Infanzia: Fp Cgil, continua campagna ‘Chiedo Asilo’, 2 dicembre volantinaggio nei nidi

31 Gennaio 2017

Infanzia: Fp Cgil, continua campagna 'Chiedo Asilo', 2 dicembre volantinaggio nei nidi


Sono un diritto ma la legge di Stabilità non prevede risorse

Roma, 30 novembre 2015

Continua e segna un nuovo passaggio la campagna
della Fp Cgil Nazionale ‘Chiedo Asilo’, per garantire dalla nascita il
diritto all’educazione e alla cura. Dopo l’indagine
sui 900 mila bambini in Italia esclusi dal ‘diritto d’asilo’, diffusa
alla vigilia della giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza, la categoria della Cgil dei servizi pubblici
promuove per mercoledì 2 dicembre una giornata di volantinaggio davanti
agli asili su tutto il territorio nazionale
.

Una giornata
scelta non a caso. Mercoledì, infatti, ricorre l’anniversario
dell’approvazione della legge sui nidi comunali del 1971. Per questo, a
distanza di 44 anni dal varo della legge, “il prossimo passaggio è –
spiega la Fp Cgil – trasformare i nidi da servizio a domanda individuale
a diritto educativo, per garantire ai bambini e alle bambine pari
opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco”.

Come
denunciato dalla Funzione Pubblica Cgil, infatti, oltre 900 mila
bambini in Italia, tra sei mesi e due anni, sono esclusi dagli asili
nido. Le ragioni sono da ricercare, sostiene la Fp, “prevalentemente nel
binomio scarsa offerta pubblica e esosa offerta privata”. In questo
binomio si inserisce la legge ‘Buona scuola’ che, tra le altre cose,
prevede la trasformazione del nido da servizio a diritto, “eppure –
denuncia la Fp Cgil –  la legge di Stabilità non stanzia risorse per
realizzare questo passaggio. Al contrario, si continua a porre vincoli
per i Comuni, che impediscono l’utilizzo delle risorse necessarie
all’apertura di nuove strutture e alle assunzioni del personale
indispensabile per farle funzionare”.

Oggi l’offerta complessiva
di nidi – pubblici e privati – copre, come ha testimoniato la Fp Cgil,
una fascia di bambini da zero a due anni, pari a circa il 18% del totale
del fabbisogno (meno di 300.000 bambine e bambini) . Una percentuale
lontana dai parametri previsti dall’Unione Europea del 33% di copertura.
Per queste ragioni la Fp Cgil ha deciso questa campagna di informazione
e sensibilizzazione (sui social con l’hashtag #ChiedoAsilo) e la
giornata di volantinaggio di mercoledì, afferma, “segnerà un nuovo
passaggio per rivendicare il diritto all’asilo per tutti, partendo dal
riconoscimento dell’importanza del lavoro svolto dagli educatori e dagli
insegnanti”.

 
 
 
 
 
 

 

Infanzia: Report Fp Cgil, 900 mila bambini in Italia senza diritto d'asilo nido

Categoria lancia campagna in occasione giornata mondiale, servono risorse in legge stabilità

Roma, 19 novembre 2015

Oltre 900 mila bambini in Italia, quelli compresi nella fascia tra
sei mesi e due anni, sono esclusi dagli asili nido. Per motivi diversi:
in parte per scelta delle famiglie ma, per la gran parte, per
l’impossibilità di potervi accedere, tra una scarsa offerta pubblica e
l’esosa richiesta privata. È quanto risulta da una elaborazione
della Fp Cgil Nazionale condotta sui dati Istat relativi all’offerta
comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima
infanzia in parallelo con le rilevazioni su natalità e fecondità della
popolazione residente.

Una elaborazione prodotta in vista della
‘Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia’ (20 novembre) e per
promuovere e accompagnare una campagna della categoria dei servizi
pubblici della Cgil sugli asili nido, dietro le parole:
#ChiedoAsilo. Dalle elaborazioni della Fp Cgil, infatti, emerge
un bacino enorme di bambini esclusi dal ‘diritto d’asilo’ e “condannati,
allo stato dei fatti, ad esserlo ancora a lungo”. La legge di
Stabilità, infatti, non prevede alcuna risorsa per finanziare il
progetto, previsto dalla legge cosiddetta ‘buona scuola’, di fare dello
0-3 non più un servizio a domanda individuale ma un diritto universale,
equiparandolo alla scuola d’infanzia.

