Dap/ministeri: comunicato del 28 gennaio “Alle parole è bene far seguire i fatti!”

29 Gennaio 2015

 

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Alle parole è bene far seguire i fatti!


 COMUNICATO
 
 

  Tra gli interventi più significativi attivati dal Ministro della Giustizia in tema di riduzione del sovraffollamento carcerario e nel rispetto delle disposizioni della CEDU, benché i risultati positivi siano ancora parzialmente evidenti, si ravvisano l’incremento delle misure/sanzioni alternative al carcere e l’introduzione della misura della messa alla prova per gli adulti.
     
  Tali misure/sanzioni alternative (68.200 nel 2013 e  oltre 50.000 a giugno del 2014) richiedono un costante e complesso lavoro che attualmente viene svolto da 948 funzionari di servizio sociale (in un rapporto procedimenti/risorse umane di 66:1) che prestano servizio presso gli Uffici di esecuzione penale esterna (UEPE), strutture periferiche del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria.
All’importante investimento sulle misure e pene alternative al carcere,  non ha corrisposto, però,  il naturale conseguente incremento delle risorse, anzi  la scure della spending review per tale settore è stata  impietosa : sono state, infatti, ridotte in modo significativo le dotazioni organiche del personale di servizio sociale, (oltre il 35% dal 2006 ad oggi) e non vengono banditi concorsi per l’immissione di nuovo personale da circa quindici anni e, benché l’art. 7 della recentissima L.67/2014 (legge che introduce la messa alla prova per gli adulti) avrebbe già dovuto consentire l’adeguamento di organico degli UEPE, ad oggi non è stata perseguita alcuna iniziativa in tal senso.
Ci risulta, inoltre, che nella previsione del Bilancio di spesa del D.A.P. per l’anno 2015  all’Esecuzione penale esterna su tutto il territorio nazionale sono previste risorse per un ammontare di solo 500.000,00 euro, finalizzate alle attività trattamentali ovvero iniziative in favore dei soggetti in esecuzione di pena all’esterno del carcere (68.200 unità) nonché allo svolgimento delle specifiche   attività sul territorio.
Nonostante gli annunci del Governo e l’impegno politico e sindacale mirato a reindirizzare le politiche di tagli alla spesa rivolti all’Amministrazione penitenziaria onde evitare la riduzione del numero degli assistenti sociali e di penalizzare ulteriormente il loro apporto professionale, nei fatti è  accaduto che la proposta di emendamento alla Legge di stabilità che prevedeva lo stanziamento di 5.000.000,00 di euro annui a decorrere dal 2015 per garantire agli Uffici di Esecuzione Penale Esterna  la piena funzionalità e migliorarne  lo svolgimento delle specifiche attività  istituzionali, dopo una prima approvazione del Senato, è stata cassata e sostituita dalle previsioni di cui al comma 97 della stessa Legge.
La legge di stabilità approvata il 23/12/2014, infatti, al comma 97 prevede che “i diritti e le indennità di trasferta o le spese di spedizione delle notificazioni degli atti giudiziari dovuti dal notificante (art.46 lg n.374 del 21/11/1991) rimangano nella disponibilità del Ministero della Giustizia al fine di assicurare la piena funzionalità degli UEPE”.


             
   Una  “ingenua” (per usare un eufemismo) operazione  di facciata, a dir poco maldestra e verosimilmente inutile considerato che alla difficoltà di quantificare l’entità di tali entrate si aggiunge la possibile drastica riduzione delle stesse determinata dalla  entrata in vigore della notificazione telematica degli atti giudiziari che  vanifica, pertanto, la previsione di cui al citato comma 97. 
    La situazione, è inutile negarlo, ci preoccupa abbastanza ed è facile prevedere che la ricaduta sull’attuale sistema organizzativo ed ancor più su quello previsto dal nuovo D.P.C.M., l’istituendo Dipartimento del “probation”,  rischia di comportare  conseguenze che non è esagerato definire “devastanti” a dispetto delle Raccomandazioni europee e del rafforzamento del ricorso alle sanzione di Comunità. 
       

Roma, 28.01.2015
 
 

La coordinatrice nazionale
Lina Lamonica

 
 
 

 
 
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