Sanità Privata: rivedere il sistema degli accreditamenti delle strutture sanitarie private. Meno mercato e controlli più ferrei. Il diritto alla salute rimanga pubblico.

18 Luglio 2011

Sanità Privata: rivedere il sistema degli accreditamenti delle strutture sanitarie private. Meno mercato e controlli più ferrei. Il diritto alla salute rimanga pubblico.

 
Pubblichiamo di seguito il testo del Comunicato stampa – Sanità Privata: rivedere il sistema degli accreditamenti delle strutture sanitarie private. Meno mercato e controlli più ferrei. Il diritto alla salute rimanga pubblico.

A non più di qualche giorno dalle dichiarazioni del Ministro Sacconi sull’esigenza di privatizzare gli ospedali il Paese assiste ad una numerosa serie di arresti per frodi e truffe perpetrate ai danni del servizio sanitario nazionale da settori importanti della sanità privata

Nella sola Lombardia il costo di queste attività illecite in un solo anno è di circa 18 milioni di euro.

Ciò non è altro che il risultato della crescente privatizzazione del diritto alla salute nel nostro Paese, privatizzazione che ha come obiettivo finale solo il profitto, a tutti i costi e sulla pelle dei cittadini.

Va rivisto e ridimensionato il sistema degli accreditamenti delle strutture sanitarie private da parte del servizio sanitario nazionale e vanno assunti criteri molto selettivi sulle prestazioni affidate in convenzione alle cliniche private.

Il Ministro Sacconi si preoccupi di introdurre un sistema di garanzie e di controlli affinché non si possa più speculare sulla salute dei cittadini e provi a ragionare insieme alle parti sociali su come assumere un sistema di certificazione della qualità, etica e morale, di quegli imprenditori che, in convenzione, lavorano per il Servizio pubblico.

Fare profitto sulla salute dei cittadini significa troppo spesso frodare, rubare, non rispettare i diritti dei lavoratori, risparmiare sulla qualità dei servizi offerti.

E si preoccupi il Ministro anche dei 150.000 lavoratori della sanità privata ai quali le associazioni datoriali ARIS ed AIOP hanno deciso di non rinnovare il contratto di lavoro (scaduto da 30 mesi) se non in presenza di appositi stanziamenti erogati dalle Regioni.

Roma 9 Giugno 2008

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