Entrando nel dettaglio della elaborazione, la Fp Cgil rileva come nel report dell’istituto statistico (relativo al 2012),
l’offerta complessiva di asilo nido e di micro nidi per la prima
infanzia – pubblici e privati – copra una fascia di bambini da zero a
due anni pari al 17,9% (ovvero 17,9 posti ogni 100 bambini) pari a
289.851 bambine e bambini. Una percentuale lontana non solo dalla
media dei paesi scandinavi, che si aggira intorno al 50%, ma anche dalla
(passata) strategia di Lisbona che prevedeva entro il 2010 una
copertura pari al 33%.

Per converso, quindi, questi 290 mila ‘fortunati’ bambini rappresentano una piccola quota parte:
sono, infatti, oltre 908 mila, stima la Fp Cgil, quelli esclusi,
ovviamente per ragioni diverse ma che per la gran parte hanno a che fare
con il binomio scarsa offerta ed esose rette nel privato. “Una mole
enorme di bambine e bambini ai quali non viene garantito loro un diritto
che gli spetta e che, al momento, non possono usufruire del servizio,
per la carenza di strutture pubbliche o per i costi enormi delle
private”, afferma il segretario nazionale della Fp Cgil, Federico
Bozzanca, aggiungendo che “questo dato rimarrà tale senza che ci siano
fatti concreti, oltre la retorica dei mille asili in mille giorni”

Totale posti disponibili – Il dato di circa 290 mila bambini,
compresi tra sei mesi e due anni, è il frutto dei 146.647 iscritti agli
asili comunali, di 45.058 ad asili nido comunali con gestione affidata a
terzi, di 29.932 in asili nido privati con riserva di posti, di 13.581
bambine e bambini che usufruiscono di contributi alle famiglie per la
frequenza ad asili nido pubblici o privati, compresi i voucher.
Il totale in questo caso è pari a 193.160 coperti dall’offerta finanziata complessivamente dal publico. A questo numero vanno aggiunti
i 96.691 che si ritrovano in strutture totalmente private, senza alcun contributo quindi pubblico ma a carico totale delle famiglie, che porta
il numero complessivo a 289.851 (qui il grafico:

https://infogr.am/bambini_esclusi_asili_nido). Una mole di bambine e bambini divisi tra
le 3.656 strutture a titolarità pubblica e le 5.214 a titolarità privata, per un totale di asili nido e micro nidi pari a 8.870.

Totale esclusi dal ‘diritto d’asilo’ – La stima di oltre 900 mila
bambini senza ‘diritto d’asilo’, fatta sugli ultimi dati Istat
disponibili, si rileva dal totale delle nascita dal 2010 ai primi due
mesi del 2012, in modo tale da avere il numero complessivo di bambini
(dai sei mesi ai due anni) potenzialmente disponibili all’asilo a
partire dall’anno 2012/2013. Si sommano quindi i 561.944 nati nel 2010, i
546.585 nati nel 2011 e la stima dei nati nei primi due mesi del 2012,
pari a 89.587.
Per un totale pari a 1.198.116 ai quali vanno sottratti i 289.851
che, tra pubblico e privato, ‘godono’ di un posto al nido. Si arriva
così a 908.535 bambine e bambini fuori dal circuito, senza quindi asilo. (qui il grafico:
https://infogr.am/bambini_con_diritto_asilo)

La buona scuola e la legge di Stabilità – Oltre 900 mila bambini
depredati da un vero e proprio diritto. La buona scuola, infatti,
afferma la Funzione Pubblica Cgil, “ha inglobato il disegno di legge
Puglisi, finalizzato ad inserire in un sistema integrato di educazione e
istruzione nidi e scuole dell’infanzia per fare dei primi, come lo sono
i secondi, un diritto universale e non più un servizio (non
obbligatorio né gratuito) a domanda individuale”. Ma, aggiunge Bozzanca,
“questo progetto ha bisogno, oltre ad uno specifico decreto attuativo,
di risorse, di ingenti risorse, che la legge di Stabilità però non
prevede”.

Obiettivi, tra nodo risorse e personale – La spesa pubblica per
le strutture attualmente esistenti, quella cioè in carico ai comuni, si
aggira intorno a 1,3 miliardi di euro, che sale a 1,6 contemplando anche
la quota degli utenti per le strutture private. Il tutto per un
servizio che va da una copertura del 24,8% dell’Emilia Romagna al 2%
della Campania, per una media (solo per quanto riguarda il ruolo
pubblico) dell’11,9%. L’offerta al momento, da quella a vario titolo
pubblica a quella totalmente privata, conta (come visto) 8.870
strutture.
Per raggiungere il livello previsto dalla strategia di Lisbona
dovremmo incrementare le strutture di 1.700 unità, per poter garantire
il diritto all’asilo a circa 100 mila bambini e raggiungere quindi il
livello di 33 posti disponibili ogni 100 bambini. Per questo, fa sapere
la Fp Cgil, servirebbe assumere almeno 20 mila lavoratori.

