Quale assenteismo nel Pubblico Impiego? Comunicato stampa

18 Luglio 2011

Quale assenteismo nel Pubblico Impiego? Comunicato stampa di Vincenzo Di Biasi – Dip. Sindacale Fp Cgil

L’enfasi con la quale anche oggi su molti quotidiani è stato presentato come fenomeno grave il cosiddetto assenteismo nel pubblico impiego è da caccia alle streghe, mentre se si leggono i dati con la dovuta, ed onesta, attenzione si può affermare che il caso delle assenze per malattia si può ricondurre all’interno di una quasi fisiologicità.

Da sempre la FP CGIL ha contestato la sommarietà dei dati che venivano divulgati poiché privi delle necessarie scomposizioni utili a comprendere se esiste effettivamente un fenomeno e se e come intervenire.

Le nostre insistenti richieste finalmente trovano parziale, ma interessante, riscontro nell’ultima pubblicazione del Conto Annuale relativo all’anno 2006 della Ragioneria Generale dello Stato.

Così come avevamo sollecitato vengono scorporate le varie tipologie di assenze e fra queste, con una rilevazione a se stante, quella per malattia e così si rivela che il fenomeno dell’assenteismo non è poi così tanto fenomeno visto e considerato che le assenze per malattia hanno pari media di quella che si verifica nel mondo del lavoro privato (10,5 giornate/anno per i pubblici e 9,64 giornate/anno per i privati).

E’ necessario ancora che le ricerche effettuate dalla R.G.S. siano più puntuali, in modo che siano ancora più evidenti le varie e singole cause di assenza tanto da poter effettivamente analizzare il trend di ogni tipologia per intervenire, se è necessario, ma soprattutto per evitare lo scandalismo e gli attacchi strumentali contro il lavoro pubblico ed i dipendenti pubblici.

Ancora oggi, quindi, i dati diffusi dalla R.G.S. con il Conto Annuale 2006 risentono di una tecnica di ricerca da affinare poiché è indubbio che, relativamente alla tipologia “Assenze per malattie retribuite”, sarebbe interessante capire se in essa vi siano comprese, ad esempio, le malattie per cause di servizio o gli infortuni e se e quanto pesano le malattie di lunga durata dovute a patologie oncologiche.

Lo sforzo di ricerca effettuato con il Conto Annuale 2006 è comunque apprezzabile poiché avvia una azione di trasparenza, purché finalizzata ad azioni positive, e di possibile confronto fra lavoro pubblico e lavoro privato; distinguendo fra diritti sociali e comuni ai due settori e fenomenologie specifiche, poiché si presume sia chiaro a tutti che quelle che sono garanzie sociali generali di tutela delle persone e dei lavoratori rientrano nella fattispecie della inderogabilità.

L’auspicio è che nessuno abbia in mente di intervenire su fattispecie di garanzie e tutele sociali quali quelle derivanti dalla legge 104 (assistenza ai disabili) o dalle leggi a tutela della maternità e dei congedi parentali.

È altrettanto indubitabile che i datori di lavoro pubblici debbano, per primi, garantire il rispetto e l’applicazione delle suddette leggi e controllare affinchè altrettanto avvenga nel mondo del lavoro privato; settore nel quale si è recentemente distinto il Presidente di Confindustria che, unendosi al coro degli strillatori a proposito dell’assenteismo nella P.A. e del suo costo, ha lanciato, strumentalizzando i dipendenti pubblici, una battaglia contro alcuni diritti dei lavoratori.

In ogni caso il Conto Annuale 2006, nonostante gli evidenti limiti da noi rilevati, mostra in tutti i Comparti del lavoro pubblico un calo delle giornate di assenza per anno, sia per quanto riguarda le malattie che per altri permessi e assenze retribuite e non retribuite così come si può rilevare dalla tabella che confronta i dati 2006 sull’anno 2005 (allegata tabella).
E’ utile rilevare che questo andamento in diminuzione si è manifestato anche negli anni precedenti.

In alcuni comparti del lavoro pubblico, quali ad esempio Ministeri, P.C.M. e Agenzie Fiscali, si rileva comunque un tasso medio annuo di assenze per malattie leggermente superiore ad altri comparti e questo a nostro parere è frutto di un meccanismo, divenuto distorsivo, di detrazioni retributive o meno in virtù del numero di giorni continuativi di assenza.
Un sistema introdotto nel 1995 che oggi mostra i suoi limiti poiché di fatto danneggia, quasi esclusivamente, coloro che accusano patologie quali forme influenzali di breve durata; motivo per cui in sede di contrattazione all’Aran è stato richiesto che tale sistema venga rivisto adeguatamente.

Da quando, a partire dagli anni novanta, fu avviata la riforma del lavoro pubblico, la FP CGIL è in prima linea per difendere gli onesti e combattere eventuali fenomeni di puro e semplice assenteismo, ma non c’è dubbio che sono anche altri i soggetti interessati in queste iniziative a partire dal Governo al quale si chiede il rispetto dei contenuti del “Memorandum” ed i rinnovi contrattuali e coinvolgendo, ad esempio, i medici ai quali compete la valutazione dello stato di salute del paziente/dipendente pubblico senza per questo farne una vittima sacrificale alla distorsione mediatica che si è prodotta nei suoi confronti e che insistentemente viene riproposta dai giuslavoristi di passaggio.

Confronto Anno 2006 su Anno 2005 (giornate/anno)
Comparto Ferie Malattia Legge 104/92 Maternità, Congedi parentali, Malattia figli Altri Permessi e Assenze retribuite Sciopero Altre Assenze non retribuite  
 

tabella

 

Roma, 15 gennaio 2008

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