Forum sociale mondiale di Dakar: nota della CGIL

18 Luglio 2011

Forum sociale mondiale di Dakar (6-11 febbraio 2011)

CGIL Dakar
Forum sociale mondiale

La partecipazione della CGIL

A dieci anni dalla realizzazione del primo Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre, in Brasile, il Forum realizzatosi a Dakar, ha mostrato quanto sia stato importante il percorso realizzato dai movimenti sociali per costruire alleanze e proposte di cambiamento dell’attuale modello di sviluppo. Nonostante la crisi finanziaria e le scarse risorse disponibili, il forum ha visto la mobilitazione straordinaria di oltre settantamila persone, in rappresentanza di movimenti, reti, sindacati, associazioni, provenienti da 130 diverse nazioni. Uno spazio difficile da gestire per le tante problematiche che la presenza e la rappresentanza della società civile del pianeta determina; dagli aspetti culturali e linguistici, alle diverse sensibilità e richieste che provengono dai rappresentanti dei paesi industrializzati, dai paesi emergenti e dai paesi poveri, per non dimenticare le aspettative dei popoli senza patria, che ancora non hanno una propria nazione, o dai contadini senza terra, o dalle donne che lottano per il riconoscimento dei loro diritti di eguaglianza e di libertà.

 

Il Forum è uno spazio unico, di contaminazione e di incontro tra esperienze diverse, che va sostenuto e dove occorre esserci per costruire l’alleanza tra sindacati e movimenti, per fare quello che da soli, come organizzazioni sindacali, non siamo in grado di fare, per combattere una crisi globale che colpisce soprattutto le economie più deboli negando alla maggioranza delle persone del pianeta il diritto ad avere una vita dignitosa ed un futuro per i propri figli. Queste semplici e chiare riflessioni sono state espresse in numerosi interventi durante il forum sindacale promosso dalla Confederazione Sindacale Internazionale, dove alla domanda “.. se ha senso stare nel processo dei Forum Sociali..” si è sostituito la domanda “…come starci e come contare di più..”.
La rappresentanza delle donne, dei contadini, dei venditori ambulanti, dei popoli indigeni, come la tutela dei diritti umani, dei diritti dell’ambiente e dei beni comuni, della democrazia e della pace, sono, insieme al diritto al lavoro dignitoso ed ai diritti fondamentali nel lavoro, un pacchetto interdipendente, un insieme di diritti non più negoziabili per nessun individuo, in ogni angolo del pianeta, ed obbliga la società civile ad allearsi, per contrastare l’azione contraria dell’attuale modello di sviluppo globale.
La nostra delegazione, composta da trenta delegati di diverse categorie (FUNZIONE PUBBLICA, FILLEA, FILCAMS, FIOM, FLAI, FLC, SLC, SPI), CGIL regionali (Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Friuli Venezia Giulia), Rete di cooperazione internazionale di Progetto Sviluppo e Nexus, Centro Confederale Nazionale, ha partecipato a numerosi dibattiti organizzati da ong (SOLIDAR, COSPE), da sindacati (CFDT, CGT, FGTB, ITUC), valorizzando la presenza dei nostri dirigenti sindacali senegalesi che hanno pienamente rappresentato la CGIL, portando la loro esperienza di lavoratori migranti africani integrati in Italia ed in Europa e ricevendo un esplicito apprezzamento per la qualità dei loro interventi.
Il programma di lavoro della delegazione è iniziato già il giorno 5 febbraio, coordinando un seminario, durante il forum sindacale, organizzato dai sindacati senegalesi, prima dell’apertura ufficiale del Forum, su: “Impatto della crisi sui lavoratori ed i sindacati”, che ha visto la presentazione delle politiche economiche del Governo Brasiliano da parte della CUT e il Programma dell’OIL per l’occupazione (Global Jobs Pact) da parte del responsabile OIL in Senegal.
Il giorno di apertura, 6 febbraio, abbiamo partecipato nella sede della CNTS, all’incontro tra tutte le delegazioni sindacali, promosso dall’ITUC, dove sono state presentate le attività sindacali, tra le quali la nostra iniziativa di Gorée.
