INPS – DSU Nuova Incombenza ! APE tutto da rifare?

16 Ottobre 2017

INPS – DSU Nuova Incombenza ! APE tutto da rifare?

L’Isee (Indicatore Situazione Economica Equivalente) è divenuto strumento indispensabile per i cittadini e le famiglie che vogliano avere accesso a una serie di prestazioni e agevolazioni normativamente previste. Per poterlo ottenere, è necessario compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU).
Sino ad oggi, il 97% delle DSU è stato compilato dai Caf, in forza di una convenzione. Già nei primi mesi di quest’anno, l’istituto non aveva rinnovato per tempo la Convenzione scaduta il 31 dicembre 2016; tuttavia, non si era creata alcuna emergenza per l’Inps e i suoi lavoratori semplicemente perché i Caf avevano autonomamente deciso di proseguire a svolgere il servizio in modo gratuito. Ora, ci risiamo: i soldi stanziati per la convenzione sono prossimi ad esaurirsi e l’Amministrazione, con il messaggio 3825 del 5 ottobre u.s., sembra quasi dare per certa la chiusura della convenzione e chiedere ai propri dipendenti di tenersi pronta alla valanga di DSU in arrivo (per capirci: da gennaio a ottobre sono state redatte oltre 5 milioni di DSU). A questo punto, ci chiediamo se la governance dell’Istituto sia realmente consapevole dei carichi di lavoro insostenibili dei dipendenti Inps.
Noi non riteniamo corretto che si possa scaricare un peso simile sui lavoratori e sulle lavoratrici dell’Istituto per svariate ragioni:

– Mancanza di una formazione adeguata;
– Ricadute sulla produttività, considerato che si tratta di un prodotto sinora non calcolato;
– Ricadute sugli obiettivi istituzionali dell’Istituto: dopo l’affidamento per legge di una serie di bonus, ora è l’istituto stesso a decidere spontaneamente di assumersi il carico delle DSU, come se si voglia trasformare la pelle e la natura dell’Inps; Profili di responsabilità: cosa accadrà al dipendente che sbaglia nella redazione di una DSU?

Si tratta, forse, di un modo per convincere il Governo della necessità di ulteriori assunzioni in Inps? Se così fosse, a nostro avviso si tratterebbe di una scommessa molto rischiosa: il dpcm 88/2017, infatti, che contiene il regolamento di attuazione delle norme in materia, prevede espressamente all’art.12 che «le amministrazioni pubbliche interessate provvedono all’attuazione delle disposizioni del presente decreto con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Il rischio, quindi, è che se il Governo non dovesse “cedere”, sarebbero comunque i lavoratori dell’istituto a dover pagare un prezzo molto alto.

Ma non basta, purtroppo: con riferimento all’APE Social e alla prevista scadenza del 15 ottobre, l’Inca Cgil ha elaborato un dossier – che vi alleghiamo – da cui emergerebbe che il tasso di domande respinte dall’Inps sia molto alto, al punto che il Ministero del Lavoro – che non ha Dipartimenti nella sua struttura, ma avremo tempo e modo per farlo capire ad altri – avrebbe espressamente inviato dei chiarimenti per far applicare la misura «nella maniera più estesa e in sostanziale coerenza con le volontà espressa dal Parlamento». Quindi ora che si fa?

Per tutte queste ragioni, riteniamo urgente un incontro coi vertici dell’istituto.

Roma,16 ottobre 2017


Il Coordinatore Nazionale FP CGIL INPS
Matteo Ariano

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