Medici – Il Tar dà ragione alla FPCGIL Medici, ritorna anche in Lombardia il numero ottimale 1 a 1000

18 Luglio 2011

Il Tar dà ragione alla FPCGIL Medici, ritorna anche in Lombardia il numero ottimale 1 a 1000

 
Comunicato stampa di Antonio Sabato,
Coordinatore regionale della Continuità Assistenziale FPCGIL Medici Lombardia
 

 
Il TAR della Lombardia con sentenza n. 2902 del 8 luglio 2008 ha annullato la delibera regionale con la quale il rapporto ottimale nella nostra regione era stato innalzato da 1/1000 A 1/1300.
Si conclude nel migliore dei modi la nostra iniziativa tesa a garantire ai cittadini una migliore assistenza sanitaria territoriale ed ai medici di Continuità Assistenziale, da tempo “bloccati” nella graduatoria regionale, l’accesso all’Assistenza Primaria.
L’Assistenza Primaria nel corso dell’ultimo decennio ha dovuto subire l’aggravio progressivo ed incessante del carico burocratico, l’erosione del potere d’acquisto dello stipendio, l’attacco dei burocrati delle ASL che si sono addirittura avvalsi, in alcuni casi, dell’ausilio della Guardia di Finanza.
Di fronte a questa aggressione i due sindacati principali della MG, SNAMI e FIMMG, non hanno avuto la capacità di cogliere la gravità della minaccia incombente ed hanno praticato, a livello nazionale e locale, politiche di difesa “del proprio orticello”.
Nella nostra regione il primo passo in questa direzione è rappresentato dallo sciagurato accordo del 1999 che di fatto portò il rapporto ottimale da 1/1000 a 1/1500; con tale accordo si pensò di garantire uno stipendio adeguato ai medici già inseriti nell’assistenza primaria a scapito di quelli che vi ambivano ad inserirsi; si perseguì, coscientemente o meno, la strada che mentre cercava di garantire a tutti i medici di Assistenza Primaria risorse economiche adeguate al decoro della professione nello stesso tempo costringeva altri colleghi alla sott’occupazione.
L’accordo del 1999 ha danneggiato anche i medici di AP perché la politica “dell’assistito garantito” ha permesso a quei medici che operano anche al di fuori della medicina convenzionata di avere comunque un congruo numero di assistiti (con buona pace dei sacrosanti diritti dei cittadini di scegliersi “il medico di fiducia”) e ha contestualmente determinato il vertiginoso aumento delle lamentele degli assistiti che solo una politica sindacale miope può attribuire alle aumentate e a volte assurde richieste della popolazione.
Gli effetti di quell’accordo oggi determinano la presenza nelle graduatoria regionale per il 2008 di 1200 medici che ambiscono all’AP.
SNAMI e FIMMG non hanno saputo garantire ai medici di MG con la contrattazione nazionale una retribuzione adeguata (ad es. con l’incremento della quota capitarla) ed hanno pensato a livello regionale di ovviare al problema con tecniche di “protezionismo sanitario” e con il meccanismo del “fondo a riparto”.
Il fondo a riparto consente alla regione di spendere una cifra ben definita, che se ripartita fra tutti i medici della regione rappresenta una cifra inadeguata a finanziare i progetti che vengono proposti.
Il meccanismo “clientelare” del fondo a riparto è semplice: parte pubblica concorda con i sindacati presenti al Comitato Permanente per la Medicina Generale quali progetti finanziare; ogni sindacato difende a spada tratta l’uno o l’altro progetto che ha già pronto nel cassetto; si stabilisce un termine stretto per la presentazione del progetto medesimo in modo tale che ad aderire siano in pochi.
Ai partecipanti al progetto vanno tanti soldi perché il fondo a riparto viene diviso tra pochi, agli altri medici nell’accordo successivo vanno le incombenze che pochi hanno sperimentato in modo ben retribuito.
FPCGIL Medici si oppone a questo stato di cose; siamo un sindacato in crescita che ha bisogno di allargare ulteriormente la base del consenso per poter tutelare adeguatamente in sede di contrattazione tutti i medici di MG, nel frattempo il messaggio che mandiamo a parte pubblica e agli altri sindacati della MG è chiaro: quando con la vostra arroganza non ascoltate le ragioni degli altri, sappiate che la vostra sarà una vittoria di breve durata, perché difenderemo nelle aule dei tribunali le ragioni del diritto che voi credete impunemente di calpestare.

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