Quindi, al pomeriggio abbiamo marciato, dietro il nostro striscione “worker’s rights, decent work, sustainable development, for all”, dal centro della città al campus universitario, con una infinita varietà di lingue, canti, balli, slogans che, come tradizione dei Forum Sociali, invadono le città ospitanti portando una immagine vera, genuina, dirompente della diversità culturale e della forza comunicativa che la libertà di espressione scatena tra le genti del pianeta.
Il secondo giorno del forum, 7 febbraio, siamo andati all’isola di Gorée, dove abbiamo consegnato la targa a memoria del sacrificio dei milioni di africani ridotti in schiavitù, proprio nel luogo dove quindici milioni di schiavi sono passati, la Casa degli Schiavi di Gorée, oggi patrimonio universale dell’umanità, e sotto la protezione dell’UNESCO. L’attività che ha coinvolto l’interesse di tante delegazioni sindacali, in testa la stessa ITUC che ha voluto annunciare l’attività il giorno precedente, invitando tute le delegazioni sindacali a parteciparvi. In effetti, la presenza all’atto è stato un vero successo, circa duecento tra sindacalisti e rappresentanti di associazioni italiane, europee e latinoamericane ci hanno accompagnati nella breve visita all’isola. Siamo stati accolti dal Direttore della Casa degli Schiavi, Eloy Coli, il quale ha presentato il valore simbolico del luogo e l’insegnamento che si vuole trasmettere ai visitatori, dalla memoria alla costruzione della cittadinanza globale fondata sul rispetto dei diritti umani universali. Quindi, Nicola Nicolosi a nome di tutta la coalizione rappresentata nella targa, ha spiegato il senso del nostro gesto e l’impegno a collaborare con le istituzioni, con i sindacati e la società civile africana, per la costruzione della cultura di pace, di riconciliazione e di cittadinanza universale, affinché la tragedia della schiavitù, in ogni sua forma moderna, non accada mai più. A seguire, vari rappresentanti hanno chiesto di trasmettere un breve messaggio, visto il clima emotivo e toccante creatosi. Maria Jiulia Reis Nogueira, Segretaria Nazionale della CUT del Brasile, ha voluto testimoniare quanto sia vivo in Brasile il tema dei diritti per la popolazione afro-discendente, e l’impegno del sindacato per il riconoscimento di questi diritti. Maria Jiulia ci ha detto, ” .. la mia faccia, il colore della mia pelle, mi riportano in Africa, anche io vengo da questa storia ..”. A Gorèe, in quel piccolo cortile dove nel corso di tre secoli sono entrati 15 milioni di uomini e donne africane, per diventare schiavi in un altro continente, abbiamo vissuto un momento forte, emotivo; di rabbia per quanto accaduto, di responsabilità collettiva per il futuro. Tutti quanti, a Gorée, abbiamo preso un impegno.
Da Gorée, siamo poi passati alla sede della CNTS, dove abbiamo partecipato al seminario, organizzato dalla ITUC-Africa, sulla diaspora africana, con l’intervento di Abdou Fauye, a nome della CGIL e degli africani che vivono all’estero, in Italia.
Quindi, nei due giorni successivi, 8 e 9 febbraio, la delegazione si è divisa per partecipare e seguire i seminari autogestiti dalle stesse associazioni che si sono registrate al Forum. Il nostro programma di lavoro è stato molto intenso, come già segnalato. Alessandro Genovesi ha partecipato ai due seminari promossi dalla rete francese sulle problematiche del settore delle telecomunicazioni e della telefonia. Rosa Pavanelli al seminario promosso dalla FGTB del Belgio sulle condizioni di salute ed i servizi sanitari per i migranti in Europa. Dione R. Khadime al seminario sulle politiche di accoglienza per i migranti in Europa, promosso da CFDT e CGT francesi. Abdou Faye e Ibrahima Niane al seminario su Migranti e Cooperazione Nord Sud nella tenda della CGT ed al seminario sullo stesso tema promosso dal COSPE. Adam M’bodi al seminario della ITUC Africa.
