COMUNICATO
Il giorno 18 gennaio il Ministro Corrado Passera congiuntamente allo staff di Gabinetto ha incontrato le OO.SS per presentarsi e ascoltare le problematiche salienti del nostro Ministero.
La nostra organizzazione sindacale ha evidenziato la struttura del Ministero, caratterizzata da una diffusione capillare sul territorio con Uffici profondamente eterogenei e con problematiche di organizzazione del lavoro molto diverse.
La loro presenza è data dall’espletamento di compiti istituzionali di vigilanza e controllo (sui mezzi di trasporto, nei cantieri, nel rilascio delle autorizzazioni e cc.) e rappresentano il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti garantendo alla collettività il bene sicurezza; alla luce di ciò l’impegno massimo che chiediamo all’Autorità politica è di mantenere e valorizzare le competenze per le quali noi tutti lavoriamo.
Nello specifico abbiamo ricordato al Ministro l’importanza del lavoro svolto dal personale appartenente all’area A, che soprattutto in periferia svolgendo mansioni qualificate e superiori alla loro attuale inquadramento professionale, consente di far fronte alle richieste dell’utenza.
Dopo aver atteso tanti anni e aver ascoltato le tante promesse dell’Amministrazione, chiediamo che venga loro riconosciuto il diritto alla carriera.
La presenza nel territorio di Uffici Provinciali importanti, quali possono essere quello di Napoli o Cagliari, nei quali manca da anni un Dirigente è una gravissima carenza operativa dell’Amministrazione che genera malfunzionamenti e comporta l’assunzione di responsabilità da parte del personale contrattualizzato che dovrebbe essere a carico della Dirigenza.
Il lavoro svolto dalla Motorizzazione, mediante un’operazione di storno fondi, consente il funzionamento della Cassa di Previdenza ed Assistenza: fondamentale strumento di assistenza sociale.
In un momento di grave crisi economica il suo ruolo deve essere rilanciato trovando nuove forme di finanziamento anche presso il Dipartimento delle Infrastrutture.
Diverse e non meno complesse sono le problematiche presenti nel settore delle Capitanerie di Porto dove convive personale civile e personale militare. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un “travaso” di competenze di regolazione, proprie delle Direzioni Generali a favore del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, mediante atti (verbale di riunione) giuridicamente discutibili.
La creazione dell’Organismo investigativo previsto da una direttiva comunitaria del 2009, così come attualmente gestito dal Comando Generale non soddisfa il requisito di indipendenza richiestoci dall’U.E.
L’importante ruolo svolto dal settore Infrastrutture trova un punto di caduta nella mancata regolamentazione dell’articolo 92, incentivo alla progettazione, rendendo la gestione estremamente discrezionale creando così nicchie di potere difficilmente controllabili.
Abbiamo poi ricordato gli ultimi anni di lotta che il nostro sindacato da solo ha affrontato nel contestare il sistema di valutazione che oggi a caduta si riversa su tutto il personale.
Il sistema in vigore non ha mai trovato la nostra condivisione e ora pesantemente cade sui lavoratori; consideriamo altre forme di misurazione delle performance che non prevedano le chiusure proposte dalla normativa Brunetta.
Alle tante osservazioni il Ministro ha risposto che nelle materie specifiche non ha ancora elementi di valutazione ma si riserva di aprire dei tavoli di confronto così come richiesto dalle OO.SS., riconoscendo un ruolo importante alla collaborazione con le parti sociali.
La valorizzazione del personale di Area A è una richiesta di cui era a conoscenza e ci ha assicurato la sua disponibilità a risolvere la questione.
Nel concordare l’importanza delle funzioni di vigilanza e controllo ha tuttavia evidenziato che esse devono comunque essere garantite all’utenza da noi o, qualora non fossimo in grado……..da altri!
Relativamente alla questione valutazione vi è stata un certa apertura a verificare il sistema da noi utilizzato e a superare i limiti imposti da fasce predeterminate.
L’incontro con il Ministro ci ha dato modo di scoprire che altri sindacati, firmatari dei precedenti accordi sulla valutazione, contestano ora la sua applicazione.
Per quattro anni la CGIL ha indetto scioperi e manifestazione contro un sistema di valutazione della performance che voleva ricondurre il personale all’interno delle tre fasce predeterminate di brunettiana memoria, siamo stati accusati di non aver avuto senso sociale e di aver organizzato fine settimana……. anche se tardivamente è bello scoprire che avevamo e abbiamo ragione!
Roma, 20 gennaio 2012
FP CGIL
La Coordinatrice Nazionale
Alessandra Allegrucci
COMUNICATO
Purtroppo a distanza di più di una settimana dalla richiesta di incontro rivolto al vertice politico amministrativo non è pervenuta né una smentita sugli esuberi del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali nè una convocazione per le OO.SS.
Questa O.S. tiene a precisare che la notizia sugli esuberi non è un’invenzione né una boutade pre elettorale e siccome sulla pelle dei lavoratori non è lecito scherzare si ribadisce l’impegno ad andare fino in fondo alla questione nell’attesa di una categorica smentita da parte del vertice politico amministrativo.
In caso contrario riteniamo fondamentale unificare gli sforzi e le iniziative con tutte le altre OO.SS. al fine di arrivare ad un chiarimento con l’Amministrazione che restituisca serenità ai lavoratori di questo Ministero già duramente provati da tutti i provvedimenti vessatori e punitivi degli ultimi anni.
Roma, 20 gennaio 2012
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
Roma, 18 gennaio 2012
Al Dott. Mario Guarany
Direttore Generale per l’Organizzazione,
gli Affari Generali, l’Innovazione,
il bilancio e il personale
Egregio Direttore,
le scriventi OO.SS. anche in relazione alle difficoltà che i lavoratori registrano nel completare la documentazione necessaria per partecipare ai processi di riclassificazione, soprattutto per cause dipendenti dall’Amministrazione che non ha provveduto a nominare i dirigenti in varie importanti Soprintendenze, atteso che gli eventuali sostituti dei dirigenti spesso ritengono di non dover rilasciare dichiarazioni attestanti attività di servizio svolte dai dipendenti, con la presente chiedono di valutare l’opportunità di prevedere un rinvio congruo del termine fissato per la presentazione delle domande.
Roma 18 gennaio 2012
CGIL
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CISL
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UIL
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Claudio Meloni
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Claudio Calcara
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Enzo Feliciani
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Grazie ancora a tutti i lavoratori e le lavoratrici dell’igiene ambientale
Lo sciopero nazionale dell’igiene ambientale privata del 16 e 17 gennaio e la grandissima partecipazione ai presidi territoriali segnano la straordinaria risposta all’assurda intransigenza delle imprese private del comparto al rinnovo del contratto nazionale.
L’adesione sui due giorni allo sciopero è stata altissima in ogni regione italiana, con adesioni totali in molte città (Perugia, Siena, Sassari, Monza, Frosinone, Alghero, Lecco, Avellino, Cagliari ecc.), con una forte partecipazione a tutti i presidi organizzati davanti le imprese, i comuni e le sedi dell’Anci regionali.
Le Segreterie Nazionali esprimono grandissima soddisfazione per la riuscita dello sciopero e, consapevoli delle crescenti difficoltà del settore e del disagio delle lavoratrici e dei lavoratori, gravati dal venire meno delle responsabilità delle imprese private, ritengono il mandato avuto dalla categoria attraverso la mobilitazione generale vincolante nel merito nella chiusura della trattativa e stringente nei tempi per la stessa.
Ovviamente, oggi, un grazie immenso va a tutti i lavoratori e le lavoratrici che hanno scelto di lottare, perdendo tanti soldi, che le aziende pensano di incassare senza restituire nulla, e un grazie anche a tutti i responsabili del sindacato territoriale per il grande lavoro svolto, determinante per la riuscita dello sciopero e dei presidi.
Per i prossimi giorni, se non dovessero emergere immediate novità, le Segreterie Nazionali programmeranno immediatamente un’ulteriore iniziativa di sciopero per il mese di febbraio.
Le Segreterie Nazionali
FP CGIL Sgrò/Cenciotti – FIT CISL Paniccia/Curcio – UILTRASPORTITarlazzi/Modi – FIADEL Verzicco/D’albero
Roma 18 gennaio 2012
Integrazione alla circolare del 25 novembre 2011.
COMUNICATO
Nelle nostre Sedi, su indicazione di Pianese, entro il 15 febbraio i dirigenti – pena il taglio della loro retribuzione di risultato – dovranno chiudere la valutazione 2011, che avrà ricadute sul salario accessorio secondo quanto previsto dal CCIE 2011, firmato solo dalla CISL (anche in contraddizione con l’accordo firmato con Brunetta da CISL e UIL a febbraio scorso).
Il CCIE 2011, infatti, deroga esso stesso all’accordo “separato” di CISL e UIL nella parte in cui quest’ultimo prevedeva l’applicazione delle percentuali di valutazione solo sulle risorse aggiuntive e non anche direttamente sui soldi del nostro fondo. Un’applicazione della decurtazione dell’incentivo del fondo non può essere smentita ed anzi è annunciata nella circolare di Dicembre sulla valutazione (allegata), secondo cui “(il dirigente dovrà valutare) facendo sì che i valutati percepiscano l’equità distributiva degli incentivi, in relazione all’organizzazione e al loro personale contributo. Per questo i parametri che i valutatori dovranno rispettare sono sostanzialmente due: 1. i punteggi superiori a 100 non potranno riguardare più del 10% del personale di competenza; 2. i punteggi pari a 100 non potranno riguardare più del 50% del personale di competenza.”
Cosa c’è di oggettivo da valutare con questo sistema?
Tra l’altro tutte le OO.SS. al tavolo nazionale concordavano su un sistema di valutazione condiviso a cui l’Amministrazione si è sempre sottratta, addirittura nascondendo per mesi alle parti sociali i principi e le modalità di applicazione di un sistema assolutamente improponibile e oggettivamente inconsistente. I paletti posti per i criteri della valutazione sono inaccettabili. Addirittura sono stati posti paletti per i dirigenti valutatori per cui se la percentuale di differenziazione dei giudizi è uguale a meno del 20% del personale valutato la loro capacità sarà considerata non adeguata con ripercussioni sul proprio salario accessorio. In pratica una pistola alla tempia del dirigente che è costretto ad operare in questo senso se non vuole perdere una buona fetta dei suoi quasi 50.000 euro di incentivo di risultato.
Con questa circolare si stampa su 7.000 dipendenti, da parte di dirigenti peraltro poco convinti, un marchio con cui le lavoratrici ed i lavoratori della gestione ex INPDAP si presentano all’INPS.
Parlare di applicazione della valutazione della performance individuale oggi è, per la CGIL INPDAP, veramente surreale ed è con forza che, al contrario, è necessario chiedere criteri di merito oggettivi e, soprattutto, uguali per tutti i lavoratori del nuovo INPS che verrà. Con una Amministrazione più attenta alla realtà dell’organizzazione nuova che si andrà a realizzare, che possa misurare il lavoro e l’apporto individuale in maniera seria ed oggettiva e non con il grande bluff della performance.
Nessuno degli ex vertici di questo Istituto ha posto nitidamente il problema della professionalità dei lavoratori. E questo è gravissimo visto che la preoccupazione maggiore che ha la CGIL INPDAP, così come anche le altre OO.SS. che rappresentano i lavoratori dovrebbero avere, riguarda proprio tutela e garanzia delle professionalità nel nuovo Ente, che non possono correre il rischio di presentarsi con il biglietto da visita di una valutazione senza capo né coda ma che rimane lì, cristallizzata a futura memoria negli atti.
Nel nuovo Ente la CGIL INPDAP vuole rappresentare la dignità dei lavoratori ex INPDAP e portarne la professionalità e la serietà come parte essenziale di un progetto che sta alla base della struttura stessa della nostra società, in cui il loro operato si rifletta non solo sulla vita individuale, ma sull’immagine stessa che il Paese ha dei propri servizi ai cittadini.
E per tutte queste motivazioni la CGIL INPDAP chiede anche ai dirigenti di fare la loro parte e di sottrarsi ad una ridicola e indotta diversificazione della valutazione del proprio personale, anche in presenza del raggiungimento dei risultati, in un’ottica di organizzazione in processi complessi, secondo paletti prefissati che non hanno nessuna adesione alla realtà delle Sedi e delle unità operative dirette.
Roma, 19 gennaio 2012
Il Coordinatore Nazionale FPCGIL INPDAP
Marinella Perrini
In una lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Monti il vicesegretario generale dell’EPSU, il sindacato dei servizi pubblici europei, Jan Willem Goudriaan affronta la questione della liberalizzazione dei servizi pubblici locali, in particolare dell’acqua, e mostra lo sconcerto europeo per la volontà del governo italiano di non rispettare la volontà popolare.
“Caro Presidente Monti,
la Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici ha saputo che il suo governo sta considerando l’ulteriore liberalizzazione e privatizzazione dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali come parte delle misure per affrontare la crisi economica in Italia, stimolare la crescita economica e abbassare il debito pubblico italiano. Noi siamo preoccupati di questo. Primo, perché queste misure gettano un’ombra sul suo governo come un governo che ha deciso di violare il volere popolare. Secondo perché l’apertura del servizio idrico ad una maggiore concorrenza e privatizzazione non porterà i benefici che Lei immagina. Come organizzazione europea che è preoccupata del miglioramento del benessere dei lavoratori e dei cittadini, non solo in Italia, perciò le chiediamo di ritirare queste proposte.
