Osservazioni alla proposta di DPR di Riordino Mipaaf

18 Luglio 2011

Osservazioni alla proposta di DPR di Riordino Mipaaf

Le scriventi OO.SS., in premessa alla seduta di consultazione, vogliono precisare che, già nelle precedenti occasioni di confronto sui testi a suo tempo presentati – inerenti la riorganizzazione sia del Mipa che del Mipaf – hanno espresso le medesime osservazioni che malauguratamente, per una chiusura preconcetta da parte della parte politica non sono state recepite; infatti, già in sede di predisposizione del precedente provvedimento di riordino, poi DPR 79/2005, furono espressi pareri contrari alla istituzione di due nuove direzioni generali in quanto, una prevedeva l’attribuzione di competenze che si sarebbero sovrapposte a quelle di altre direzioni generali – problema che puntualmente si è verificato – e, dell’altra in quanto le funzioni attribuite erano così scarse da non poter giustificare l’istituzione di una autonoma direzione generale.
Per questa ragione si concorda con la prevista cancellazione della D.G. della trasformazione agroalimentare e dei mercati.
Relativamente alla D.G. della tutela del consumatore, le scriventi OO.SS. ritengono che essa debba avere la denominazione di D.G. della comunicazione ed informazione e che debba avere l’effettiva attribuzione di alcune delle competenze che nel progetto sono invece attribuite alla D.G. dei servizi amministrativi ed alla D.G. dello sviluppo agroalimentare, qualità e tutela del consumatore.
Per quanto riguarda le competenze sui sistemi informativi, che nel progetto presentato sono lasciate al Dipartimento, in palese contrasto con le premesse di cui all’art. 1, comma 2, si chiede che vengano effettivamente attribuite ad una Direzione Generale. Esse, razionalmente ed operativamente rientrano nella sfera delle competenze della D.G. dell’amministrazione. In riferimento a ciò inoltre si chiede che le funzioni di coordinamento e gestione rientrino a pieno titolo nelle competenze della struttura ministeriale, funzioni che allo stato attuale sono svolte dall’AGEA.
Per quanto riguarda l’ufficio dirigenziale di prima fascia previsto presso il gabinetto, con i compiti di cui all’art. 7, comma 1, le scriventi OO.SS. si dichiarano assolutamente contrarie in quanto tale istituzione sminuirebbe le funzioni del primo Dipartimento e delle relative DD.GG., in quanto andrebbe a sovrapporsi alle funzioni proprie del Capo Dipartimento e delle relative DD.GG., confliggendo con quanto disposto al riguardo dal D.lgs. 165/01.
Per quanto concerne quanto previsto dall’art. 7, comma 3, si sottolinea che abbiamo già criticato la gestione del precedente ministro per quanto riguarda lo spropositato numero di personale assegnato agli uffici di Gabinetto, che tendeva a sostituirsi all’azione propria delle strutture dell’Amministrazione laddove vi era un interesse specifico della parte politica. Tale sovradimensionamento ha comportato e tutt’ora comporta anche una ridotta corresponsione dell’indennità di Gabinetto, prevista dal DPR 303/01 del 14.05.01, art. 7, comma 7, che recita come segue: “Al personale non dirigenziale assegnato agli uffici di diretta collaborazione, …omissis… spetta, a fronte delle responsabilità e di disponibilità ed orari disagevoli eccedenti quelli stabiliti in via ordinaria dalle disposizioni vigenti, nonché dalle conseguenti ulteriori prestazioni richieste dai responsabili, un’indennità accessoria di diretta collaborazione, sostitutiva degli istituti retributivi finalizzati all’incentivazione e al miglioramento dei servizi. La misura dell’indennità è determinata ai sensi dell’art. 14, comma 2, del D.lgs 29/93 (così come sostituito dal D.lgs 165/01). L’attuazione delle disposizioni contenute nel presente articolo non può comportare incrementi di spesa rispetto agli attuali stanziamenti in bilancio nella distribuzione delle risorse del salario accessorio”.
Per quanto riguarda la gestione unificata del personale, la soluzione proposta non è condivisibile in quanto permane la frammentarietà attualmente esistente. Per questo si propone l’istituzione di una D.G. per i compiti di gestione del personale dei ruoli agricoltura ed ICQ, del relativo trattamento economico e pensionistico, di programmazione della formazione e dell’aggiornamento professionale, nonché della gestione delle procedure concorsuali, ivi comprese quelle relative alle progressioni professionali entro e tra le aree funzionali.
Inontre non si concorda con le previsioni contenute all’art. 4, comma 1, ultimo capoverso, la cui formulazione appare di dubbia interpretazione, laddove si prevede che l’ICQ “si avvale delle gestione unitaria, assicurata dalla Direzione generale dei servizi amministrativi di cui all’articolo 3, comma 2, lettera c) , dei servizi comuni e del proprio personale, limitatamente al reclutamento, al trattamento giuridico ed economico e al relativo contenzioso”. L’impostazione proposta fa apparire la D.G. dei servizi amministrativi come strumentale all’ICQ mentre, a rigore, deve avere la piena competenza nella gestione delle risorse umane, tranne che per le materie espressamente riservate all’ICQ.
Inoltre, all’art. 4, comma 2, lettera a) ultimo capoverso, si chiede che venga lasciato all’ICQ il livello di contrattazione integrativa sulle materie ad esso specifiche; pertanto si chiede di eliminare dopo contrattazione integrativa, la “virgola” ed inserire la parola “sul”. Riguardo la materia “contrattazione integrativa” di ministero, peraltro, si rileva l’assenza di analoga competenza tra i compiti della D.G. dei servizi amministrativi, di cui all’art.3, comma c).
In ogni caso non si concorda che, nell’ambito del Regolamento – che è atto normativo unilaterale di organizzazione – debba essere inserita la “competenza” della contrattazione nell’ambito di una Direzione Generale, ovvero, il regolamento può e deve soltanto definire quale sia la D.G. competente alle relazioni sindacali ed alla contrattazione in quanto trattasi di atto amministrativo a firma del Ministro stesso.
Inoltre, riguardo l’art. 1, comma 3, lettera d), contrasta con qualsiasi principio di razionalizzazione delle risorse umane ed economiche l’impiego (con oneri a carico del Mipaaf) di un Comando Carabinieri quando il Ministero stesso dispone direttamente di propri organi di polizia, il Corpo Forestale dello Stato, e della struttura dell’ICQ, le cui specifiche competenze riguardano la repressione delle frodi agroalimentari.
Roma, 27 aprile 2007

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