Quindi, abbiamo realizzato il nostro seminario discutendo con numerosi partners sindacali, reti di società civile ed eurodeputati, sui diversi sistemi di protezione sociale per i migranti, con una relazione introduttiva di Drame Ndiankou, e con il brillante coordinamento di Conny Reuter, segretario generale di SOLIDAR.
Abbiamo, infine, realizzato il seminario, da noi chiamato in modo provocatorio, “Economia di Salvezza” promosso insieme ad ARCI, ITUC Africa, ATTAC Francia e CGT francese, a cui hanno partecipato importanti reti associative come ATTAC Francia e Via Campesina, la FEPS (Fondazione Progressista di Studi Europei) rappresentata dal suo presidente, Massimo D’Alema, il centro studi brasiliano IBASE, con Candido Grzybowski, uno tra i più importanti intellettuali latinoamericani, l’ARCI con Paolo Beni, SOLIDAR con l’intervento del suo presidente Josef Weidenholzer ed infine la presenza qualificata dei sindacati, con la relazione introduttiva di Danilo Barbi, per la CGIL, e gli interventi molto seguiti del Segretario Generale della ITUC Africa, Kwasi Adu-Amankwah, del Segretario delle Relazioni Internazionali della CUT del Brasile, Joao Felicio e del responsabile delle Relazioni Internazionali della CGT francese, Jean Michel Joubier. Un dibattito che ha messo a fuoco che ha confermato l’urgenza di un cambio strutturale delle regole che governano le politiche economiche globali e della costruzione di un nuovo paradigma di sviluppo sostenibile ed esteso a tutte le economie industrializzate, emergenti e povere del pianeta. Un confronto che come ripreso dai due coordinatori della giornata, Raffaella Bolini e Nicola Nicolosi, dovrà continuare approfittando delle future scadenze che vedranno nuovamente insieme sindacati ed associazioni, a partire da Genova, nel luglio prossimo.
Nei due giorni conclusivi del Forum, dove si sono realizzate venti Assemblee di convergenza, sui diversi assi tematici (dodici) definiti dal Comitato Promotore del Forum, abbiamo contribuito a promuovere e gestire, l’Assemblea sui Migranti, lanciando la proposta di mobilitazione per la giornata mondiale dei Migranti, facendo del prossimo 18 dicembre, un momento di pressione e di informazione per esigere agli stati industrializzati la ratifica della Convenzione ONU sui diritti dei migranti e delle loro famiglie. Appello che ha già raccolto molte adesioni tra associazioni e sindacati di diversi continenti. Non abbiamo tralasciato di dimostrare la nostra solidarietà con i migranti africani che vengono respinti in mare dalle navi di pattuglia del Programma FRONTEX, promosso dall’Unione Europea ed a cui partecipano Italia, Francia, Spagna, dando la nostra adesione e partecipando alla manifestazione che ha sfilato per le strade di Dakar.
Volendo fare una rapida valutazione a caldo dell’esperienza di Dakar, possiamo riprendere la discussione finale realizzatasi nel forum sindacale, promosso dalla ITUC, dove tute le delegazioni presenti si sono espresse manifestando la convinzione che questo spazio è importante per la costruzione di alleanze tra le diverse espressioni della società civile a livello globale, in particolar modo per il sindacato che nei Forum trova l’interlocuzione con soggetti diversi da sé, che hanno un ruolo ed una funzione di rappresentanza sociale e non, come le organizzazioni dei contadini, degli indigeni, delle donne, dei giovani, degli ambientalisti, dei diritti umani e le tantissime reti associative che operano nei paesi in via di sviluppo nel settore dell’economia informale, un universo di tante realtà che hanno in comune gli obiettivi della giustizia sociale, dell’uguaglianza e della dignità delle persone, della lotta alla povertà e del rispetto dei diritti umani. Uno spazio unico, che non ha altri esempi al mondo, pieno di difetti e di confusioni, a volte caotico e disordinato, ma terreno da coltivare, con investimenti e impegno, per diventarne più protagonisti, più determinanti, come hanno ripetuto molte delle delegazioni sindacali presenti.
(Sergio Bassoli, CGIL)

