Pubblichiamo la nota inviata al Presidente dell’Inail Massimo De Felice

Ai tutti i Lavoratori

Nella giornata di ieri si è tenuto il previsto incontro con l’Amministrazione sul Piano Triennale dei Fabbisogni (di seguito PTF). Dopo un primo rapido excursus su quello che è il contesto di riferimento all’interno del quale il predetto piano è stato “costruito”, abbiamo avuto modo di entrare su quelle che sono le considerazioni tecnico-politiche poste alla base delle nostre preoccupazioni in termini di tenuta del sistema.
Infatti, se da una parte, dopo anni di tagli lineari alle dotazioni organiche, si torna a discutere di politiche assunzionali, il cui iter può avviarsi esclusivamente dopo il licenziamento del PTF, dall’altra non posiamo non sottolineare nuovamente (v. comunicato 8 maggio u.s.) come i numeri dati non garantiscono un duraturo mantenimento dei servizi che quotidianamente i lavoratori INAIL garantiscono ai cittadini/utenti.
Ovviamente, abbiamo anche espresso forti perplessità sugli aspetti prettamente organizzativi, sottolineando come tutto il documento abbia a proprio “supporto” teorico il disegno del Nuovo Modello Organizzativo, che si dà già per adottato (al di là dei risultati della sperimentazione e del confronto sui tavoli sindacali); e rimarcando il contrasto tra l’attribuire al PTF l’obiettivo di fare emergere nuovo figure professionali altamente specializzate e le risorse previste per raggiungerlo.
Siamo sempre più convinti che solamente attraverso lo strumento legislativo si possa recuperare quanto tolto in termini di “forza lavoro” e ripristinare quelle necessarie condizioni per mantenere in vita i servizi e garantire il meritato benessere organizzativo di tutti i lavoratori INAIL.

Roma, 14 maggio 2019

FP CGIL
Il Coordinatore INAIL
Giulietta Oberosler

Nelle Marche in media 110 giorni di attesa, aumenta la spesa verso le visite private

Un’attesa lunga due mesi per effettuare una visita medica nella sanità pubblica, a fronte di una sola settimana nel privato, “effetto di un progressivo definanziamento del Servizio Sanitario Nazionale”. Sono sempre più lunghi, infatti, i tempi di attesa per visite nel pubblico e costi sempre meno distanti con il privato, come emerge dal secondo Rapporto ‘Osservatorio sui tempi di attesa e sui costi delle prestazioni sanitarie nei Sistemi Sanitari Regionali’, promosso dalla Funzione Pubblica Cgil e dalla Fondazione Luoghi Comuni e elaborato da Crea. Uno studio che prende in considerazione 11 prestazioni sanitarie (specialistiche e diagnostiche) senza esplicita indicazione di urgenza, erogate da 8 regioni e da 326 strutture sanitarie (195 private e 131 pubbliche).

 

Tempi di attesa.

Il primo dato evidente che emerge dallo studio è che i tempi medi di attesa per effettuare una visita medica attraverso il Sistema Sanitario Nazionale sono nettamente maggiori rispetto a quelli dell’offerta privata: 60 giorni nel pubblico (due mesi) a fronte di 9 nell’intramoenia, 7 nel privato e 39 per il privato convenzionato. Nel dettaglio delle prestazioni, i giorni di attesa della Sanità pubblica sono estremamente lunghi: per esempio, 112 giorni per una Colonscopia (quasi quattro mesi di attesa), contro 11 giorni di attesa in intra-moenia, 79 nel privato convenzionato e appena 11 nel privato. Attese medie che risultano aumentare rispetto allo scorso anno, tranne che per il privato che si mantiene stabile.

 

Costi.

Per quanto riguarda i costi delle prestazioni sanitarie, dallo studio Fp Cgil emerge un dato sconcertante. Circa la metà delle prestazioni mediche prese in considerazione ha un costo inferiore nel privato piuttosto che in intra-moenia. È il caso, per esempio, della ecocardiografia, che in intra-moenia costa in media 109 euro, contro i 98 del privato. Insomma, non solo costi competitivi, in considerazione di tempi di attesa enormemente inferiori, ma addirittura spesso sovrapponibili o più economici dei costi sostenuti per il ticket. Questo spiega il sempre più frequente ricorso a spese ‘out of pocket’ (di tasca propria) per effettuare visite mediche private. La spesa privata dei cittadini, infatti, arriva a quasi 35 miliardi di euro, di cui ben il 92% out of pocket.

 

Confronto tra regioni.

Aspetto importante e significativo, che rappresenta un valore aggiunto rispetto allo studio della Funzione Pubblica Cgil dello scorso anno, è quello che, partendo dai valori medi dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie pubbliche, indaga il confronto tra le regioni, scattando una fotografia della situazione della sanità pubblica in Italia. Si mostra infatti evidente il divario che intercorre tra alcune regioni del paese. La regione che eccelle, in termini di tempi di attesa per le prestazioni mediche, è l’Emilia Romagna con una media di 30 giorni di attesa, a seguire Liguria e Campania, poi il Veneto, la Sicilia, la Lombardia, il Lazio, per ultima le Marche con una media di 110 giorni di attesa per una visita nella sanità pubblica. Nello specifico delle visite specialistiche, ad esempio per una visita ortopedica sono 19 i giorni di attesa in Emilia Romagna, contro addirittura i 91 giorni delle Marche.

 

Conclusioni.

“Alla luce di quanto emerso, risulta evidente quanto sia urgente e non più rinviabile un investimento straordinario in termini di risorse, personale, professionalità e tecnologie in tutto il nostro Servizio Sanitario nazionale che mostra evidenti segni di collasso con gravi e profonde ripercussioni sulle sue caratteristiche di universalità”, commenta la Funzione Pubblica Cgil. “Uno dei principali obiettivi della sanità pubblica è l’universalità del servizio. Un principio che però, di fatto, si scontra con la realtà – sottolinea -: allo stato attuale il Servizio Sanitario Nazionale spesso non è in grado di garantire servizi adeguati. Assistiamo da una parte ad un incremento dei tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche, dall’altra ad una progressiva dilatazione della spesa ‘out of pocket’ (di tasca propria) per visite mediche private. Il progressivo definanziamento del Servizio Sanitario nazionale – prosegue la categoria della Cgil dei servizi pubblici – ha creato inefficienze che portano ad allungare le liste di attesa e incentivano lo sviluppo di un’offerta privata spesso concorrenziale, tanto per il costo quanto per i tempi di risposta”.

Altro aspetto non trascurabile, secondo la Fp Cgil è quello delle “forti disparità regionali, in termini di equità e di carenze organizzative, con il dato di eccellenza di regioni come l’Emilia Romagna, un esempio di ‘best practice’ che dimostra come sia in effetti possibile migliorare, in un tempo relativamente breve, le performance. Non è un caso – aggiunge – che l’Emilia Romagna nell’ultimo biennio abbia investito sul personale (con oltre 5mila assunzioni, di cui 1.450 precari stabilizzati) e sui sistemi di controllo informatizzati, strumento fondamentale per un governo pubblico e trasparente dei flussi di accesso alle prestazioni sanitarie. Quello delle liste di attesa rimane ad oggi un problema che si colloca in cima alla lista delle ragioni di insoddisfazione dei cittadini verso il servizio sanitario. Il caso dell’Emilia Romagna, per altro, emerge anche per il forte investimento nella qualità delle relazioni negoziali con il Sindacato su questi temi e gli esiti di questo processo ne sono il frutto”, conclude la Fp Cgil.

Roma, 14 maggio 2019

SCHEMA DECRETO INTERMINISTERIALE CONCORSO DIRIGENTI PENITENZIARI
I RISULTATI DELLA RIUNIONE DI OGGI

Si è svolto questa mattina il programmato confronto sui contenuti dello schema di Decreto Interministeriale in materia di modalità e criteri per l’assunzione di 35 dirigenti di istituto penitenziario di livello dirigenziale non generale ex art.1 comma 308 L.145/2018.
All’inizio dell’incontro il Capo Dipartimento Basentini ha sottolineato come l’assunzione dei dirigenti penitenziari dimostra l’attenzione del Governo verso il mondo penitenziario ed in particolare verso l’organizzazione degli istituti. Il direttore Generale Buffa, dal canto suo, ha illustrato per sintesi i contenuti del provvedimento ed ha precisato che lo strumento del decreto interministeriale per disciplinare la procedura assunzionale dei dirigenti di istituto penitenziario è stato previsto dalla norma e precisamente dall’art.1 comma 309 L.145/2018.
Nel corso della riunione FP CGIL CISL FP e UIL PA hanno evidenziato:
–  la discriminazione posta in essere dall’art.2 n.5 il quale individua quale titolo di studio richiesto l’ammissione al concorso unicamente la laurea magistrale o specialistica nelle materie giuridiche ed economiche. Tale circostanza, infatti, preclude la partecipazione alla procedura concorsuale a tutti quei lavoratori di area terza che, pur avendo diretto o dirigendo con merito strutture penitenziarie, in particolare minorili o di esecuzione penale esterna, sono in possesso di titoli di studio universitari in materie umanistiche o sociali ovvero in materie tecniche;
–  la esiguità della percentuale dei posti riservati al personale dipendente dell’amministrazione (solo il 15%);
– la opportunità di predisporre e rendere disponibile per i concorrenti una banca dati dei quiz relativi alla prima prova scritta il cui superamento è condizione indispensabile per l’ammissione alle prove successive;
– la necessità di circoscrivere il novero delle materie della prova orale per evitare che la vastità degli argomenti possa favorire arbitri e quindi determinare l’insorgere di contenziosi;
– la opportunità che l’accertamento della conoscenza della lingua straniera e delle capacità informatiche avvenga in un momento precedente o successivo al colloquio;
–  la esiguità dei posti messi a concorso (solo 35);
–  la necessità di costruire una dirigenza unica consentendo l’accesso alla stessa anche al personale che svolge attività meramente amministrativa;
–  la opportunità di innalzare il limite massimo di età previsto per partecipazione alla procedura concorsuale, fissato dallo schema di decreto fino ad un massimo di 40 anni di età;
–  la necessità di procedere senza indugio alla firma del decreto ed alla pubblicazione del bando al fine di dotare del dirigente i tanti istituti che sono privi al momento di tale importate figura professionale.
Nella replica conclusiva la parte pubblica ha dato assicurazioni in merito alla predisposizione della banca dati mentre ha invocato vincoli di legge in merito alla determinazione della quota del 15% di riserva dei posti in favore del personale interno.
Al termine dell’incontro il Direttore Generale Buffa ha salutato i presenti preannunciando l’imminente passaggio ad altro incarico.

 

 

FP CGIL                      CISL FP                            UIL PA
Oliverio                        Marra                               Amoroso

“Un principio assolutamente condivisibile, aspettiamo ora di vedere i provvedimenti e di avviare presto un confronto per rilanciare, con urgenza, il Servizio sanitario nazionale”. Così il segretario nazionale della Fp Cgil, Michele Vannini, commenta la proposta del M5S sulle nomine per merito dei direttori di Asl e ospedali del Ssn, presentata oggi dal ministro della Salute, Giulia Grillo, e dal vicepremier, Luigi Di Maio.

“Abbiamo letto con interesse le dichiarazioni del Ministro Grillo – afferma il dirigente sindacale – in merito all’intenzione del Governo di intervenire per limitare le ingerenze della politica in materia di nomine in sanità.Indipendentemente dalle inchieste in corso, e prestando la dovuta attenzione a non alimentare inutili generalizzazioni in merito al livello di corruzione presente nel sistema, si tratta di un principio assolutamente condivisibile”. Ora, prosegue, “attendiamo di leggere il dettaglio dei provvedimenti, auspicando che il Ministro della Salute apra un confronto col sindacato di categoria su questo come su altri temi che riguardano l‘organizzazione e le misure, oramai indifferibili per sua stessa ammissione, utili alla messa in sicurezza e al rilancio del nostro Servizio Sanitario Nazionale”, conclude Vannini.

Pubblichiamo la ministeriale m_dg.GDAP.14/05/2019.0150966.U

“La balconite”.

Così Crozza, nel corso del suo intervento serale durante la trasmissione di Fazio, ha saputo raccontare in maniera semplice e garbata il nuovo fenomeno della “balconite”:  l’asporto di lenzuola dissenzienti affisse dai cittadini sui propri balconi, non proprio in linea con le politiche del Governo attuale.

Ad essere coinvolti sono stati i vigili del Fuoco di Bergamo i quali, su richiesta della questura, sono stati costretti ad intervenire – a nostro avviso illegittimamente ma giustamente secondo le dichiarazioni del neo Comandante di Bergamo – con un automezzo di servizio (una gru dice Crozza in realtà un’autoscala) per rimuovere un lenzuolo sul quale una cittadina aveva scritto ‘Non sei il benvenuto’, per manifestare il suo dissenso nei confronti di Salvini e del Governo.

Questa la cronaca di un evento bizzarro, accaduto ieri a Brembate, inaccettabile per la Fp Cgil VVF dal punto di vista del gesto, dove a pagarne le spese sono ancora una volta anche i professionisti del soccorso, coloro i quali risultano essere il Corpo più amato dai cittadini italiani ma che, a causa delle politiche scellerate del Governo e di Salvini in particolare, rischiano di mettere in discussione la storia del Corpo Nazionale.

Sembrerà strano, forse non lo è poi così tanto, ma Crozza in poco tempo ha capito la differenza tra la necessità di prestare soccorso e fare pubblica sicurezza. Una cosa che un sindacato autonomo –  è facile sostenere il governo attuale – non ha ancora compreso.

#UniciNellaTutela

 

Mauro Giulianella
Coordinatore nazionale Fp Cgil Vvf

 

Al Capo del Dipartimento A. P.
Dott. Francesco BASENTINI
Roma

Al Capo del Dipartimento Giustizia
Minorile e di Comunità
Dott. ssa Gemma TUCCILLO
Roma

Al Direttore generale del
Personale e delle Risorse A.P.
Dott. Pietro BUFFA
Roma

Al Direttore generale del personale,
delle risorse e per l’attuazione dei
provvedimenti del giudice minorile
Dott. Vincenzo STARITA
Roma

E, p. c. Al Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali
Dott.ssa Ida DEL GROSSO
Roma

Oggetto: assegnazione vice ispettori VI corso – indennità di trasferimento.

Dopo un lungo e complicato confronto con le organizzazioni sindacali sui criteri con cui assegnare il personale di Polizia Penitenziaria al termine del corso in oggetto, l’amministrazione penitenziaria e quella della giustizia minorile e di comunità, per necessi-tà della parte pubblica, hanno deciso di trasferire il personale che prestava servizio in isti-tuti per minori, in quelli per adulti, causando in molti casi uno spostamento in altro co-mune.
Malgrado i molteplici interventi fatti dalla Fp CGIL, anche alla presenza del Ministro della Giustizia, finalizzati a far tornare sui propri passi le citate amministrazioni, con ministeria-le GDAP 120102 parte del personale è stata comunque trasferita in una sede diversa da quella in cui prestava servizio precedentemente, con la precisazione che non avrebbe dirit-to neanche all’indennità di trasferimento.
La giurisprudenza amministrativa ha più volte precisato che la corresponsione della sud-detta indennità va esclusa solo nelle ipotesi di non riconducibilità dei trasferimenti nell’ambito di quelli di autorità e che si è in presenza di un trasferimento d’ufficio ogni volta che lo spostamento ad una diversa sede di servizio sia teso prioritariamente a tutela-re l’interesse dell’amministrazione.
Considerato che risulta del tutto evidente che il trasferimento del personale in questione sia connotato dalla prevalenza dell’interesse pubblico su quello del dipendente, la Fp CGIL chiede di rettificare quanto disposto e di elargire al personale trasferito in altra sede quan-to dovuto, compresa l’indennità di trasferimento.

Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil
Polizia Penitenziaria
Massimiliano Prestini

 

Pubblichiamo l’informativa della Direzione Centrale per la Formazione riguardo l’ 86° Corso di formazione per Allievi Vigili del Fuoco in partenza dal 14 maggio 2019

Pubblichiamo la circolare ONA n°4A riguardo la proroga semestrale copertura sanitaria

Pubblichiamo condividendo a pieno i contenuti, il comunicato del Coordinamento Regionale Fp Cgil VVF  della Lombardia, sui  fatti accaduti oggi a Brembate nel Comune di Bergamo.

CRITERI MOBILITA’ GIUSTIZIA MINORILE E DI COMUNITA’
SOTTOSCRITTO L’ACCORDO

Dopo anni la Giustizia Minorile (oggi Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità) ha un nuovo accordo di mobilità. Infatti il 10 maggio scorso, dopo mesi di trattative, abbiamo sottoscritto l’intesa sui criteri di mobilità del personale in servizio presso l’amministrazione per la giustizia minorile e di comunità la quale sostituisce l’accordo previgente sottoscritto nel lontano 1998.
L’accordo prevede la pubblicazione dei bandi di mobilità ordinaria con cadenza biennale, previa informazione preventiva alle organizzazioni sindacali. Tra le principali novità, lo stesso contempla:
– Una nuova rimodulazione dei punteggi da attribuire ai fini della formazione delle graduatorie in ragione dell’anzianità di servizio e di sede, delle condizioni di famiglia e di salute nonché delle necessità di studio;
–  La previsione di un punteggio aggiuntivo per i 299 distaccati al fine di favorire la stabilizzazione ossia il definitivo trasferimento nell’ufficio presso il quale sono distaccati;
–  La rivisitazione della disciplina dello scambio di ufficio, dell’applicazione temporanea in ambito regionale per esigenze dell’amministrazione (nella nuova disciplina l’applicazione può avere una durata massima di sei mesi rinnovabile una sola volta solo con il consenso dell’interessato ed è previsto il trattamento di missione se dovuto), dell’assestamento del personale (interpelli straordinari);
–  La disciplina dell’istituto dell’applicazione temporanea in ambito regionale e nazionale per esigenze del personale;
– La disciplina dell’istituto dell’applicazione temporanea in ambito nazionale per esigenze dell’amministrazione il quale può essere attivato, con l’attribuzione del trattamento di missione, esclusivamente nella ipotesi in cui vi siano adesioni all’opposito interpello pubblicato dall’amministrazione e solo per le figure professionali non presenti in ambito regionale.
Particolarmente importante è la disposizione finale che contiene la disciplina transitoria. Secondo tale norma in sede di prima applicazione l’amministrazione si impegna a pubblicare interpello per tutti i posti disponibili e per tutte le figure professionali entro il 30 aprile 2020 ad eccezione dei profili professionali per i quali sono previste assunzioni (è il caso dei funzionari della professionalità di servizio sociale) per i quali la pubblicazione dei bandi di mobilità è prevista in tempi rapidi e comunque prima delle nuove assunzioni.
A margine della riunione l’amministrazione ha comunicato la imminente assunzione di otto contabili che andranno a coprire prioritariamente, tra gli altri, i posti scoperti presso gli IPM di Nisida ed Airola, presso il CGM di Napoli e presso l’UIPE di Roma.
Pubblichiamo copia dell’accordo.

Roma, 11 maggio 2019

FP CGIL                    CISL FP                   UIL PA
Lamonica                      Marra                     Amoroso

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