LA FSESP CHIEDE CHE L’OPT OUT INDIVIDUALE SIA PARTE DELLA REVISIONE DELL’ORARIO DI LAVORO

18 Luglio 2011

LA FSESP CHIEDE CHE L'OPT OUT INDIVIDUALE SIA PARTE DELLA REVISIONE DELL'ORARIO DI LAVORO

LA COMMISSIONE EUROPEA LANCIA UNA NUOVA FASE DI CONSULTAZIONE SULLA DIRETTIVA ORARIO DI LAVORO

La Commissione europea ha avviato il 21 dicembre 2010 una seconda fase obbligatoria di consultazione dei rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro a livello UE sul riesame della direttiva orario di lavoro. La nuova consultazione chiede i pareri delle parti sociali sulle possibili opzioni di riesame delle regole UE sull’orario di lavoro. Ha inoltre presentato una relazione sulla attuazione della direttiva orario da parte degli Stati membri.

 

László Andor, commissario UE responsabile per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione, ha dichiarato: “La seconda consultazione dei rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro si concentra sull’esame dei pareri da essi espressi per favorire il raggiungimento di un accordo sul riesame delle regole UE relative all’orario di lavoro. L’attuale situazione non è sostenibile né politicamente né giuridicamente“.  Ha quindi aggiunto: ” Dobbiamo ripartire da capo e adottare un nuovo approccio all’orario di lavoro a livello UE. Non è un compito facile, ma sono convinto che la nuova relazione sull’attuazione delle attuali norme pubblicata oggi ci aiuterà ad andare oltre le discussioni del passato e a trovare una soluzione equilibrata che rifletta le esigenze reali dei lavoratori, dei consumatori e delle imprese nel XXI°secolo”.

 

Il documento relativo alla seconda fase di consultazione chiede alle parti sociali di formulare i loro pareri in merito a due approcci alternativi: un riesame dalla portata più ampia o un riesame dalla portata più limitata. Vengono richieste opinioni su opzioni dettagliate riguardanti temi chiave quali:
– i servizi di guardia;
– i periodi minimi di riposo;
– come affrontare la problematica degli orari di lavoro eccessivi;
– una migliore conciliazione della vita lavorativa e di quella familiare; nonché
– chiarimenti relativi agli ambiti in cui la legislazione può risultare poco chiara.

 
epsu

L’EPSU , in suo comunicato stampa, sostiene che la fine dell’ opt-out individuale deve fare parte della revisione dell’orario di lavoro ” Circa il 12% della popolazione attiva europea – su oltre 28 milioni di persone – ancora lavora più di 48 ore a settimana, secondo la Quinta indagine europea sulle condizioni di lavoro (e ciò contraddice i dati della Commissione secondo cui solo il 9% della forza lavoro europea lavora più di 48 ore a settimana). E’ un dato in discesa dal 15% del 2000, ma segna progressi molto lenti e riflette la lacuna fondamentale al centro della direttiva dell’orario di lavoro – l’opt out individuale.”
“La Commissione europea ha lanciato il 21 dicembre 2010 una seconda fase di esame della direttiva sull’orario di lavoro. La consultazione suggerisce che un passo avanti sarebbe di concentrarsi sulle questioni della chiamata a tempo durante il lavoro e sul riposo compensativo. L’EPSU ritiene che queste sono questioni vitali e che il lavoro a chiamata durante il periodo di guardia sul lavoro dovrebbe essere trattato come orario di lavoro in linea con le sentenze della Corte europea (SIMAP, Jaeger). Tuttavia, queste due questioni non possono essere risolte isolandole dell’ opt-out.”
L’EPSU sostiene che “la Commissione dovrebbe prendere una azione molto più incisiva per garantire la piena conformità con la direttiva sull’orario di lavoro e le sentenze della Corte e certamente avrebbe dovuto fare di più per indagare e rafforzare l’incapacità di dare attuazione agli orientamenti intorno all’opt-out.  La comunicazione ammette che: “le attuali disposizioni dell’articolo 22, paragrafo 1) [opt out individuale] sono rimaste sostanzialmente inefficaci.”
“Mentre l’EPSU offrirà prove per un’ampia revisione delle questioni sull’ orario di lavoro non è ancora persuasa negoziazioni intersettoriali e di categoria siano un modo appropriato per risolvere i problemi dell’orario di lavoro Direttiva. Tuttavia, la Federazione so consulterà le organizzazioni aderenti nelle prossime settimane nel preparare la sua risposta alla consultazione.”

 


 


 
 
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