Il popolo italiano ha detto la sua nel referendum del giugno del 2011 sulla liberalizzazione e privatizzazione dei servizi idrici. La maggioranza dei cittadini è andata a votare assicurando il raggiungimento del risultato. Lei è consapevole dell’importanza di questo risultato che dimostra il forte attaccamento dei cittadini italiani alla proprietà ed al ruolo di questi servizi nell’economia e nella società in generale. Su questo il giudizio degli elettori è stato praticamente unanime. Non liberalizzate né privatizzate questi servizi. Rimangano nella mano pubblica.
Ahimè, la Banca Centrale Europea ignora questa visione democratica nella sua lettera segreta dello scorso luglio al governo italiano dove raccomanda:
“C’è bisogno di una strategia di riforma, globale, credibile e ben raggiungibile, che includa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e di quelli professionali. Questo dovrebbe applicarsi particolarmente alla fornitura dei servizi locali attraverso una privatizzazione su larga scala.”
La BCE non ha alcun mandato democratico per suggerire queste concrete misure. Questa vìola il Trattato. Ed è perciò sconcertante che il suo governo consideri di seguire questi consigli e queste opinioni. Lei ben sa che il suo governo è criticato per non avere un mandato elettorale. Lei ha risposto che questo è opinabile perchè il governo riceve il suo sostegno dal Parlamento. Comunque né il suo governo né il Parlamento hanno il mandato di proporre misure che vogliano privatizzare e liberalizzare i servizi pubblici locali, come quelli idrici, una volta che il popolo in maniera diretta si è espresso su questo. L’EPSU sarebbe estremamente delusa se il suo governo lo dovesse ignorare. Sarebbe un pessimo segnale da inviare ai cittadini ed ai lavoratori europei che l’ opinione della BCE abbia un peso maggiore dell’opinione espressa direttamente dal popolo. E questa non è certo l’Europa che noi vogliamo.
Inoltre, non esistono i benefici economici della liberalizzazione e della privatizzazione dei servizi pubblici locali. C’è oramai una vasta letteratura economica che contraddice le teorie che reclamano questi benefici. Teorie che oltretutto si fondano su una situazione ideale di piena e simmetrica informazione, equilibrio dei poteri, piena conoscenza del futuro e che proclamano che questo è il corso naturale delle cose. Questo è un sofisma. Ma è anche un errore empirico. Oramai una montagna di ricerche dimostrano che i benefici che erano stati paventati non si sono mai realizzati. Le segnalo il lavoro svolto dalla Public Services International Research Unit della University of Greenwich che ha ricevuto ampi consensi a livello internazionale.
Potremmo menzionare altre motivazioni per non procedere oltre con le proposte di liberalizzazione e privatizzazione, Sono ben conosciute e non vogliamo ripeterle.
Caro Presidente del Consiglio,
noi le chiediamo di NON procedere oltre con le proposte di liberalizzazione e privatizzazione dei servizi idrici e dei servizi locali in Italia. Queste proposte violano l’espressione democratica del popolo italiano e non porteranno benefici all’economia italiana.
Cordiali saluti
Jan Willem Goudriaan
Vice segretario generale dell’EPSU “
Si è svolto stamane il primo incontro tra il Ministro della Funzione Pubblica Patroni Griffi e le Confederazioni rappresentative del lavoro pubblico.
Il Ministro ha introdotto manifestando la volontà di un percorso di confronto con le OO.SS. ed indicando alcuni temi che dovrebbero essere prioritari in tale confronto.
La CGIL, nel proprio intervento, ha chiesto una forte discontinuità con il metodo ed il merito delle relazioni sindacali con il Governo precedente, ricostruendo un proficuo e positivo rapporto con le Organizzazioni Sindacali, e rovesciando l’approccio che per 3 anni si è accanito pervicacemente contro il lavoro pubblico.
In questo quadro, è necessario un nuovo accordo sul lavoro pubblico e sulla P.A., che restituisca dignità e valorizzazione ai pubblici dipendenti, e che abbia come presupposto la definizione di un nuovo sistema contrattuale unitario.
Per la CGIL, i temi prioritari di tale accordo sono:
La CGIL ritiene necessario che si ripristini una condizione virtuosa nelle relazioni sindacali, tale da assicurare certezza di regole, perseguire l’efficienza della P.A.,valorizzare l’operato dei pubblici dipendenti.
Se le intenzioni del governo corrispondono a tale percorso, la CGIL dichiara la propria piena disponibilità ad un impegnativo confronto di merito.
Nicola NICOLOSI
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Rossana DETTORI
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Domenico PANTALEO
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Segretario Confederale CGIL
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Segretaria Generale FP CGIL
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Segretario Generale FLC CGIL
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Roma, 12 gennaio 2012
19.01.2012 – In allegato la Circolare relativa alla mobilità del personale Direttivo del C.N.VV.F.