La CES: appello al voto per le elezioni Europee

18 Luglio 2011

La CES: appello al voto per le elezioni Europee

Dal 4 al 7 giugno i cittadini dei 27 paesi membri dell’Unione Europea sono invitati a votare il nuovo Parlamento europeo. Subito dopo le elezioni, si avvieranno le procedure per la scelta della nuova Commissione europea.

Anche in Italia Il 6 e 7 giugno si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Mentre l’Europa si confronta con la più grave crisi economica e finanziaria degli ultimi decenni, sarebbe un grave errore ridurre queste elezioni ad un sondaggio elettorale per le forze politiche nazionali. Piuttosto, nell’agenda politica del nuovo Parlamento Europeo saranno affrontate molte materie che producono e produrranno un impatto diretto sulla vita dei cittadini e delle cittadine, dei lavoratori e delle lavoratrici in tutti gli Stati Membri.

Sarebbe un grave errore non rendere gli elettori italiani partecipi, coinvolti e consapevoli della loro possibilità di concorrere alla formazione dell’unico organo dell’Unione Europea eletto a suffragio universale e, come tale, effettivamente e democraticamente rappresentativo della volontà dei cittadini europei.

La Confederazione europea dei sindacati (CES) lancia un appello la partecipazione al voto che la Funzione Pubblica CGIL fa proprio: la costruzione di una Europa sociale e la difesa dei servizi pubblici hanno bisogno di rappresentanti che difendano e allarghino i diritti del lavoro e di cittadinanza, credano nei valori della solidarietà, della universalità, dell’accesso e della cooperazione e nei principi fondamentali della democrazia. Il nostro voto può fare, in tutta Europa la differenza.
Il Parlamento europeo può decisamente fare la differenza, avendo aiutato, ad esempio, i sindacati europei a sconfiggere la direttiva sui servizi “Bolkestein”, la deregolamentazione del lavoro nei porti e un peggioramento della direttiva sull’orario di lavoro. I lavoratori devono quindi far valere il loro diritto democratico al voto e sollecitare i candidati sui nostri punti chiave.

Questi stessi argomenti costituiscono il cardine dei documenti che la FSESP dovrà approvare nel suo VIII Congresso che si celebrerà a Bruxelles dall’8 all’11 giugno, appena chiuse le urne. 

Ufficio Internazionale Fp Cgil Enzo Bernardo

 
 
 

Manifesto della Confederazione Europea dei Sindacati:

 
1. Azioni per rafforzare i diritti sindacali e dei lavoratori adottando un Protocollo sul progresso sociale ed una revisione della direttiva sul distacco dei lavoratori, al fine di correggere le recenti sentenze della CGE (Laval, Viking, Rüffert, Luxemburg). Queste azioni sono necessarie per ripristinare i nostri diritti fondamentali sulla libera circolazione della manodopera e dei servizi. I candidati che rifiutano questo, non meritano alcun sostegno da parte dei sindacati;

2. Un nuovo patto sociale nella crisi economica, con la piena partecipazione di lavoratori e sindacati, volto a realizzare la piena occupazione, posti di lavoro di qualità, retribuzioni e pensioni migliori, sistemi assistenziali e di welfare più forti, sviluppo sostenibile e solida regolamentazione dei mercati finanziari. I lavoratori non devono pagare per l’incompetenza dei banchieri;

3. Una politica sociale europea più forte e un a politica fiscale coordinata, per dar vita a un’Unione europea sociale;

4. Un accordo equo in materia di orario di lavoro, che protegga i lavoratori da turni estenuanti, salvaguardi l’importanza delle contrattazioni collettive nell’organizzazione dell’orario di lavoro e garantisca a tutti i lavoratori la possibilità di conciliare vita lavorativa e vita familiare;

5. Maggiori tutele contro l’aumento del lavoro precario e a favore dei lavoratori precari. Tutele che diano loro una migliore copertura tramite il diritto del lavoro e la previdenza sociale, e garantiscano la transizione verso posti di lavoro di qualità;.

6. Una nuova strategia industriale europea basata su innovazione, ricerca e sviluppo, investimento, istruzione, formazione e sviluppo sostenibile. Vogliamo garantire una transizione rapida ed equa verso un’economia a bassa emissione di CO2, tramite l’imposizione di una “tassa CO2” sulle importazioni dai paesi industrializzati che non rispettano gli standard ambientali dell’UE, soprattutto le norme in materia di emissioni di CO2.
 
7. Una nuova iniziativa sull’uguaglianza di genere, per combattere la discriminazione persistente, soprattutto per quanto riguarda i divari retributivi, e far sì che le donne possano beneficiare di azioni volte a contrastare la crisi economica;

8. Maggiori tutele e parità di trattamento per i lavoratori migranti e mobili, e massimo impegno contro razzismo, nazionalismo e xenofobia;

9. Rispetto per i servizi pubblici e migliore protezione legale, posti di lavoro e investimenti di qualità.

Andate a votare alle Elezioni europee! “Fate sentire la voce dell’Europa sociale” .
 

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