Pensioni, parte campagna ‘Prendi l’Ape sociale prima che voli’

20 Aprile 2017

Pensioni, campagna 'Prendi l'Ape sociale prima che voli'

Iniziativa Inca con Fp Cgil sull’anticipo pensionistico agevolato che dovrebbe debuttare il primo maggio   

‘Prendi
l’Ape sociale… prima che voli’. Parte la campagna di informazione
sull’anticipo pensionistico agevolato (cosiddetto Ape sociale) rivolto ad
alcune specifiche categorie di lavoratori, particolarmente svantaggiate, e che
salvo sorprese dovrebbe debuttare il primo maggio.

 

L’intenzione
del governo, che a breve dovrebbe emanare il decreto attuativo, è di consentire
l’inoltro delle richieste entro e non oltre il 30 giugno. Dunque, ci
sono solo due mesi di tempo (dal 1° maggio al 30 giugno)
per fare tutte
le verifiche sulle posizioni assicurative individuali, per completare l’iter
procedurale e per ottenere, infine, la certificazione del diritto da parte di
Inps, al quale è delegato il compito anche di controllare che la spesa
complessiva non superi lo stanziamento di 300 milioni di euro, previsto nella
legge di Bilancio per il 2017.

 

Solo
quando saranno resi noti i risultati del monitoraggio e se rimarranno risorse
non utilizzate, l’Inps potrebbe esaminare le domande presentate successivamente
al 30 giugno e fino al mese di novembre. Una eventualità e non una certezza,
dunque, che fa diventare l’Ape sociale una occasione da prendere quasi al volo,
come recita la campagna di comunicazione predisposta da Inca, con specifiche
per la Fp Cgil, “Prendi l’Ape… prima che voli”.

 

L’Anticipo
pensionistico agevolato, infatti, a differenza dell’Ape volontaria, non
comporta alcun onere per i lavoratori e le lavoratrici interessati ed è
sostanzialmente una forma di flessibilità di uscita dal lavoro, ma non è
generalizzata. Le platee coinvolte sono sostanzialmente divise in due tronconi,
fermo restando, per entrambi, il requisito anagrafico di 63 anni entro il 2017.

 

Il
primo investe coloro che risultano disoccupati e senza ammortizzatori
sociali da almeno 3 mesi, i lavoratori o lavoratrici che assistono da almeno 6
mesi coniuge, genitore o figlio/a conviventi in condizione di handicap grave e
gli invalidi civili, con un grado di invalidità pari o superiore al 74%. Per
tutti, oltre al requisito anagrafico di 63 anni, è necessario aver maturato 30
anni di versamenti contributivi.

 

Il
secondo filone comprende, invece, lavoratori e lavoratrici che svolgono
attività gravose e pesanti, quali sono al momento, per quanto riguarda la
nostra categoria: infermieri e ostetriche ospedalieri adibiti a turni,
addetti alla cura e assistenza di persone non autosufficienti, insegnanti dei
nidi e delle scuole di infanzia e operatori ecologici.
In questi casi,
però, oltre ai 63 anni di età, bisogna aver maturato 36 anni di anzianità
contributiva, di cui 6, in via continuativa, in una di queste attività.  Le specificità sono tali da rendere molto
complicata l’operazione. Da qui la campagna di informazione dell’Inca Cgil
perché le lavoratrici e i lavoratori interessati possano rivolgersi fin da
subito alle strutture territoriali del patronato della Cgil per avere tutte le
informazioni necessarie. Altre informazioni su
www.inca.it.

 

 

 
 
 
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