Europa: Libro verde sulle pensioni – la Commissione lancia un’ampia consultazione

18 Luglio 2011

Europa: Libro verde sulle pensioni – la Commissione lancia un'ampia consultazione

Il 7 luglio 2010 la Commissione europea ha avviato una consultazione a livello europeo sulle pensioni. Il Libro verde sulle pensioni pone 14 domande che coprono gran parte degli aspetti sociali, economici e finanziari dei sistemi pensionistici in Europa.

Sebbene il documento dovrebbe affrontare la questione della adeguatezza delle pensioni e della necessità di mantenere il tenore di vita e la coesione sociale , la Commissione europea inizia con l’assunto sull’impatto della crisi attuale , e sostiene che : “Entro il 2060 si prevede che il numero di pensionati in Europa raddoppi rispetto a quello di quanti finanziano le loro pensioni – la situazione attuale è semplicemente insostenibile. Nell’affrontare tale sfida occorre verificare attentamente l’equilibrio tra periodi lavorati e periodi trascorsi in pensione.”

Commentando il Libro verde, il segretario generale della Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici (FSESP) Carola Fischbach-Pyttel ha dichiarato: ” È paradossale che in un momento di tagli diffusi di posti di lavoro in tutto il settore pubblico, si parli della necessità di estendere la vita lavorativa . Molti dei nostri iscritti che mantengono il loro posto di lavoro ora sono sottoposti alla pressione di cercare di mantenere i servizi con un minor numero di lavoratori e d un salario più basso la possibilità di dover restare al lavoro più a lungo per avere una pensione decente . Speriamo che la consultazione esponga questo genere di contraddizioni e che produca proposte equilibrate perla riforma delle pensioni, non solo quelle strettamente focalizzate sul consolidamento fiscale “.

Aumento del rischio individuale

Dal punto di vista sociale, il Libro verde non riconosce che ci sono alcune questioni importanti da risolvere. La tendenza continua a far diventare le pensioni una responsabilità individuale lascia molte persone esposte a rischi finanziari per i quali non sono preparati e che non comprendono appieno : ” Allo stesso tempo, le riforme hanno dato e continueranno a dare alle persone maggiori responsabilità: i cittadini hanno ora più scelta, ma sono anche esposti a più rischi.”.

Pensioni con un gap di genere

Il documento riconosce anche il persistente problema del divario di genere nelle pensioni , che è correlato, ma spesso molto più ampiamente, al divario retributivo di genere perché” per quanto riguarda le disparità tra uomini e donne, si può constatare che i contratti atipici riguardano prevalentemente le donne, che guadagnano meno degli uomini e interrompono la carriera più spesso degli uomini per assumere responsabilità familiari. ”

Lavoro precario

Il Libro verde sostiene che la sostenibilità sarebbe migliorata se i lavoratori più giovani avranno un periodo più lungo per costruire il diritto alla pensione . Tuttavia, non si evidenzia il fatto che la sempre maggiore tendenza al lavoro più precario significa che milioni di lavoratori avranno una moltitudine di interruzioni di lavoro e periodi in cui non riusciranno a costruire i loro diritti alla pensione.

Alcune riforme hanno fallito

Alcuni Stati membri dell’UE hanno riformato i loro sistemi pensionistici per ridurre il livello delle prestazioni statali , ma il Libro verde indica che questa non è una scelta facile, quando gli sgravi fiscali sono utilizzati come un incentivo : “Le agevolazioni fiscali possono avere un costo considerevole e la loro efficacia redistributiva è dubbia. Con bilanci pubblici sotto forte pressione, alcuni Stati membri stanno ora riconsiderando l’efficienza di questo tipo di intervento. ”

La risposta della CES

La risposta iniziale della Confederazione Europea dei Sindacati (CES) ha messo in evidenza la contraddizione nella pressione per mantenere più a lungo i lavoratori occupati presso nello stesso momento i datori di lavoro mostrano poco entusiasmo e volontà di fare questo. Come sottolinea il segretario generale della CES John Monks ” Tanto più che i datori di lavoro non consentono di mantenere al lavoro i dipendenti fino all’età legale attuale della pensione e che non creano affatto condizioni per nuove assunzioni di giovani. ”

La CES aggiunge che la Commissione deve garantire l’adeguatezza e la tenuta dei sistemi pensionistici e non prolungare l’età pensionabile. La Ces ricorda anche i principi fondamentali dei sistemi pensionistici: i redditi della pensione devono basarsi su sistemi fondati sulla solidarietà all’interno e tra generazioni ed essere garantiti dai pubblici poteri, conformemente alla convenzione 102 dell’organizzazione internazionale del lavoro (OIL). Infatti, per la CES, l’obiettivo dei sistemi pensionistici non è di alimentare i mercati finanziari bensì di garantire redditi dignitosi e perenni ai pensionati.