I dati di questo report, osserva ancora il segretario nazionale
della Fp, “non solo dimostrano come sia lontanissimo l’obiettivo di
mille asili in mille giorni ma sono soprattutto il risultato di una
‘collisione’ tra il blocco del turn over e i tagli agli enti locali. Un
binomio che ha generato un arretramento dell’offerta che rischia di
mettere in crisi un servizio, anche laddove è sempre stato un fiore
all’occhiello in ambio internazionale”.

In attesa quindi che vengano erogate risorse, per rendere esigibile
il diritto all’asilo per i bambini, secondo Bozzanca, “serve dare una
risposta al profondo disagio delle lavoratrici e dei lavoratori che in
questi anni hanno sofferto di bassi salari, di scarsa attenzione alla
tutela della salute e di nessuna formazione. Senza contare la stretta
prodotta dall’allungamento dell’età pensionabile e il blocco del turn
over, che per un verso tiene fuori nuovi lavoratori e per l’altro ha
fatto crescere il precariato. Oltre le promesse che possono funzionare
per fare un bel titolo, quindi, come era il mille asili in mille giorni,
servono fatti concreti, a partire da un finanziamento in legge di
Stabilità che possa dare una prima risposta a tutti i soggetti, ai
bambini, ai lavoratori e alle intere comunità”, conclude. 

Categoria lancia campagna in occasione giornata mondiale, servono risorse in legge stabilità

Roma, 19 novembre 2015

Oltre 900 mila bambini in Italia, quelli compresi nella fascia tra
sei mesi e due anni, sono esclusi dagli asili nido. Per motivi diversi:
in parte per scelta delle famiglie ma, per la gran parte, per
l’impossibilità di potervi accedere, tra una scarsa offerta pubblica e
l’esosa richiesta privata. È quanto risulta da una elaborazione
della Fp Cgil Nazionale condotta sui dati Istat relativi all’offerta
comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima
infanzia in parallelo con le rilevazioni su natalità e fecondità della
popolazione residente.

Una elaborazione prodotta in vista della
‘Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia’ (20 novembre) e per
promuovere e accompagnare una campagna della categoria dei servizi
pubblici della Cgil sugli asili nido, dietro le parole:
#ChiedoAsilo. Dalle elaborazioni della Fp Cgil, infatti, emerge
un bacino enorme di bambini esclusi dal ‘diritto d’asilo’ e “condannati,
allo stato dei fatti, ad esserlo ancora a lungo”. La legge di
Stabilità, infatti, non prevede alcuna risorsa per finanziare il
progetto, previsto dalla legge cosiddetta ‘buona scuola’, di fare dello
0-3 non più un servizio a domanda individuale ma un diritto universale,
equiparandolo alla scuola d’infanzia.

Entrando nel dettaglio della elaborazione, la Fp Cgil rileva come nel report dell’istituto statistico (relativo al 2012),
l’offerta complessiva di asilo nido e di micro nidi per la prima
infanzia – pubblici e privati – copra una fascia di bambini da zero a
due anni pari al 17,9% (ovvero 17,9 posti ogni 100 bambini) pari a
289.851 bambine e bambini. Una percentuale lontana non solo dalla
media dei paesi scandinavi, che si aggira intorno al 50%, ma anche dalla
(passata) strategia di Lisbona che prevedeva entro il 2010 una
copertura pari al 33%.

Per converso, quindi, questi 290 mila ‘fortunati’ bambini rappresentano una piccola quota parte:
sono, infatti, oltre 908 mila, stima la Fp Cgil, quelli esclusi,
ovviamente per ragioni diverse ma che per la gran parte hanno a che fare
con il binomio scarsa offerta ed esose rette nel privato. “Una mole
enorme di bambine e bambini ai quali non viene garantito loro un diritto
che gli spetta e che, al momento, non possono usufruire del servizio,
per la carenza di strutture pubbliche o per i costi enormi delle
private”, afferma il segretario nazionale della Fp Cgil, Federico
Bozzanca, aggiungendo che “questo dato rimarrà tale senza che ci siano
fatti concreti, oltre la retorica dei mille asili in mille giorni”

