MIBACT: comunicato su accordo progetti locali 2013 – Verbale fua 2013 e nota unitaria fondo di produttività

20 Novembre 2013

 
 
COMUNICATO
 

 
CHI LA DURA…….
 

Al termine di un mese complicato e difficile, durante il quale abbiamo condotto una dura battaglia contro il taglio unilaterale al FUA, finalmente abbiamo avuto ieri una discussione seria sulle nostre ragioni di netta contrarietà all’abbassamento del limite di capienza del FUA, determinato con atto di imperio da parte del MEF e con la colpevole accettazione da parte dell’Amministrazione. Nel corso della riunione abbiamo peraltro unitariamente fatto presente che esistono altre risorse che possono confluire nel fondo, almeno 11 milioni di euro di risparmi, per cui ci troviamo di fronte ad una somma teoricamente recuperabile pari a circa 25 milioni di euro. Somme che, se permane il taglio alla capienza del fondo, non avranno mai la possibilità di essere recuperate, con un gravissimo danno economico ai lavoratori.
E finalmente almeno una parte della delegazione dell’Amministrazione si è sforzata di comprendere  che la questione posta da noi è essenziale ai fini della tenuta del salario  e che noi non accetteremo mai ulteriori ed ingiustificati tagli ai lavoratori, già alle prese con una serie di misure punitive sui diritti e sul salario.
L’impegno formale del Ministro a riaprire la questione con i colleghi del MEF e della Funzione Pubblica che è scaturito dalla riunione noi lo consideriamo positivamente, ma con serietà verificheremo il risultato avvertendo, sin da adesso, che non accetteremo tagli indiscriminati ed ingiustificati, decisi dai ragionieri e avallati dall’amministrazione. Pertanto, in assenza di riscontri positivi, riprenderemo immediatamente lo stato di agitazione unitario e le iniziative conseguenti qualora il limite di capienza del fondo non venga riportato alla disponibilità del 2010 (74 milioni di euro circa).
L’ulteriore considerazione riguarda il fatto che noi siamo stufi di assistere ad atteggiamenti superficiali su problematiche che riguardano risorse economiche dovute ai lavoratori: in questo caso noi abbiamo scritto sulla questione il 3 ottobre scorso e solo dopo aver avviato lo stato di agitazione siamo riusciti ad avere livelli di confronto accettabili dalla controparte.
 
Lo sblocco della pregiudiziale che noi abbiamo avanzato ci ha consentito di arrivare alla sospirata firma definitiva sui progetti locali. Anche in questo caso facendo giustizia di tutti gli attacchi strumentali che abbiamo dovuto subire da altre Organizzazioni Sindacali, i cui atteggiamenti, anche sul tavolo negoziale, sembrano sempre più ispirati ad una mera volontà di contrapposizione al fronte unitario che al merito delle questioni discusse.
Pertanto i progetti si possono avviare immediatamente, l’accordo indica la data del 6 dicembre per la loro contrattazione in sede locale e gli accordi non dovranno essere trasmessi all’Ufficio Centrale di Bilancio in quanto si è deciso, recependo un nostro suggerimento, di fare una unica verifica sul tavolo nazionale. Un fatto importante in quanto in questo modo si evita la tagliola dei controlli pervasivi della Ragioneria e si velocizza l’iter approvativo.
 

Sui restanti punti all’ordine del giorno:

abbiamo sottoscritto la verifica intermedia sui progetti di apertura serali dei sabati: il progetto avrà una rimodulazione solo per il mese di dicembre, ma l’intenzione è di continuare anche l’anno prossimo. Al riguardo ci è stato chiesto di eventualmente ampliare il progetto contribuendo con i fondi FUA. Noi abbiamo espresso disponibilità a patto di recuperare le risorse richieste con la pregiudiziale avanzata sulla decurtazione al fondo. 
Non abbiamo invece sottoscritto l’accordo sulle “Domeniche di carta” per gli evidenti problemi derivanti da una distribuzione quanto meno singolare dei numeri di partecipanti. Abbiamo infatti grosse realtà, come ad esempio la Biblioteca Nazionale di Roma, in cui sono previsti numeri così ridicoli da non consentire nemmeno l’apertura degli ingressi ed altri Uffici con numeri che a noi paiono assai ridondanti. Inoltre abbiamo registrato l’assenza di alcuni Archivi di Stato, in particolare ci è stata segnalata l’assenza dell’Archivio di Ferrara, incomprensibile anche alla luce delle vicende legate al sisma in quella Regione. Non è certo una colpa avere avuto un evento sismico e pertanto l’Archivio deve rientrare a pieno titolo nel progetto. La cosa ancora più singolare è che l’Amministrazione ci ha detto che l’accordo è immodificabile in quanto è stato già sottoposto al parere del Consiglio Superiore e alla registrazione dell’impegno di spesa da parte della Corte dei Conti. Quindi non si comprende cosa dovremmo discutere, se non è possibile entrare nel merito dell’accordo stesso. Abbiamo pertanto chiesto all’amministrazione un breve rinvio per dar loro modo di verificare la rimodulazione del progetto nell’ambito dei limiti di budget stanziato e siamo convocati per domani allo scopo. Resta del tutto chiaro che noi non sottoscriviamo accordi al buio e certamente non va bene questo modo di agire con il quale si pensa di propinare accordi preconfezionati.
Ci è stato inoltre comunicato che è finalmente alla registrazione della Corte dei Conti il famoso accordo sugli incentivi alla progettazione (ex legge Merloni), accordo che da circa un anno e mezzo gira per le stanze delle varie burocrazie senza trovare pace. Non è mai troppo tardi, diceva il grande Manzi.
Anche la penosa vicenda dei buoni pasto (lotto 5) sembra arrivata alla fine, e sembrerebbe superato l’intoppo avuto in Corte dei Conti che dovrebbe registrare la convenzione e consentire in tal modo il pagamento ai lavoratori di alcune regione degli arretrati che adesso stanno maturando l’anno.

Infine la questione del confronto sui tavoli politici: anche in questo caso abbiamo dovuto verificare distinguo e pretese. I distinguo riguardano il fatto che il confronto debba essere incentrato sugli organici e non deve riguardare la riorganizzazione del Ministero. Noi non siamo d’accordo, come si fa a parlare di riorganizzazione del lavoro, di fabbisogni professionali, di stabilizzazione del precariato, di riqualificazioni professionali e non toccare il riassetto del Ministero?
Le pretese riguardano invece la richiesta alle OO.SS. di presentare documenti preliminari al confronto. Sia chiaro, noi non abbiamo difficoltà, ma ad esempio vorremmo sapere quali sono le linee di governo degli organici che la parte politica pensa di adottare. Pertanto ci pare che il confronto su questi temi fondamentali parta azzoppato e rischia di non portare alcun risultato, se non quello di valutare solo le posizioni del sindacato.
Ma, essendo ottimisti per contratto, noi certo non ci sottrarremo al confronto e vedremo di convincere i nostri interlocutori politici (quelli amministrativi è quasi impossibile) che si possono operare scelte che comportano risparmi o che non richiedono risorse aggiuntive senza per questo tagliare indiscriminatamente costo del lavoro e bilanci e magari assicurando maggiore efficacia ai nostri servizi.
E su questo ci eserciteremo unitariamente nei prossimi giorni.
 
Su altre questioni altrettanto delicate (la vicenda dei comandati, le nuove assunzioni e la situazione degli idonei alle riqualificazioni interne) ci riserviamo approfondimenti specifici nei prossimi comunicati, anche alla luce delle linee su cui intendiamo indirizzare il confronto sugli organici.
In allegato gli accordi sottoscritti.
 
 Roma, 20 novembre 2013  
 

FP CGIL MIBACT
Claudio Meloni
 

 

 
 

 
 
 
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