Comunicato stampa Fp-Cgil Medici
Roma, 31 gennaio 2013
“Il rinvio da parte della Cassazione della condanna ai danni di un chirurgo per omicidio colposo, motivato con la necessità di appurare se siano state seguite le linee guide scientifiche così come previsto dalla Legge Balduzzi, è solo un atto dovuto che non cambia la sostanza del problema della responsabilità professionale”, con queste parole Massimo Cozza, Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil Medici, commenta la sentenza della quarta sezione penale della Cassazione.
“La Legge Balduzzi ha semplicemente assunto una prassi già largamente diffusa nella giurisprudenza – aggiunge il sindacalista – confermando giustamente anche in sede civile il risarcimento del danno subito dal cittadino. È ovvio che se il medico ha seguito le indicazioni accreditate dalla comunità scientifica e le comuni regole di perizia e prudenza non dovrebbe essere condannato neanche per colpa lieve”.
“Il vero problema irrisolto è rappresentato dall’aumento esponenziale delle denunce strumentali alimentate dalle campagne pubblicitarie di chi vuole speculare sulla salute dei cittadini e sulla professionalità dei medici. Anche se poi il medico viene quasi sempre assolto, ha comunque pagato tanto in termini professionali e di immagine quanto dal punto di vista umano e psicologico, per non parlare del punto di vista economico, a partire dalle spese per avvocati e periti fino ad arrivare ai premi assicurativi sempre più onerosi. Alla fine – conclude Cozza – a pagare è tutto il sistema salute con l’esplosione del fenomeno della medicina difensiva, il cui costo è stimato in circa 10 miliardi di euro all’anno, e gli stessi cittadini che devono aspettare anni per i giusti risarcimenti”.