Totale posti disponibili – Il dato di circa 290 mila bambini,
compresi tra sei mesi e due anni, è il frutto dei 146.647 iscritti agli
asili comunali, di 45.058 ad asili nido comunali con gestione affidata a
terzi, di 29.932 in asili nido privati con riserva di posti, di 13.581
bambine e bambini che usufruiscono di contributi alle famiglie per la
frequenza ad asili nido pubblici o privati, compresi i voucher.
Il totale in questo caso è pari a 193.160 coperti dall’offerta finanziata complessivamente dal publico. A questo numero vanno aggiunti
i 96.691 che si ritrovano in strutture totalmente private, senza alcun contributo quindi pubblico ma a carico totale delle famiglie, che porta
il numero complessivo a 289.851 (qui il grafico:

https://infogr.am/bambini_esclusi_asili_nido). Una mole di bambine e bambini divisi tra
le 3.656 strutture a titolarità pubblica e le 5.214 a titolarità privata, per un totale di asili nido e micro nidi pari a 8.870.

Totale esclusi dal ‘diritto d’asilo’ – La stima di oltre 900 mila
bambini senza ‘diritto d’asilo’, fatta sugli ultimi dati Istat
disponibili, si rileva dal totale delle nascita dal 2010 ai primi due
mesi del 2012, in modo tale da avere il numero complessivo di bambini
(dai sei mesi ai due anni) potenzialmente disponibili all’asilo a
partire dall’anno 2012/2013. Si sommano quindi i 561.944 nati nel 2010, i
546.585 nati nel 2011 e la stima dei nati nei primi due mesi del 2012,
pari a 89.587.
Per un totale pari a 1.198.116 ai quali vanno sottratti i 289.851
che, tra pubblico e privato, ‘godono’ di un posto al nido. Si arriva
così a 908.535 bambine e bambini fuori dal circuito, senza quindi asilo. (qui il grafico:
https://infogr.am/bambini_con_diritto_asilo)

La buona scuola e la legge di Stabilità – Oltre 900 mila bambini
depredati da un vero e proprio diritto. La buona scuola, infatti,
afferma la Funzione Pubblica Cgil, “ha inglobato il disegno di legge
Puglisi, finalizzato ad inserire in un sistema integrato di educazione e
istruzione nidi e scuole dell’infanzia per fare dei primi, come lo sono
i secondi, un diritto universale e non più un servizio (non
obbligatorio né gratuito) a domanda individuale”. Ma, aggiunge Bozzanca,
“questo progetto ha bisogno, oltre ad uno specifico decreto attuativo,
di risorse, di ingenti risorse, che la legge di Stabilità però non
prevede”.

Obiettivi, tra nodo risorse e personale – La spesa pubblica per
le strutture attualmente esistenti, quella cioè in carico ai comuni, si
aggira intorno a 1,3 miliardi di euro, che sale a 1,6 contemplando anche
la quota degli utenti per le strutture private. Il tutto per un
servizio che va da una copertura del 24,8% dell’Emilia Romagna al 2%
della Campania, per una media (solo per quanto riguarda il ruolo
pubblico) dell’11,9%. L’offerta al momento, da quella a vario titolo
pubblica a quella totalmente privata, conta (come visto) 8.870
strutture.
Per raggiungere il livello previsto dalla strategia di Lisbona
dovremmo incrementare le strutture di 1.700 unità, per poter garantire
il diritto all’asilo a circa 100 mila bambini e raggiungere quindi il
livello di 33 posti disponibili ogni 100 bambini. Per questo, fa sapere
la Fp Cgil, servirebbe assumere almeno 20 mila lavoratori.

I dati di questo report, osserva ancora il segretario nazionale
della Fp, “non solo dimostrano come sia lontanissimo l’obiettivo di
mille asili in mille giorni ma sono soprattutto il risultato di una
‘collisione’ tra il blocco del turn over e i tagli agli enti locali. Un
binomio che ha generato un arretramento dell’offerta che rischia di
mettere in crisi un servizio, anche laddove è sempre stato un fiore
all’occhiello in ambio internazionale”.

In attesa quindi che vengano erogate risorse, per rendere esigibile
il diritto all’asilo per i bambini, secondo Bozzanca, “serve dare una
risposta al profondo disagio delle lavoratrici e dei lavoratori che in
questi anni hanno sofferto di bassi salari, di scarsa attenzione alla
tutela della salute e di nessuna formazione. Senza contare la stretta
prodotta dall’allungamento dell’età pensionabile e il blocco del turn
over, che per un verso tiene fuori nuovi lavoratori e per l’altro ha
fatto crescere il precariato. Oltre le promesse che possono funzionare
per fare un bel titolo, quindi, come era il mille asili in mille giorni,
servono fatti concreti, a partire da un finanziamento in legge di
Stabilità che possa dare una prima risposta a tutti i soggetti, ai
bambini, ai lavoratori e alle intere comunità”, conclude. 

 
 

 

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