Dal Sindaco Renzi solo banalità. Disponibili a confronto anche sui costi del suo staff. Comunicato stampa di Daniele Giordano, Segretario Nazionale Fp-Cgil e Antonio Lazzaro, Segretario Generale Fp-Cgil Toscana

 
Fare battute di cattivo gusto sui dipendenti pubblici sembra essere diventato uno sport nazionale nel quale spesso si cimentano gli uomini politici. L’ultima offesa gratuita ai lavoratori della pubblica amministrazione è arrivata da Matteo Renzi, Sindaco di Firenze, che sul settimanale Sport Week ha sentenziato: “chiamarli Fantozzi sarebbe far loro un complimento”. Non commentiamo la battuta in quanto tale, perché con le battute non si affrontano i problemi e crediamo che il Sindaco possa fare di meglio, esprimere le sue pur legittime critiche in modo più elegante, magari non denigratorio. Le cacce alle streghe, le crociate del Ministro Brunetta e dei suoi emuli, servono solo a umiliare una categoria in modo infantile, a solleticare i peggiori istinti, ma non certo ad affrontare i problemi. Per questo ci vuole serietà. Renzi oggi guadagna qualche titolo sulla pelle dei suoi dipendenti. Un fatto che non gli fa onore e che sicuramente non crea un clima sereno in Comune. Se questo era il suo fine, l’obbiettivo è raggiunto. Se al contrario il Sindaco volesse discutere di modernizzazione della pubblica amministrazione, da parte nostra troverà un’interlocuzione attenta e rispettosa delle sue prerogative. Siamo disposti a farlo anche su quel taglio ai costi della politica che sta a cuore tanto a noi quanto a Renzi. Ci piacerebbe ad esempio discutere delle decine di persone che ha portato con se all’arrivo a Palazzo Vecchio, del suo staff come di quelli dei suoi assessori, della ragione per cui, in un comune con 5000 dipendenti, ci sia stato bisogno di assumerne di nuovi.
 
Roma, 19 Luglio 2011

 

 

Comunicato unitario

 
 

DIRIGENTI, MEDICI E PROFESSIONISTI
L’Amministrazione stringe il collare

Venerdì scorso le sole Cisl e Uil, oltre a sottoscrivere il CCNI delle aree, hanno ratificato i contratti integrativi 2010 di Dirigenti, Medici e Professionisti.

Anche su questi accordi si è abbattuta la mannaia della Riforma Brunetta in tema di relazioni sindacali.

In categorie come quelle dei Professionisti, dei Medici e dei Dirigenti, dove la gestione clientelare è prassi, il venir meno della possibilità di confronto e contrattazione non può che deteriorare ulteriormente un sistema non certo basato sulla “vera” meritocrazia.

Eclatante è quanto emerge nel CCNI dei Dirigenti.

Si prevedono le tre fasce di merito brunettiane con differenti parametri di liquidazione conseguenti alla valutazione della qualità della prestazione individuale. Fin qui nulla di sconvolgente, il problema tuttavia è che il numero dei Dirigenti da collocare nella fascia più alta non può essere superiore al 30% del personale dirigente valutato.

L’Amministrazione sta dicendo, di fatto, che solo il 30% del proprio management merita il massimo della valutazione.

La stessa Amministrazione, così attenta nel percentualizzare buoni e cattivi, poi di colpo si dimentica di dare un’occhiata ai curricula dei propri dirigenti nel momento in cui si tratta di affidare gli incarichi.

In quel caso non conta esser stati bravi, lì conta la sponsorizzazione, prova ne è che da anni resta lettera morta la norma programmatica che dovrebbe prevedere appositi percorsi di crescita professionale legati alla valutazione dei risultati raggiunti.

Se i Dirigenti diventano sempre meno autonomi i Medici continuano a non veder mantenute le promesse inserite negli accordi.

Sono ancora in attesa dell’indennità di esclusività, nonché dell’attuazione dell’art. 14 del CCNI 2010 che prevedeva di rivedere modalità di erogazione del trattamento accessorio, con particolare riferimento alla previsione di criteri per l’assegnazione degli obiettivi.

Nemmeno chi a suo tempo ha firmato le ipotesi di questi contratti, poi ha preteso, in sede di sottoscrizione definitiva, il rispetto di quanto in essi contenuto, ad eccezione dell’Anmi-Femepa che per questo ed altri motivi non ha ratificato i CCNI 2010.