Dal punto di vista dei sindacati, il libro verde dell’Europa sul futuro delle pensioni è dunque “totalmente irreale” perché se è vero che l’aspettativa di vita diventa sempre più alta, è anche vero che i datori di lavoro puntano sempre più sui prepensionamenti. “Dov’è la prova che i datori di lavoro vogliono tenersi i lavoratori più anziani? Noi – spiega Monks – sappiamo che la speranza di vita aumenta, ma nulla prova che l’innalzamento dell’età pensionabile spingerà i datori di lavoro a creare ambienti che incoraggino i loro impiegati a restare”.

Il motivo, per Monks, è nelle dinamiche del lavoro: “In effetti fin troppe imprese pensano che i lavoratori più anziani tengano troppo alle loro abitudini da essere in grado di adattarsi ad ambienti di lavoro che evolvono rapidamente. Così li spingono ad andare in pensione anticipata, ben prima dei limiti legali di età. La visione della Commissione europea sull’aumento dell’età pensionabile appare quindi assolutamente irrealistica. Sarebbe più utile che arrivasse un’indicazione in base alla quale i lavoratori possano conservare il loro impiego fino all’età pensionabile”.

Ulteriori informazioni

Il periodo di consultazione durerà quattro mesi ( termina il 15 novembre 2010).

La Commissione europea analizzerà tutte le risposte e prenderà in considerazione delle azioni future per affrontare tali questioni a livello comunitario.

Domande

Le 14 domande della consultazione sono:

(1) Come può l’Unione europea appoggiare gli sforzi intrapresi dagli Stati membri per accrescere l’adeguatezza dei sistemi pensionistici? L’Unione europea dovrebbe definire meglio cosa comporta un reddito di pensione adeguato?

(2) è Il quadro per le pensioni esistente attualmente a livello europeo è sufficiente a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche?

(3) In che modo si può riuscire ad innalzare l’età effettiva del pensionamento e quale contributo potrebbe dare al raggiungimento di questo obiettivo l’aumento dell’età pensionabile? Occorre introdurre nei sistemi pensionistici meccanismi di adeguamento automatico all’evoluzione demografica per equilibrare la durata della vita attiva e quella della pensione? Quale ruolo potrebbe svolgere l’Unione europea a questo riguardo?

(4) Come può essere utilizzata la strategia “Europa 2020” per promuovere l’allungamento della vita attiva e i suoi vantaggi per le imprese e lottare contro la discriminazione in base all’età sul mercato del lavoro?

(5) Come andrebbe modificata la direttiva sugli enti pensionistici aziendali o professionali per migliorare le condizioni dell’attività transfrontaliera?

(6) A quali regimi dovrebbero applicarsi le misure adottate dall’Unione europea per eliminare gli ostacoli alla mobilità?

(7) L’Unione europea dovrebbe esaminare nuovamente la questione dei trasferimenti o norme minime in materia di acquisizione e di mantenimento e un servizio di ricostruzione per tutti i tipi di diritti pensionistici sarebbero una migliore soluzione?

(8) È necessaria una revisione dell’attuale legislazione europea che garantisca una regolamentazione e un controllo coerenti dei regimi pensionistici a capitalizzazione (cioè finanziati da un fondo di attivi) e dei loro prodotti? Se sì, quali sono gli elementi da rivedere?

(9) Come potrebbero la regolamentazione europea o un codice di buona pratica aiutare gli Stati membri a raggiungere un migliore equilibrio tra rischi, sicurezza e accessibilità finanziaria per i sottoscrittori di risparmi pensione e gli enti pensionistici?

(10) Quali dovrebbero essere le caratteristiche di un regime di solvibilità equivalente per i fondi pensione?

(11) È necessario rafforzare la tutela prevista dalla legislazione europea in caso di insolvenza dei datori di lavoro promotori di regimi pensionistici? Se sì, in che modo?

(12) È opportuno modernizzare le attuali prescrizioni minime relative alle informazioni da fornire sui prodotti pensionistici (per es. in termini di comparabilità, standardizzazione, chiarezza)?

(13) È necessario che l’Unione europea definisca un orientamento comune per quanto riguarda le opzioni per difetto circa la partecipazione e la scelta di investimento?

(14) È necessario rafforzare il quadro di coordinamento a livello dell’Unione europea? Se sì, quali elementi devono essere rafforzati per migliorare la concezione e la realizzazione della politica delle pensioni mediante un approccio integrato? La creazione di una piattaforma per un monitoraggio integrato di tutti gli aspetti della politica delle pensioni sarebbe un utile passo avanti?

Enzo Bernardo Ufficio Internazionale Fp Cgil

La pagina web della Commissione Europea sulla consultazione per le pensioni:
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=89&newsId=839&furtherNews=yes  

X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto