Manovra: tra i lavoratori delle funzioni centrali scoppia il malcontento. Comunicato Stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale Fp Cgil

18 Luglio 2011

Manovra: tra i lavoratori delle funzioni centrali scoppia il malcontento. Comunicato Stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale Fp Cgil

Tra i lavoratori delle funzioni centrali monta il malcontento per la manovra correttiva e per le misure punitive che colpiscono, come sempre, il solo lavoro pubblico.
 
Mentre sono ancora in corso le consultazioni del Governo, oltre duecento lavoratori della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno rumorosamente chiesto di incontrare il Sottosegretario Gianni Letta per discutere dello “spacchettamento” del personale, che verrà suddiviso tra i ministeri. Su questa operazione nulla è ancora dato sapere.

Stamane si è tenuta un’assemblea al Ministero dell’Ambiente ed è tutt’ora in corso quella dei lavoratori dell’Ice, mentre la quasi totalità di ministeri ed enti pubblici ha programmato per i giorni a seguire iniziative analoghe. I lavoratori dell’Ice, già in stato di agitazione, stanno valutando le azioni di protesta da mettere in campo.

I lavoratori del Ministero dell’Ambiente nella settimana effettueranno sit-in e presidi per protestare contro i tagli indiscriminati e il mancato rispetto degli accordi, chiedendo di essere ricevuti in tempi brevi dal Ministro.

Dalla consultazione con le parti sociali, poi, veniamo a sapere che il taglio al personale, già effettuato con la manovra del 2008 e poi rilanciato nella misura del 10% dal decreto Milleproroghe, verrà ripetuto e che colpirà ministeri, quindi anche le forze dell’ordine (Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale compresi), ed enti pubblici non economici.

Una manovra che abbiamo già definito “lacrime e sangue”, che non può passare inosservata e sta già portando i lavoratori allo stato di agitazione. Uno stato di agitazione non formale ma che sta nei fatti, nella paura di chi vede per l’ennesima volta il proprio lavoro umiliato e calpestato, reso un salvadanaio dal quale tirar fuori risorse, senza un progetto di sviluppo, ma soprattutto senza calcolare i costi di ritorno che una tale operazione potrebbe avere sulla qualità dei servizi e sulla tenuta del sistema pubblico.

Roma, 25 Maggio 2010

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