Se nessuno avesse ratificato gli accordi integrativi che sarebbe successo?

Avremmo percorsi di carriera certi per i Dirigenti, l’indennità di esclusività per i Medici e una gestione degli affidamenti degli incarichi un po’ più trasparente.

Roma, 26 luglio 2011

F.P. CGIL INPS FILP FIALP-CISAL USB PI INPS
O. Ciarrocchi A. Giambelli L. Romagnoli

 
 

 

NUOVA BOZZA DI CCIE 2011 E CONSIDERAZIONI DELLA CGIL

 
 

TRASMETTIAMO IN ALLEGATO LA NUOVA BOZZA DEL CCIE 2011 RIVISTA ALLA LUCE DELLE CONSIDERAZIONI EMERSE ALLA RIUNIONE DEL TAVOLO NAZIONALE DI IERI POMERIGGIO.

SIAMO CONVINTI, CHE ANCHE ALLA LUCE DELLA NUOVA MANOVRA ESTIVA DI TREMONTI ( L.111 DEL 15/7/2011) SIA SEMPRE PIU’ URGENTE UN RIPENSAMENTO IN TOTO DEL CONTRATTO INTEGRATIVO CHE DEVE PRINCIPALMENTE MIRARE ALLA SALVAGUARDIA DEL POTERE D’ACQUISTO DEI NOSTRI STIPENDI FINO AL 2017, ANNO FINO AL QUALE E’ STATO PROROGATO IL RICONOSCIMENTO DELLA SOLA VACANZA CONTRATTUALE (CIRCA 8 EURO) E IL BLOCCO DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE.

PER QUANTO CI RIGUARDA, IL CCIE INPDAP NON POTRA’ PRESCINDERE:

1) DAL VAGLIO PREVENTIVO DELLE MODALITA’ DI COSTITUZIONE DEL FONDO DA PARTE DEL COLLEGIO DEI SINDACI, CHE TENGA CONTO DELLE RISORSE EFFETTIVAMENTE DISPONIBILI E NON SOLO DI QUELLE VIRTUALI. L’AMMINISTRAZIONE NON PUO’ CONTINUARE A PORTARE AL TAVOLO UN FONDO PROVVISORIO;

2) DA UN UTILIZZO DEL FONDO DI ENTE IMPRONTATO AL CONCETTO POSITIVO DI VALORIZZAZIONE DEL PERSONALE E NON A QUELLO ASSOLUTAMENTE NEGATIVO E PUNITIVO DECLINATO DALLA RIFORMA BRUNETTA CON IL 25/50/25. CONCETTO CHE RIVIVE PERICOLOSAMENTE, SECONDO QUANTO PREVISTO DALL’ART. 16 COMMA 5 DELLA L.111/2011, IN BARBA ALLE PRETESE RASSICURAZIONI, TANTO SBANDIERATE ALL’INDOMANI DELL’ACCORDO DEL 4 FEBBRAIO FIRMATO DA FPCISL E UIL PA CON IL MINISTRO BRUNETTA.

3) DA UN SISTEMA INDENNITARIO ( POSIZIONI ORGANZZATIVE E ART. 32) LA CUI REVISIONE , SECONDO CRITERI E DIRETTIVE PIU’ CHIARE, TRASPARENTI E NELL’INTERESSE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DI QUESTO ENTE, NON PUO’ PIU’ ESSERE RINVIATA;

4) DA UN POTENZIAMENTO E UNA MAGGIORE CONSIDERAZIONE DELLA CONTRATTAZIONE DELLE RSU E DEI LIVELLI TERRITORIALI E REGIONALI PER LE DECISIONI CHE INCIDONO DIRETTAMENTE SUL TERRITORIO;

5) DALLA ELIMINAZIONE DI OGNI VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA CHE POSSA INCIDERE SUL SALARIO ACCESSORIO. NO! ALL’ART.8 DEL CCIE 2011 CHE LASCIA 500 EURO DEL NOSTRO STIPENDIO ALLA ARBITRARIA E MALATICCIA VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA;

6) DALLA GARANZIA DI UN IMPORTO DEL SALARIO ACCESSORIO LEGATO ALLA PRODUTTIVITA’ CHE RECUPERI E RENDA EQUO IL TRATTAMENTO PER TUTTI I LAVORATORI DI TUTTE LE AREE;

7) DALLA PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI E DELLE LORO RAPPRESENTANZE SINDACALI, A TUTTI I LIVELLI DI CONTRATTAZIONE, NELLA CONDIVISIONE DEI CRITERI IMPIEGATI PER L’ATTRIBUZIONE DEGLI OBIETTIVI LAVORATIVI E DEI CARICHI DI LAVORO;

8) DALLA CONSIDERAZIONE CHE L’ART.23 E IL SALARIO DI PROFESSIONALITA’ NON POSSONO DIPENDERE DALLA SCHEDA DI VALUTAZIONE, NE’, TANTOMENO, DIPENDERE DAL RISULTATO CONSEGUITO DALLA SEDE, MA SONO E DEVONO RIMANERE ANCORATI AL CONCETTO DI PROFESSIONALITA’ ACQUISITA AL QUALE SONO ORIENTATI DAL CCNL 98/01 (VEDI ANCHE SUL PUNTO NOTA AVERBALE CGIL SUL CCIE 2010);

9) DALLA ASSICURAZIONE DI MAGGIORI ATTENZIONI ALLE POLITICHE DI GENERE CHE SONO GIA’ FORTEMENTE COMPROMESSE DALLA POLIZZA ASSICURATIVA E DALLA REVISIONE DEL PART-TIME (REVISIONE CHE HA INTERESSATO SOLO DONNE, MAMME, GIA’ PENALIZZATE DALL’INSENSATA IMPOSSIBILITA’ DI MANDARE I FIGLI ALLE VACANZE STUDIO). RITENIAMO DOVEROSO, QUINDI, CHELA TABELLA DELLE CAUSALI DI PRESENZA E DI ASSENZA VENGA RIVISTA CONSIDERANDO TRA LE CAUSALI VALIDE AI FINI DEI COMPENSI INCENTIVANTI LE ASSENZE PER I CONTROLLI PRENATALI E LE ASSENZE PER CONGEDO PARENTALE (DLGS. 151/01).

BUON LAVORO A TUTTI NOI.

ROMA, 26/7/2011

FP CGIL INPDAP
MARINELLA PERRINI

 
 

Sollecito riscontro questione mobilità personale Servizio Cinofili

I SERVIZI PUBBLICI INCONTRANO I MIGRANTI

LA CONFERENZA FINALE DI MALAGA (26 OTTOBRE 2010)

Euromed Malaga
Presidenza inziativa di Malaga

Si è conclusa a Malaga il 26 ottobre scorso la prima fase del progetto “Public services meeting migrants“, che la Funzione Pubblica CGIL ha voluto proporre e realizzare in collaborazione con la FSESP (Federazione Europea dei Sindacati dei Servizi Pubblici) e conl’ISP (Internazionale dei Servizi Pubblici) e che ha visto coinvolti, oltre alla FP CGIL, la FP CISL, per l’Italia, e i sindacati dei servizi pubblici di Portogallo, Spagna, Francia, Malta e Grecia.
Obiettivo prioritario del progetto era cominciare ad indagare come i servizi pubblici rispondono ai bisogni dei migranti che sempre più numerosi raggiungono l’Europa dalle sponde del Mediterraneo, consapevoli che questa area geografica costituisce una priorità, ed una specificità, nelle politiche dell’Unione Europea e degli Stati membri riguardo ai flussi migratori misti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo. Una ricerca dell’International centre for Migration Policy Development ha rivelato che sono 120.000 i migranti che attraversano il Mediterraneo ogni anno, di cui l’80% lascia la sponda sud attraverso la Libia. Negli anni 2002 – 2003 gli avvistamenti in mare sono stati 14.000 per l’Italia, 11.000 per la Spagna, quasi 5.000 a Cipro, 4.000 in Grecia. Nei primi nove mesi del 2006 sono stati 25.000 gli sbarchi alle Canarie, 17.000 in Italia, 1.500 a Malta. Nello stesso periodo la Grecia ha intercettato 900 arrivi dal mare e arrestato 28.700 migranti irregolari sul territorio. E si stima che siano 2.000 le persone che ogni anno annegano nel tentativo di raggiungere l’Europa. Se è vero, come i nostri sindacati sostengono, che i servizi pubblici sono il luogo in cui si realizzano i diritti delle persone, essi devono essere posti in grado di adattarsi rapidamente anche ai grandi mutamenti che la globalizzazione produce, di sapere soddisfare anche i diritti fondamentali dei nuovi cittadini che la migrazione porta nelle nostre città. Fu guardando alla realtà dei nostri paesi che, ormai quattro anni or sono, ritenemmo necessario porre all’attenzione della FSESP il tema della migrazione come uno degli argomenti su cui concentrare l’azione negoziale e l’iniziativa del sindacato anche nei servizi pubblici. Non è stato un cammino scontato: dai sindacati di alcuni paesi giungevano segnali di una certa sottovalutazione del problema, dettati dalla diversa natura e qualità della migrazione nei 27 Stati Membri dell’Unione Europea e dall’ignoranza della dimensione del fenomeno nel Mediterraneo. Accelerare le procedure per la concessione di visti e permessi, garantire la salute dei migranti, l’educazione dei loro figli, fornire una casa, favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, assicurare il loro diritto alla pensione, sono solo la parte più evidente dei bisogni che le amministrazioni locali e il sistema dei servizi pubblici dovrebbero sapere soddisfare.
Due anni fa affrontammo questi temi nella Conferenza annuale FSESP sulla contrattazione collettiva e, nel giugno 2009, il gruppo del Mediterraneo li ripropose in una risoluzione approvata all’unanimità dal Congresso FSESP.

 
 
Euromed Malaga 2
Partecipanti iniziativa di Malaga

Per dare concretezza a questi temi il 16 Marzo scorso presentammo il progetto in una conferenza svolta a Bari, con il patrocinio della Regione Puglia, delineando i contenuti di una ricerca tesa a verificare come i nostri paesi si attrezzano per rispondere alla sfida di una convivenza multietnica all’insegna della solidarietà, partendo dalla mappatura delle legislazioni, europea e dei paesi partecipanti al progetto.
Gli obiettivi i principali hanno riguardato:
1) l’identificazione di specifici settori in cui i dipendenti dei servizi pubblici (intesi sia comepubbliche amministrazioni, sia esternalizzati/appaltati, sia a gestione mista), in ciascun paese, possono avere un più alto livello operativo e quelli in cui si registrano carenze, provando ad indagarne i motivi;
2) la valutazione della preparazione professionale rispetto alle problematiche connesse alla migrazione dei lavoratori pubblici che svolgono le loro funzioni a contatto dei migranti;
3) l’identificazione di percorsi di formazione specifici per i dipendenti pubblici legati ai temi della migrazione e dei richiedenti asilo. Il campione selezionato in Italia ha incluso: le Prefetture di Milano, Bari e Reggio Calabria, la questura di Bari, servizi sociali e per i migranti delle Province di Cagliari, Padova e Prato, servizi sanitari di Monza, Ospedale di Este (PD) e ASL di Cagliari, e la Cooperativa Richiedenti Asilo “CARA” di Bari.
Si tratta di un campione certamente parziale rispetto all’ampio numero e alla vasta gamma di servizi che quotidianamente trattano con i migranti e dettato, oltre che dalla limitatezza delle risorse destinate al progetto, dalla disponibilità di operatori ed irigenti dei servizi a collaborare alla ricerca. Vale la pena sottolineare che, con la sola eccezione di Bari, le Questure si sono in generale rifiutate di collaborare senza la previa autorizzazione del Ministero. Come illustra Raffaella Greco (vedi articolo allegato), che ha condotto la ricerca, i risultati dei questionari raccolti tra impiegati e dirigenti confermano che in tutti i paesi del campione sono numerosi i problemi relativi alla qualità e competenza dei servizi offerti ai migranti. In Italia il dato più evidente è la scarsa conoscenza della materia in generale. Tra il 20 e il 22,7% (contro il 14% della media) degli addetti dichiara di conoscere le maggiori convenzioni internazionali (Protocollo sullo stato di rifugiato, Convenzione di Ginevra 1951, Convenzione Internazionale per la Protezione dei Lavoratori Migranti) e quasi il 26% di non conoscerle affatto. Tra il 20 e il 32,5%, di poco inferiore alla media, afferma di avere da scarsa a media conoscenza della normativa UE inmateria, e solo l’8,7 dichiara una elevata conoscenza. Sulla legislazione nazionale e regionale il livello di conoscenza degli addetti varia dal 26,2% di scarso, al 32,5 di medio, fino all’8,8 di buono o eccellente (ancora una volta superiore alla media per quanto attiene i livelli bassi, ma inferiore rispetto al 9,4% medio di buona conoscenza). Con il 57,8% di addetti che non ha mai partecipato ad attività formative, la necessità di corsi di formazione e/o aggiornamento emerge come un’esigenza generalizzata (94%) e una tema inderogabile per l’iniziativa sindacale. Benché il 76% del personale giudichi valida la capacità di risposta alle richieste dei migranti (la media è 64,4), le carenze dei servizi sono imputate alla mancanza di finanziamenti per il 28%, di personale 25,6%, di mediatori culturali e linguistici 20,5% e per il 10,3% all’incomprensione delle richieste degli utenti migranti.
E’ interessante notare che tra le soluzioni proposte per migliorare il servizio il 26,9% indicala necessità di assumere migranti in qualità di mediatori culturali, ma solo il 14,5% la più generica assunzione di impiegati migranti, segno di una perdurante percezione del migrante come diverso/inadatto per il lavoro pubblico.

 
 
Euromed Malaga 3
Rosa Pavanelli

La comunicazione è una delle difficoltà nell’accesso ai servizi per il 18,5% delle risposte fornite alquestionario dai migranti utenti, che denunciano inoltre al 23,4% i tempi diattesa troppo lunghi, 16,8% la scarsa disponibilità degli addetti, 8,7% lamancanza del personale e 13% lo scarso rispetto dei diritti umani. Il giudizio sull’approccio ai servizi corrisponde alle carenze che i migranti utenti rilevano (per molti aspetti coincidenti con quelle degli operatori): mancanza di mediatori culturali e linguistici, di impiegati qualificati, ignoranza delle norme in materia e scarsa comprensione dei bisogni degli utenti sono indicati tutti dal 19% dei migranti intervistati, cui si aggiunge per il 12,8% l’inadeguatezza dei locali in cui sono ubicati i servizi. Di particolare importanza è che il 58,5% dei migranti intervistati dichiara di conoscere poco o nulla dei servizi esistenti e suggerisce di aumentare l’informazione attraverso mediatori culturali per il 33,3%, Radio e TV per il 32,5% e il 22,8% mediante una generica diffusione di informazione. Il dato corrisponde con l’indicazione fornita dagli utenti sulla necessità di assumere immigrati nei servizi pubblici (94,8%), di sportelli multiservizi  al 32,3%, uffici informazione per i migranti al 34,4% e centri multifunzione all’11,5% e indica un terreno di iniziativa utile per favorirne l’accesso, ma anche necessario vista la diminuzione di personale che il mancato rinnovo dei contratti ai precari, imposto dai tagli del governo, sta comportando in tutti i servizi dedicati ai migranti.La ricerca fornisce informazioni utili per adeguare la capacità di intervento del sindacato, ma anche l’esigenza di approfondimenti con studi di caso, scambio di buone pratiche e sperimentazione di corsi formativi specifici, convinti come siamo che dalla qualità dell’accesso ai servizi pubblici dipende buona parte della qualità dell’integrazione dei migranti e la difesa dell’universalità dei diritti per tutti.

Rosa Pavanelli (Vicepresidente FSESP e Responsabile Dipartimento Internazionale FP CGIL

 


 

I servizi pubblici incontrano i migranti

Il testo della ricerca

Pubblichiamo la versione italiana del rapporto del progetto “I Servizi Pubblici incontrano i Migranti” che il Gruppo Euro-Mediterraneo della FSESP/ISP ha realizzato tra maggio e ottobre del 2010.
Si tratta di una ricerca svolta dai sindacati dei servizi pubblici in 6 paesi, che si è sviluppata attraverso un’indagine rivolta a lavoratori, dirigenti e migranti utenti dei servizi pubblici e indirizzata a valutare la qualità dei servizi dedicati ai migranti e, seppure riferita ad un campione limitato, è la prima ricerca che sia mai stata realizzata sull’argomento.
Il rapporto è una prima versione, presentata alla Conferenza di Malaga il 22 ottobre scorso, e sarà revisionato con i dati arrivati oltre il termine prefissato. Nello stesso tempo, prossimamente sarà disponibile l’elaborazione dettagliata dei dati relativi alla parte italiana dell’indagine.


 

Aggiornamento in materia di coordinamento, di Analisi Criminale delle Forze di Polizia….

 

Convocazione Nuovo Accordo Nazionale Quadro – Richiesta rinvio

Costituito il fondo di Amministrazione anno 2010

 

Osservazioni sulla bozza degli schemi dei decreti GOM, Uspev e Nic.

 
 

Nella giornata odierna le organizzazioni sindacali del Cartello maggioritario, che raccoglie oltre il 55% dei consensi del personale di Polizia penitenziaria, hanno incontrato i Vertici dell’Amministrazione Penitenziaria.
Le scriventi sigle hanno aderito alla convocazione del Capo del Dipartimento, presenziando all’incontro solo per “senso di responsabilità” nei confronti del personale del Corpo.
Una partecipazione contingentata, limitata esclusivamente alla consegna di un documento elaborato congiuntamente e che si allega a margine di queste poche righe di preambolo.
La nostra è stata una scelta sindacale ponderata e condivisa.
L’assordante silenzio in cui sembra essere precipitata l’Amministrazione Penitenziaria in relazione alle problematiche rappresentate ci ha indotto ad assumere una diversa condotta.
Alla nostra ferma decisione di interruzione delle trattative con l’Amministrazione Penitenziaria, il Capo del Dipartimento ha fatto seguire dei timidi segnali di apertura.
Ma le parche rassicurazioni del dott. Ionta non sono state né sufficienti né, tantomeno, esaustive.
Con la consegna delle osservazioni sugli schemi dei decreti relativi alla determinazione degli organici e delle modalità di accesso al Gruppo Operativo Mobile, all’Ufficio per la Sicurezza Personale e per la Vigilanza ed al Nucleo Investigativo Centrale, le compagini del Cartello hanno contestualmente comunicato all’Amministrazione Penitenziaria, ed a Ionta in primis, l’inizio di una stagione di protesta che prenderà le mosse con una manifestazione congiunta calendarizzata per la metà del mese di settembre, che investirà sia il Dipartimento sia il nuovo inquilino di Via Arenula.
Un dissenso, quello nostro, che intendiamo calare anche in periferia: è al vaglio una potenziale ipotesi di separazione dei tavoli di contrattazione dalle sigle non aderenti al Cartello anche a livello regionale.
Questa concezione di politica dell’Amministrazione non ci piace; essa non è volta a curare gli interessi generali del servizio e con essi la tutela della condizione dei lavoratori.
Sinora la politica di gestione messa in campo, è stata capace di raccogliere disaccordo piuttosto che quella collegialità necessaria, nel rispetto delle parti in causa.
Nostro malgrado, i primi ad essere informati delle condizioni di lavoro delle donne e degli uomini in divisa blu, che indefessi lavorano nelle carceri italiane, sarà l’opinione pubblica, la coscienza del nostro Paese.

Roma, 25 luglio 2011

        OSAPP            SiNAPPe            UGL            CISL FNS            CGIL FP            FSA-CNPP
   (L. Beneduci)      (R. Santini)    (G. Moretti)     (P.Mannone)        (F. Quinti)          (G. Di Carlo)


 

Circolare Funzione pubblica n . 8 del 5 settembre 2008

tipo: Circolare Funzione Pubblica
data: 5 settembre 2008
note:

 

Dirigenza penitenziaria: Bozza di piattaforma contrattuale

BOZZA DI PIATTAFORMA PER LA SOTTOSCRIZIONE DEL PRIMO CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO DELLA
DIRIGENZA PENITENZIARIA

Roma 11 Dicembre 2007

Ai delegati ed eletti Fp Cgil RSU settore Pen.
(con preghiera di consegnarne copia ai
dirigenti penitenziari )

Oggetto: Bozza di piattaforma contrattuale – Dirigenza penitenziaria – e convocazione attivo dirigenti penitenziari per il 10 Gennaio 2008 ore 10.00 –
Roma Via Leopoldo Serra 31 4° piano sala azzurra – Fp Cgil Nazionale –

Care/i compagne/i
vi trasmettiamo una prima bozza di piattaforma per il 1° Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale dirigenziale penitenziario.
Un documento sul quale vi chiediamo di aprire una prima discussione ed approfondimento nell’obiettivo di definire a breve una piattaforma definitiva da consegnare alle controparti e sulla base della quale avviare la contrattazione con il Governo e con l’Amministrazione.
A tal proposito è convocato un attivo nazionale dei dirigenti penitenziari della Fp Cgil per il giorno 10 Gennaio 2008 alle ore 10.00 presso questa sede nazionale.
Vi chiediamo di favore la massima diffusione della proposta fra i dirigenti interessati e di agevolare la loro partecipazione all’attivo convocato.

p. la Fp Cgil Nazionale
Fabrizio Rossetti

 
 
 
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