Nessuna certezza per il futuro di circa 2500 tirocinanti delle cancellerie degli Uffici Giudiziari a supporto del personale amministrativo.

Continua il dramma dei lavoratori in tirocinio formativo negli uffici giudiziari, che dopo 9 anni non
potranno sperare in una risoluzione della loro vertenza.
Non risolve il problema neanche l’avviso di avviamento a selezione tramite i centri per l’impiego,
pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 8 Ottobre, dal Ministero della Giustizia, per 616 operatori
giudiziari.
Le criticità e l’inadeguatezza di detto reclutamento sono sotto gli occhi di tutti, dall’esclusione di
alcune regioni, pur avendo negli Uffici Giudiziari del proprio territorio evidenti carenze di organico rispetto al fabbisogno, dall’insufficienza dei posti messi a bando relativamente al bacino dei lavoratori precari delle cancellerie, all’inefficacia dei meccanismi tesi a riconoscere un punteggio aggiuntivo ai predetti lavoratori.
Oggi siamo in attesa che il Ministero della Giustizia, entro il 7 novembre, comunichi le linee guida
alle Regioni e ai Centri per l’Impiego interessati, affinché questi ultimi individuino sulla base dei requisiti delineati dalle diverse normative regionali, gli iscritti alle liste di collocamento.
Resteranno, quindi, pochi giorni per intervenire seriamente sui meccanismi di reclutamento che
possano dare seguito al progetto formativo finalizzato al reinserimento lavorativo, per il quale sono stati investiti milioni di euro ed al contempo un reclutamento che dia speranza ai tirocinanti della Giustizia di tutta Italia, che proprio nella formazione hanno investito tempo e denaro; gli stessi lavoratori scenderanno in piazza per manifestare il proprio sdegno il 29 Ottobre prossimo.
Non è più accettabile che si dica che il bando per 616 operatori giudiziari sia un bando per
“tirocinanti della Giustizia – formati da anni come operatori giudiziari -” così come ha affermato lo stesso Ministro Alfonso Bonafede, in una nota emittente radiofonica nazionale, dopo qualche mese dal suo insediamento, o in un post su Facebook appena uscito l’avviso in Gazzetta Ufficiale.
E’ necessario oggi un importante impegno politico del Governo, capace di presentare un ventaglio
anche diversificato di soluzioni, nelle pubbliche amministrazioni in generale, un impegno del Dicastero di via Arenula congiunto col Ministro della Funzione Pubblica.
Per tale motivo in occasione della manifestazione, chiederemo di poter incontrare i due Ministri, al
fine di individuare una stabile ed immediata risoluzione normativa di una problematica che ormai appare non più rinviabile, alla luce degli sforzi fatti per sconfiggere ogni forma di precariato, anche quello più subdolo.
Non si chiedono sanatorie, ma l’applicazione dell’articolo 97 della Costituzione e di una valorizzazione del percorso formativo fatto, che consenta finalmente ai tirocinanti di poter essere regolarizzati nell’ambito delle assunzioni come operatore giudiziario.
Per questo il 29 ottobre saremo in piazza Cairoli, dalle ore 10.00 alle ore 14.00, per un presidio di
protesta davanti al Ministero della Giustizia, rivendicando il diritto a vedere riconosciuta la dignità del
lavoro al servizio dei cittadini.

 

FP CGIL                                 CISL FP

Società coinvolta in indagine per frode

“Apprendiamo dalla stampa di un’operazione che ha fatto emergere un complesso sistema di frode ai danni delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia, in cui sarebbe coinvolta la società Sereni Orizzonti Spa, che gestisce delicati e importanti servizi rivolti ad anziani minori e adolescenti. Società che abbiamo più volte segnalato nel tempo per scorrette applicazioni contrattuali. La nostra attenzione va, oltre che all’utenza e al servizio, a lavoratrici e lavoratori che non possono in alcun modo ritrovarsi a pagare il conto di una situazione su cui non hanno alcuna responsabilità”. Questo il commento di Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uilt TuCs sull’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Udine, coordinata dalla Procura della Repubblica, e che vede coinvolta la società Sereni Orizzonti Spa.

