Crisi-Lavoro Pubblico: dalla Grecia un avvertimento all’Italia, colpendo il pubblico si affonda – Sabato 8 ottobre in piazza per difendere lavoro e servizi pubblici

07 Ottobre 2011

Crisi-Lavoro Pubblico: dalla Grecia un avvertimento all'Italia, colpendo il pubblico si affonda – Sabato 8 ottobre in piazza per difendere lavoro e servizi pubblici Comunicato stampa di Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale

“La vicenda greca dovrebbe essere un monito per il nostro Paese, perché ci fa capire come l’attacco ai servizi e al lavoro pubblico non produca
altro che rallentamento della crescita e tensioni sociali. Le soluzioni imposte dalla cosiddetta troika, questo mostro a tre teste composto da Fmi, Bce e Ue, altro non sono che le vecchie ricette neoliberiste, le stesse che hanno trascinato il pianeta nella crisi odierna: liberalizzazioni del mercato del lavoro, privatizzazioni dei servizi, riduzione dello spazio pubblico, attacco ai diritti dei lavoratori della pubblica amministrazione e al loro salario”. Con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil, commenta l’annuncio da parte del Governo greco di 30mila licenziamenti nella pubblica amministrazione.

“In poche parole si chiede alla Grecia e, come abbiamo letto nella famosa missiva Draghi-Trinchet, all’Italia, di radere al suolo il sistema di welfare a favore della speculazione. Meno reddito in busta paga con la moderazione salariale per privati e pubblici, e per questi ultimi misure punitive quando non persecutorie, meno servizi collettivi, meno reddito immateriale, meno tutele sociali e meno diritti per la generalità dei cittadini. Un suicidio collettivo – aggiunge Dettori – che rischia di accelerare l’evolversi della crisi, amplificandone la portata”.

“La nostra risposta si è già fatta sentire con lo sciopero generale del 6 settembre. Continueremo l’8 ottobre a Roma in Piazza del Popolo, con la manifestazione nazionale dei settori pubblici e della conoscenza. In quella piazza rivendicheremo, con tutti coloro che vorranno esserci, un’uscita solidale dalla crisi di segno contrario a quella imposta alla Grecia. La ricetta liberista della Bce – conclude la sindacalista – ha già prodotto troppi drammi e dimostrato la sua pericolosità. Senza pubblico si affonda”.

Roma, 3 ottobre 2011

 
 
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