 
Goree
Goree

I sindacati europei all’isola di Goree. Per non dimenticare, perchè non accada mai più (8/2/2011)

A qualche chilometro di mare, proprio di fronte a Dakar, si trova l’isola di Goree, un luogo che per alcuni secoli é stato uno dei più grandi mercati degli schiavi del mondo. Qui c’é ancora, ed é divenuta un museo, la “casa degli schiavi” dove milioni di neri aspettavano il loro turno per essere trasportati in America, da dove non sarebbero più tornati.
È una casa piccola, ma i suoi muri racchiudono mille segreti, patimenti, storie e desideri. Vi é subito dopo l’ingresso un patio principale con due scale circolari, intorno vi sono dalle celle per le donne e gli uomini: minuscoli cubicoli, a volte privi di finestre, dove venivano ammassati centinaia di schiavi mentre aspettavano di essere imbarcati. Vi sono anche due locali per la mensa, per il poco cibo offerto ed altre due, oggi usate come museo. Il momento più impressionante é quando si arriva, dopo avere percorso qualche decina di metri di un piccolo sentiero di pietra, semibuio, alla “porta del non ritorno” che immetteva direttamente sulla riva del mare e conduceva gli schiavi alle imbarcazioni. Da lì venivano imbarcati e non tornavano piú. Il loro destino era l’America, dove avrebbero lavorato fino alla morte. Passare oggi questa porta trasmette forti sensazioni perchè fa rivivere le le dure emozioni degli schiavi in partenza. Cosi’ come quando si entra in una delle celle, dove é difficile pensare che tante persone fossero ammassate. All’entrata della casa é stata posta una statua con un tamburo molto grande e con uno schiavo che rompe le catene, simbolo della libertá, ottenuta solo nel 1850, quando la Francia vietó la schiavitu’.
Questa isola e questi luoghi sono il simbolo della schiavitù delle popolazioni nere. Sono luoghi che nel 1978 stato stati dichiarati patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, per ricordare quanto avvenne fino al 1848, anno della abolizione della schiavitu’.

 

La storia ci dice che nel corso di tre secoli sono partiti tra i 12 ed i 15 milioni di schiavi: è’ un luogo di alto valore simbolico che al pari di Auschwitz e del Museo della Shoa rappresenta una indelebile memoria di crimini e sofferenza. Un”isola-memoria del vergognoso commercio ha privato il continente nero in tre secoli di tanti esseri umani, sei milioni dei quali sono morti per le privazioni o i maltrattamenti.
Ieri, 7 febbraio, giornata dedicata dal World Social Forum alla Diaspora Africana, la CGIL (con ARCI, Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole,Tavola della Pace, Coordinamento Italiano Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Fondazione Angelo Frammartino, Progetto Sviluppo, ARCS, AUSER, INCA, Legambiente, UISP – Italia, ABVV-FGTB, SOLIDAR, ITUC/CSI – Belgio, CUT – Brasile, CCOO – Spagna, CGT – Francia) ha incontrato i responsabili della casa degli schiavi e le autorità locali di Goree.
Il Segretario Confederale della CGIL, Nicola Nicolosi ha sottolineato che “Il nostro desiderio è di gemellare Gorée e l’insieme di associazioni, sindacati, reti europee ed africane, per realizzare un progetto finalizzato alla promozione dei diritti umani e dello scambio culturale tra giovani, all’interno della rete internazionale dei luoghi della Memoria”.
Quindi ha ricordato che “i promotori si impegnano quindi a mettere a disposizione le proprie reti associative, le proprie esperienze, favorendo scambi culturali, opportunità di formazione e di cooperazione tra giovani, mettendo in rete le tante iniziative che già ci vedono impegnati in questa direzione; “il treno della memoria ad Auschwitz”, il parco di Monte Sole a Marzabotto, il museo della Shoa a Gerusalemme, la casa degli schiavi nell’Isola di Gorée, i centri di accoglienza dei migranti nella Domiziana, le cooperative della legalità in Sicilia e Calabria, verso Genova luglio2011, la marcia per la pace Perugia – Assisi, Mostar e Srebrenica, e tanti altri luoghi ed iniziative da cui passare, contaminandosi, per costruire una solida idea di cittadinanza globale, di pace e di giustizia”.
Una targa a ricordo è stata posta all’entrata della casa degli schiavi a ricordo del sacrificio di milioni di uomini e donne africane, vittime della schiavitù, transitate nella piccola isola di Gorée. Nicolosi ha concluso: “la targa che oggi poniamo qui oggi significa una riaffermazione del nostro impegno di lavoratori, di sindacati e di forze e associazioni democratiche a voler proseguire su questa strada. Sì, noi siamo convinti che costruire un altro mondo è possibile”.

Al via il World Social Forum 2011, un grandissimo corteo sfila a Dakar (7/2/2011)
Con un lunghissimo corteo multicolore che ha attraversato la capitale Dakar, si è aperto oggi (6 febbraio) in Senegal il World Social Forum 2011: giustizia, solidarierà, sostenibilità le parole cardine che caratterizzano questo appuntamento africano.
E’ stata massiccia la partecipazione alla sfilata di apertura che ha caratterizzato questa prima giornata di Social Forum, una partecipazione ben al di là di ogni previsione con decine di migliaia di persone che hanno dato vita ad un appuntamento imponente e assolutamente pacifico. Sindacati, reti, ecologisti, associazioni e movimenti religiosi e di ogni continente sono sfilati dal centro di Dakar sino al campo universitario sede del Forum portando ogni un tassello di quella grande proposta di cambiamento che stà alla base della settimana di confronto.
La crisi di un vecchio sistema dominante che distrugge l’ambiente e mette in pericolo le generazioni future, nel nome della competizione che distrugge allo stesso modo i diritti dei lavoratori e dei contadini, i diritti democratici e sociali, la coesione sociale. Contemporaneamente un enorme sfruttamento di risorse umane e naturali prosegue e si aggrava. Le regioni impoverite stanno diventando più povere; mentre nelle regioni con maggiore sviluppo sta avvenendo una forte distruzione delle conquiste sociali; i paesi emergenti sono spinti a seguire il modello dominante con conseguenze terribili per la natura, il clima, le comunità, le popolazioni native e le prospettive future.
Sono stati i Paesi africani a fare la parte del leone con le migliaia di ragazze, di giovani, di persone provenienti non solo dal Senegal, ma dal Marocco, dalla Mauritania, dalla Guinea, dalla Nigeria, Gambia, Camerun, Mali e tante altre realtà a ricordarci come sia sempre più evidente come l’economia dominante l’intero pianeta non sia più sostenibile e che i nuovi protagonisti nel mondo del terzo millenio chiedono profondi cambiamenti.
Le voci e i canti, i cartelli, gli striscioni che si sono sentiti e visti nel corteo di Dakar richiamavano tutto questo, in un caleidoscopio di immagini che testimonia la varietà, la vivacità, la estensione di un protagonismo sempre più difficile da ignorare, dal Senegal al Brasile, dal Vietnam all’Europa, dal Canada all’India. Ed ancora dai movimenti femministi alla solidarietà con le lotte tunisine ed egiziane, alla Palestina, ai movimenti per l’Istruzione e la sanità, alle ONG, ai movimenti ecologisti e dei Sem terra.
Anche la delegazione italiana ha portato il suo contributo con le tante voci dell’Arci, della Caritas, della Lega Ambiente, dell’Uisp e di varie ONG: ci dice Sergio Bassoli, del dipartimento Internazionale CGIL Nazionale, uno degli animatori di questo Forum: “siamo qui a imparare dai nostri amici africani come ripensare un modello di società e il modello di sviluppo che traduca in pratica le parole del nostro striscione lavoro dignitoso per tutti, diritti e lavoro per tutti,sviluppo sostenibile per il pianeta. La nostra presenza significa comunione con i movimenti dei lavoratori per lo sviluppo e una diversa concezione del mondo”. In mattinata c’è stato l’incontro promosso dall’ITUC tra le organizzazioni sindacali presenti a Dakar mentre per domani è prevista la visita all’isola di Goree.

World Social Forum: la CGIL a Dakar per un confronto con sindacati e movimenti di tutto il mondo (6/2/2011)
La CGIL partecipa al World Social Forum di Dakar (6 – 11 febbraio 2001) con una delegazione guidata dai Segretari Nazionali, Danilo Barbi e Nicola Nicolosi, composta da rappresentanti sindacali del centro Confederale, di otto Categorie Nazionali (SPI, FILLEA, FIOM, FILCAMS, SLC, FP, FLAI, FLC), quattro strutture regionali (Emilia Romagna, Campania, Piemonte, Friuli Venezia Giulia) del patronato INCA e della rete di cooperazione e solidarietà internazionale di Progetto Sviluppo. In particolare, si segnala la presenza, nella delegazione, di delegati sindacali originari di paesi africani, immigrati in Italia.
La delegazione sarà impegnata in un fitto programma di iniziative, partecipando a incontri e seminari promossi dalla Confederazione Internazionale dei Sindacati, dalla sua organizzazione regionale africana, da altri sindacati e reti partners, sui temi della Migrazione, della Crisi Globale, dello Sviluppo e del Lavoro Dignitoso, dialogando con sindacati e movimenti provenienti da ogni parte del mondo.
Le iniziative promosse direttamente dalla CGIL, in collaborazione con ARCI e con altri sindacati e reti associative di diversi continenti, cominceranno il 7 febbraio con la visita all’Isola di Gorée, depositando una targa a ricordo del sacrificio di uomini e donne vittime della tratta degli schiavi nei secoli scorsi. Un incontro con istituzioni locali, associazioni e sindacati africani, con cui dar vita ad un nuovo percorso di cittadinanza globale, di formazione e scambi culturali tra giovani.
Quindi, nei giorni 8 e 9 febbraio, sarà la volta dei seminari. Uno di essi mette a confronto ed analizza i sistemi di protezione sociale per lavoratori migranti in Europa ed in Africa. Un altro seminario propone un confronto aperto tra sindacati e movimenti sulla Crisi Globale, scambiando esperienze e proposte alternative per un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Il 10 febbraio si darà luogo ad un’Assemblea Tematica convocata per rilanciare il processo di ratifica della Convenzione ONU sui diritti dei migranti e delle loro famiglie e per convocare a livello globale la giornata internazionale dei Migranti per il prossimo 18 dicembre 2011, come momento di mobilitazione della società civile in ogni parte del pianeta.
Un percorso ed un impegno che ha già fissato altre tappe di incontro e di confronto con giovani, movimenti e reti associative, come la conferenza sociale europea tra sindacati e movimenti, l’appuntamento di Luglio prossimo a Genova, in occasione dei dieci anni dal G8 del 2001, e la Marcia della Pace Perugia – Assisi, il prossimo 25 settembre 2011.