“Abbiamo più volte segnalato, nel corso del tempo, le scorrette applicazioni contrattuali operate dall’azienda ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori. Se le accuse di frode fossero confermate, verrebbe dimostrata la giustezza delle nostre denunce – sottolineano i sindacati -. Ciò nonostante, in questa fase così drammatica, la nostra attenzione va ai lavoratori e all’utenza, vere vittime di una situazione che può avere risvolti gravi. Attenderemo l’evolversi delle indagini. Intanto opereremo in ogni modo per tutelare servizi e lavoratori. Lo faremo mantenendo con loro uno stretto rapporto, struttura per struttura, a partire dai prossimi giorni”, concludono.

Incontro del Ministro dell’Interno con le Organizzazioni Sindacali

Si è tenuto stamattina al Viminale l’incontro del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, con le
rappresentanze sindacali del personale contrattualizzato, comparto e dirigenza, dell’Amministrazione
Civile dell’Interno.
Abbiamo colto l’occasione per mettere in evidenza le questioni da affrontare in tempi rapidi e con
rinnovato slancio per dare risposte utili alle aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori.
In particolare abbiamo posto l’esigenza di accelerare le procedure assunzionali già previste magari
attingendo dalle graduatorie aperte di concorsi banditi negli ultimi anni dalle amministrazioni pubbliche.
Ma le procedure previste non sono una risposta sufficiente a coprire le carenze d’organico stimate
in oltre tremila unità.
Abbiamo chiesto al Ministro di favorire l’apertura di un confronto di merito per la definizione del fabbisognodi personale per il prossimo triennio, non solo a copertura delle uscite per pensionamento
ma per garantire le effettive necessità per assicurare servizi adeguati su tutto il territorio nazionale.
Tale richiesta è ancor più giustificata in ragione della necessità di dare corso al cosiddetto protocollo
Minniti che aveva il compito di definire funzioni e ruoli da destinare esclusivamente alle competenze del personale del Comparto e che oggi invece sono svolte dal personale della Polizia di Stato.
Per quanto ci riguarda, a tal proposito, abbiamo anche chiesto che si definisca e realizzi il principio
della dipendenza gerarchica e funzionale del personale del Comparto delle Funzioni Centrali a personale inquadrato nell’Area della Dirigenza delle Funzioni Centrali e non a personale di altri ambiti contrattuali.
Abbiamo ancora chiesto al Ministro di promuovere l’apertura del confronto per la definizione del
Contratto Collettivo Nazionale Integrativo triennale, come previsto dal Ccnl delle Funzioni Centrali,
nell’ottica di definire e declinare il nuovo sistema di relazioni nell’ambito dell’architettura organizzativa dell’amministrazione civile dell’Interno, rendere più fluidi e effettivamente esigibili gli istituti del nuovo Ccnl in materia di banca ore, permessi retribuiti, ferie solidali, eccetera.
Così come serve avviare un percorso di effettiva valorizzazione del personale tutto, integrando le
risorse del fondo risorse decentrare, permettendo sia di attivare lo strumento delle progressioni
economiche sia per avviare un percorso di allineamento delle retribuzioni complessive del personale
civile alle altre componenti che convivono nel Ministero dell’Interno. Magari prendendo a riferimento
quanto altre amministrazioni hanno già fatto rivalutando le indennità di amministrazione del
proprio personale.
Da ultimo abbiamo colto l’occasione per porre il tema della stabilità del servizio di eccellenza oggi
rappresentato dalle Commissioni Territoriali per i richiedenti asilo e della effettiva valorizzazione
della professionalità di quanti lavorano al loro interno. Abbiamo chiesto che il Ministro si attivi presso
il governo per una norma legislativa utile a dare continuità alle Commissioni e alle sezioni territoriali,
per abrogare l’art. 8 quater del decreto sicurezza bis, che precarizza personale altamente specializzato. Ma anche per realizzare, attraverso la contrattazione integrativa quella integrazione del personale delle Commissioni nel sistema di norme e riconoscimenti definiti dal contratto di comparto.
Infine abbiamo chiesto maggiore attenzione nei confronti della dirigenza contrattualizzata, a partire
da un utilizzo più coerente delle risorse disponibili alla contrattazione integrativa dell’Area.

