e alla
salubrità del posto di lavoro, criticità
che richiedono interventi strutturali urgenti e non più procrastinabili
in quanto si rischia di compromettere l’espletamento quotidiano del mandato
istituzionale che risulta mortificato dalla incomprensibile incuria e disattenzione dei vertici
istituzionali. In tale drammatica cornice
si inserisce il progetto di riorganizzazione del sistema dell’esecuzione
penale esterna che a fatica e tra le
molte difficoltà sta cercando di
implementarsi . A tal proposito nel corso dell’assemblea sono stati
evidenziati dal personale forti perplessità
riguardo le ultime disposizioni
emanate dalla circolare n.37582
” attività di collaborazione al
trattamento penitenziario tra UEPE e Istituti “e dalla Direttiva del Capo
Dipartimento recante “linee di indirizzo per i servizi minorili e
per l’esecuzione penale esterna per adulti ” , disposizioni che , a parere
dell’assemblea, evidenziano palesemente la “teorizzazione
operativa” del sistema, che hanno
escluso ed eluso il contributo operativo,
professionale ed esperienziale che gli operatori di servizio sociale
hanno ad oggi apportato al settore
dell’esecuzione penale esterna . L’istituzione delle cosiddette “antenne” presso gli istituti
penitenziari appare, in tale ottica, un’ escamotage per coprire inadempienze di
altri soggetti che istituzionalmente concorrono al mandato di riferimento.
Inoltre ci si chiede come si concilia l’istituzione
delle ” antenne” con le priorità
lavorative? E’ evidente che, non essendoci l’auspicato incremento di organico,
i carichi di lavoro delle c.d.”antenne”
ricadranno” sic et simpliciter” sugli
altri Assistenti Sociali che già hanno carichi di lavoro non facilmente
gestibili. Senza contare poi che tale
ulteriore competenza, peraltro non prevista dalla normativa di riferimento,
trasforma, snaturandone il ruolo e i compiti, la professionalità
dell’assistente sociale. Sarebbe stato più consono e corretto prevedere che un
assistente sociale, che di regola risulta più presente di altri in un istituto
risultasse essere il “referente”
operando in base alla propria professionalità sia all’interno del
penitenziario che sul territorio, com’è nelle sue ” corde” professionali.
Infine, dall’assemblea è stata evidenziata la necessità di trasparenza riguardo i criteri adottati e da adottare per
il conferimento degli incarichi cui debbono avere l’opportunità di aspirare ed
accedere tutto il personale e con la possibilità di opportuna rotazione ,
risultando allo stato non più
sopportabile dai vertici il
disconoscimento dei compiti istituzionali dell’assistente sociale da cui ne
consegue la costante ghettizzazione e mortificazione professionale.
L’assemblea si è conclusa chiedendo a questa O.S. l’impegno
a vigilare affinchè il nuovo
modello organizzativo si implementi con la giusta correttezza e trasparenza e non con quelle modalità arcaiche che rappresentano purtroppo, ancora
oggi, la consuetudine di
un’amministrazione, lei si, resistente ad un effettivo cambiamento . Riteniamo
che quanto esposto rappresenta una situazione davvero drammatica che richiede un urgente intervento di codesta
amministrazione.
La Coordinatrice Nazionale Fp Cgil II Segretario Provinciale
F.to Lina La Monica F.to Gaetano Placido