Social Forum Mondiale: dal 6 all’11 febbraio a Dakar in Senegal per promuovere i diritti umani Il 7 febbraio ‘percorso della Memoria’ all’isola di Gorée
In occasione del prossimo WSF che si terrà a Dakar, dal 6 all’11 febbraio prossimo, un ampio cartello di sindacati, associazioni ed Enti Locali depositeranno una targa a ricordo del sacrificio di milioni di uomini e donne africane, vittime della schiavitù, transitate nella piccola isola di Gorée, a poche miglia dal porto della città di Dakar, dando vita ad un percorso comune di promozione dei Diritti Umani.
La visita ed il ricordo di quanto è accaduto a Gorée è un momento fondamentale della nostra presenza al Forum. Un atto simbolico, di riconoscimento del debito che tutti noi abbiamo nei confronti dell’Africa per quanto accaduto con la tratta degli schiavi verso le Americhe, per il perpetuarsi dello sfruttamento delle risorse naturali, per le politiche colonialiste, per le enormi responsabilità dello sviluppo negato ad un intero continente, dove la maggioranza della popolazione lotta ancora contro la fame, le malattie, la mancanza d’istruzione, le guerre, costretta, nuovamente, ad abbandonare le proprie famiglie e la propria terra in cerca di fortuna, riproducendo, sotto altre forme, nuovi sistemi di sfruttamento disumani e nuove forme di schiavitù. Uomini e donne che ancora oggi da quel tratto di mare, con barche di fortuna, cercano di raggiungere, spesso a costo della vita, le Canarie o la Mauritania, intercettati dalle navi militari europee.
Gorée, ieri, luogo di passaggio degli schiavi. Gorée, oggi, luogo dove attraverso il Ricordo, la Memoria e l’Incontro tra persone di diversi continenti, insieme, vogliamo prendere un impegno comune per la promozione dei diritti umani, per il rispetto dei diritti dei Migranti e delle loro famiglie, per un Lavoro Dignitoso e per il diritto allo sviluppo, di tutti.
I promotori si impegnano quindi a mettere a disposizione le proprie reti associative, le proprie esperienze, favorendo scambi culturali, opportunità di formazione e di cooperazione tra giovani, mettendo in rete le tante iniziative che già ci vedono impegnati in questa direzione; “il treno della memoria ad Auschwitz”, il Parco di Monte Sole a Marzabotto, il Museo della Shoa a Gerusalemme, la Casa degli Schiavi nell’Isola di Gorée, i centri di accoglienza dei migranti nella Domiziana, le cooperative della legalità in Sicilia e Calabria, VersoGenovaLuglio2011, La Marcia per la Pace Perugia – Assisi, Mostar e Srebrenica, e tanti altri luoghi ed iniziative da cui passare, contaminandosi, per costruire una solida idea di cittadinanza globale, di pace e di giustizia.
Primi Promotori:
CGIL, ARCI, Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole,Tavola della Pace, Coordinamento Italiano Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Fondazione Angelo Frammartino, Progetto Sviluppo, ARCS, AUSER, INCA, Legambiente, UISP – Italia, ABVV-FGTB, SOLIDAR, ITUC/CSI – Belgio, CUT – Brasile, CCOO – Spagna, CGT – Francia.

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