La Coordinatrice del Ministero dell’Interno
Adelaide Benvenuto

Il Coordinatore nazionale della Dirigenza
delle Funzioni Centrali
Domenico Mancusi

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio

Se da una parte è sacrosanta la necessità di uno stanziamento economico adeguato da parte del Governo al fine di raggiungere una armonizzazione retributiva e previdenziale del personale e riconoscerne la professionalità e la specificità dall’altra, come Organizzazione sindacale, non possiamo esimerci nel rivendicare con forza i diritti e le tutele di tutti, quelle acquisite e che pian piano vengono messe in discussione per pochi spicci.

La pubblicizzazione del contratto di lavoro non ha portato i benefici auspicati, questo è evidente a tutti, Amministrazione compresa.

La c.d. delega Madia non ci ha consentito di modificare l’impianto già sbagliato del decreto legislativo 217/05. Il risultato è stato il decreto 127/18 voluto dall’Amministrazione e avallato da talune organizzazioni sindacali. Questo ha peggiorando di fatto l’impianto organizzativo del Corpo mettendo in discussione tutto anche la mobilità del personale.

Un Dipartimento completamente fermo, ingessato da norme sbagliate, scritte male  e inapplicabili che obbligano le lavoratrici e i lavoratori ad avvalersi del legale per affrontare i necessari ricorsi.

La Fp Cgil VVF rivendica almeno 600 euro di aumenti mensili per il personale del Corpo, in linea con le retribuzioni dei Vigili del Fuoco dei Paesi del Nord Europa più evoluti. Chiede il rinnovo del Contratto Nazionale, la delegificazione del rapporto di lavoro, l’ingresso nel sistema assicurativo INAIL, la previdenza complementare e più diritti e tutele per le lavoratrici e i lavoratori.

Nel documento che abbiamo presentato al Presidente del Consiglio c’è una proposta di FUTURO del Corpo, fuori dalle logiche della sicurezza, FUORI dal Ministero dell’Interno.

Chiediamo un cambio di rotta, abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio di collocare i Vigili del Fuoco sotto le dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dove le risorse economiche, quando necessarie, ci sono sempre. 

 

Come sapete siamo stati attivamente impegnati insieme ad Epsu nella difesa del Dialogo sociale con una causa contro la Commissione Europea che aveva rifiutato di mandare avanti la procedura relativa all’Accordo su diritti di Informazione e Consultazione per i lavoratori delle Ammnistrazioni Centrali.

Ieri, la Corte Europea di Giustizia, ha emanato la sentenza che di fatto mette a rischio la effettività del Dialogo Sociale in Europa.
Il Tribunale attribuisce, in contrasto con quanto da noi e da Epsu sostenuto, un diritto di iniziativa  della Commissione in relazione agli accordi stipulati tra le parti sociali, di fatto limitandone il potere e l’autonomia. Epsu sta analizzando la sentenza con i suoi legali e durante il prossimo Esecutivo di Epsu, che si terrà il 5 ed il 6 novembre prossimi, decideremo quali strade intraprendere per contrastare questo risultato negativo.
Riteniamo che a questo punto, a prescindere da quale sarà l’iter giudiziario della questione,  la nuova Commissione, una volta insediata,  debba confrontarsi immediatamente con il sindacato per garantire il Dialogo Sociale. Il Pilastro Sociale Europeo, come abbiamo spesso dichiarato, rischia di essere una mera dicharazione di intenti se non c’è una inversione di tendenza da parte della Commissione che sino ad oggi si è comportata in maniera autoreferenziale, è il momento per la nuova Commissione di dichiarare se c’è una inversione di tendenza sul Dialogo Sociale. Facciamo appello  a tutte le Istituzioni Europee  perché si possa intrevenire sulla Commissione a favore del Dialogo Sociale.
Vi terremo infromati sugli sviluppi e sulle iniziative che verranno intraprese.
Ai seguenti link trovate le dichiarazioni stampa di Epsu e la sentenza in varie lingue (purtroppo non c’è ancora l’italiano).
https://www.epsu.org/it/node/11906
http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf;jsessionid=5C99C1AC1F61B591B095A215A6A783AB?text=&docid=219448&pageIndex=0&doclang=fr&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=7184849

Nicoletta Grieco

A Stato Maggiore Aeronautica

Stato Maggiore Esercito

Stato Maggiore Marina Comando Generale

Arma Carabinieri

Agenzia Industrie Difesa

E,p.c.

Direzione Generale del Personale
dr.ssa Gabriella Montemagno

Oggetto: Accordi territoriali FRD 2019. Violazione Norme contrattuali

Rileviamo il reiterarsi di contrattazioni decentrate territoriali aventi ad oggetto la distribuzione del FRD dell’anno 2019, talvolta anche con la riproposizione di alcuni progetti di produttività. La circostanza integra evidentemente una palese violazione del CCNL 2016/18 F.C., sia nel merito che nel metodo.
Nel metodo, perché non è stato ancora sottoscritto l’accordo nazionale sulla distribuzione delle risorse per l’anno 2019, il che costituisce un vulnus che rende nullo ogni accordo raggiunto in sede locale.
Nel merito, in quanto il CCNL 2016/18 ha profondamento innovato la previgente disciplina contrattuale sulla distribuzione delle risorse del Fondo Unico di Sede, regolamentato dall’art.7 co.7 e dall’art.77, che escludono il ricorso a progetti che hanno caratterizzato le contrattazioni degli anni passati.
L’individuazione dei criteri per l’attribuzione delle risorse economiche attribuite alla contrattazione di sede e destinate alla produttività è, come noto, di esclusiva competenza della sede di contrattazione locale, in applicazione dell’art.7 co.4 punto b.
Al fine di evitare di indurre confusione tra i lavoratori e generare contenziosi, pur nel rispetto delle iniziative e dell’autonomia delle rappresentanze sindacali unitarie e territoriali, si invitano gli organismi in indirizzo a sensibilizzare le proprie articolazioni locali al puntuale rispetto delle norme contrattuali richiamate.
Si rammenta, infine, che in ogni accordo territoriale è indispensabile tener conto dell’espressione maggioritaria delle rappresentanze sindacali dei lavoratori (si allega orientamento Aran), in assenza della quale nessuna contrattazione potrà ritenersi valida ed efficace.
Cordiali saluti

 

FP CGIL                               CISL FP                                        UIL PA
F. Quinti                               M. Ferri                                       S. Colombi
R. De Cesaris                           F. Volpi

 

 

Orientamento ARAN RS377
Per la sottoscrizione del contratto integrativo si deve applicare la regola del 51%? Quando è validamente sottoscritto il contratto integrativo?
L’art. 43, comma 3, del D.Lgs 30 marzo 2001, n. 165 prevede che il contratto collettivo nazionale sia legittimamente sottoscritto se le organizzazioni ammesse alle trattative che vi aderiscono raggiungono il 51% complessivo di rappresentatività come media tra il dato associativo e quello elettorale, o almeno il 60% del solo dato elettorale.
Analoga norma non è prevista né dal legislatore né dai contratti collettivi per la contrattazione integrativa. In sede locale, pertanto, vale il principio generale del raggiungimento del maggior consenso possibile la cui valutazione rientra nella discrezionalità dell’amministrazione, in relazione sia del grado di rappresentatività locale delle sigle ammesse alle trattative, sia del fatto che acconsentano alla stipulazione dell’accordo il maggior numero possibile delle stesse.
Si precisa che in sede di contrattazione integrativa la delegazione trattante di parte sindacale è costituita dalle organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL e dalla RSU, che decide al suo interno a maggioranza.
Il consenso va valutato non solo tenendo conto della rappresentatività delle sigle firmatarie all’interno dell’Ente ma anche in base al numero delle stesse.
Come già evidenziato in precedenza, la volontà della RSU è validamente espressa con il parere favorevole della maggioranza dei suoi membri.
Nel caso in cui la RSU abbia adottato un proprio regolamento e designato uno o più membri quali portavoce della maggioranza autorizzati a sottoscrivere gli accordi, sarà sufficiente la loro firma per impegnare l’intera RSU.

Pubblichiamo la convocazione  che si terrà il giorno 18 novembre 2019 con il Ministro della Difesa.

Accordo sui progetti locali 2019

Nella giornata di ieri abbiamo siglato l’accordo sui progetti locali 2019. L’accordo impegna complessivamente 10 milioni 350mila euro e ricalca nelle sue modalità quelli sottoscritti negli anni precedenti. In verità vi è stato un tentativo di introdurre nell’accordo una sorta di pagellina di valutazione individuale, un tentativo che noi abbiamo considerato del tutto improprio sia per le motivazioni addotte, che si riferiscono alle prese di posizione degli organi di controllo, che pretenderebbero la valutazione individuale in ogni dove, che per la natura stessa di questi accordi di produttività collettiva volti al miglioramento ed alla qualificazione dei servizi.
Non sono motivazioni serie: la questione della valutazione della produttività è certamente uno dei punti
su cui la nuova stagione contrattuale, che sarà avviata dal nuovo integrativo, affronta una delle sue sfide
più qualificanti in un Ministero dove la cultura della valutazione è del tutto assente, a partire dalle
modalità con le quali si valuta la produttività dei dirigenti. Inserirla in un accordo che ha altre finalità
senza una regolamentazione a monte e solo per fare contenti organi esterni a cui interessa solo un
esercizio stilistico e non certo la qualità dei livelli di produttività che gli stessi accordi producono è un
esercizio inutile e controproducente.
Noi ribadiamo che gli accordi di produttività firmati in questo Ministero a partire dal 2000 hanno prodotto risultati più che tangibili nei termini di ampliamento degli orari e di qualificazione dell’offerta culturale ai cittadini. In tale contesto è opportuno che si introducano strumenti di apprezzamento degli impegni individuali, ma solo nell’ambito di un processo che determini la riconoscibilità preventiva degli obiettivi assegnati, la loro corretta parametrazione alle condizioni organizzative, la possibilità di verifica e di contraddittorio e soprattutto definisca una stretta correlazione tra la valutazione del dirigente e quella dei lavoratori che operano alle sue dipendenze. Operazione che sta all’interno del nuovo contratto integrativo e che da questo verrà demandato ad un accordo specifico coerentemente con le previsioni del nuovo CCNL. L’accordo sui progetti locali adesso affronta l’iter di certificazione e solo dopo la sua conclusione si attiveranno le contrattazioni locali nella modalità ormai note. L’accordo lo trasmetteremo quando ci verrà inviato dall’Amministrazione.
Sempre ieri abbiamo sollecitato l’avvio del confronto finalizzato alla chiusura del nuovo Contratto integrativo, la cui definizione è quasi giunta al traguardo: resta da definire il capitolo sul welfare contrattuale, i limiti delle ore fruibili in banca ore e aggiustamenti di minore valenza. La sigla dell’ipotesi di nuovo integrativo aprirà una fase di consultazione unitaria dei lavoratori con la quale sottoporremo all’approvazione degli stessi i contenuti del nuovo accordo.
Ci è stato comunicato inoltre nel corso della riunione che le preselezioni per il concorso dei 1052 AFAV
partiranno molto probabilmente non prima di gennaio prossimo. Confermando la previsione, anche in
relazione al numero enorme di domande di partecipazione (209 mila circa), di una gestione assai difficoltosa e dilatata di un processo che al momento peraltro non prevede nemmeno una graduatoria di
idonei anche se il nuovo Governo ha annunciato una misura di ripristino di una quota del 30%. Nel contempo i dati sulle uscite per cessazioni confermano ed anzi peggiorano le previsioni fatte dalla stessa
amministrazione: una vera e propria emorragia che ha visto quest’anno uscire più di 1000 lavoratori e
che nei prossimi due anni assumerà caratteri ancora più imponenti. Anche in questo caso non possiamo
che sottolineare che il piano assunzioni previsto appare del tutto insufficiente a ridare fiato ad organici
ormai allo stremo e che le tempistiche che si possono ipotizzare per l’espletamento dei nuovi concorsi
sono tali da determinare una fase di desertificazione degli Uffici. Da qui il senso della proposta generale
che noi avanziamo da tempo, purtroppo inascoltati, di un piano straordinario di assunzioni che
affronti e risolva una volta per tutte le carenze strutturali che si sono create per effetto dei blocchi prolungati del turn over. Carenze che all’interno del MIBACT si possono quantificare in almeno 3000 posti che non saranno coperti dalla programmazione assunzionale attuale.
Ci è stato comunicato infine che la prima settimana del mese prossimo saranno convocati per la scelta
della sede i funzionari che hanno avuto lo scorrimento di area con decorrenza 15 luglio scorso. Gli altri,
ovvero i passaggi restanti dalla prima alla seconda area e l’ulteriore scorrimento dei funzionari a copertura delle graduatorie regionali rimaste senza idonei, saranno avviati a partire dal 15 novembre prossimo.
Relativamente al FUA 2019 ci è stato comunicato che sono state assegnate le risorse e che pertanto si possono attivare le procedure per il pagamento di quanto dovuto ai lavoratori.
Al riguardo, sempre restando in attesa di avere le dovute comunicazioni della parte politica sul destino
della restante graduatoria, abbiamo sollecitato l’applicazione della famosa norma Madia con l’attivazione di un nuovo corso concorso che riguardi il passaggio dalla prima alla seconda area e dalla seconda alla terza e una nuova fase di passaggi orizzontali. Per i quali abbiamo rappresentato la necessità per l’Amministrazione di dare riscontro alle istanze presentate dai lavoratori, considerato che il diritto al passaggio orizzontale secondo noi il lavoratore lo matura al compimento dei tre anni di svolgimento delle mansioni del profilo verso il quale intende transitare e che l’unica condizione che la norma contrattuale impone è la verifica della carenza nell’organico. Processi che l’Amministrazione ha invece annunciato di volere intraprendere non prima della chiusura di questa fase di scorrimenti e pertanto se ne parlerà con il nuovo anno. Vedremo, ma per noi questi restano obiettivi irrinunciabili.

 

FP CGIL Nazionale
Claudio Meloni

Appuntamento al Teatro Argentina alle ore 10, a seguire presidio a Palazzo Vidoni

Rinnoviamo la Pa – Contratti, Assunzioni, Risorse. È il titolo dell’Attivo unitario, promosso da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, che si terrà a Roma il prossimo mercoledì 30 ottobre presso il Teatro Argentina in largo di Torre Argentina 52 a partire dalle ore 10. All’attivo delle delegate e dei delegati interverranno anche i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil.

A seguire, a partire dalle ore 14:30 e fino alle ore 16:30, si terrà in piazza Vidoni, nei pressi del Ministero della Pubblica Amministrazione, un presidio unitario.

Pubblichiamo la nota di chiarimento della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie sulla distribuzione delle risorse economiche per gli eventi sismici del 2016

Pubblichiamo la nota inviata dalla Direzione Centrale per la Formazione, indirizzata al solo personale istruttore di patente terrestre VF non in possesso  dell’abilitazione per la formazione del modulo formativo GTNP

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione con la quale è intenzionata a dare inizio ad corso dedicato agli istruttori di patenti terrestri VV.F. al fine di abilitare all’estensione ADR il personale autista VV.F

« Pagina precedentePagina successiva »
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto