Comitato Esecutivo CES – Bruxelles 19-20 ottobre 2011

26 Ottobre 2011

CES – Comitato Esecutivo

Bruxelles 19-20 ottobre 2011

Nei giorni 19 e 20 ottobre si è tenuta la riunione del Comitato Esecutivo della CES. La relazione della Segretaria Generale, Bernadette Ségol, si è concentrata sulla grave situazione economica, in particolare dell’Eurozona, e della profonda crisi che sta attraversando l’Europa. Ha espresso altresì forti preoccupazioni per i rischi di recessione e per l’attacco all’Europa sociale.
Si tratta di una crisi di natura bancaria (vedi l’ultimo caso di Dexia, salvata dai governi di Belgio e Francia), con le agenzie di rating che declassano gli Stati.
La strategia proposta dalla CES per superare la crisi è quella della solidarietà economica, in cui i Paesi più forti sostengono quelli più deboli. La Cgil, intervenendo nel dibattito, ha indicato una via più articolata, quella del rilancio economico attraverso politiche industriali (tra cui fondamentale è la green economy), che negli ultimi anni hanno lasciato il posto all’economia della finanza. Gli elementi indicati dalla CES, che fanno parte del Manifesto di Atene, quali gli Eurobond, la tassa sulle transazioni finanziarie, le politiche fiscali, sono tutti necessari per consentire una ripresa, ma l’attività economica produttiva deve tornare ad essere il centro dello sviluppo dell’Europa, la sola che può garantire il ritorno all’occupazione, il rilancio della domanda, la ripresa degli investimenti.
E’ necessario rompere con le disuguaglianze nel  processo redistributivo degli ultimi decenni, che ha rivelato una mancanza di funzionamento, consentendo che i profitti accumulati si rivolgessero non agli investimenti e alla produzione ma alla finanza, nella sua volatilità, e nella speculazione.
Le regole nel mercato finanziario sono quanto mai necessarie e la Commissione, da questo punto di vista, si muove, ma con estrema lentezza.
Una riforma della governance economica è necessaria, lo abbiamo sempre sostenuto, ma la via intrapresa dalle Istituzioni europee non è quella giusta; il nuovo Patto Euro Plus che inserisce delle raccomandazioni agli Stati membri, in particolare sui salari, continua ad essere inaccettabile per il movimento sindacale europeo e per i lavoratori, in quanto interviene sui costi di lavoro per unità; contro l’indicizzazione salariale e la contrattazione centralizzata; spinge verso il basso i salari del pubblico impiego e attacca i salari minimi del pubblico e del privato; sulle pensioni e sull’età pensionabile; sul controllo del bilancio dei Paesi, sul debito pubblico e sulla spesa.
Lo stesso Six Pact, il “pacchetto” di riforma della governance economica, che dà ulteriore peso alle proposte originarie della Commissione, implica ancora più austerità, senza adeguati provvedimenti per la crescita.
A tutto ciò si aggiunge la lettera della della BCE al Governo italiano, che rappresenta un’interferenza inaccettabile e un grave precedente, stigmatizzato da molti interventi dell’Esecutivo, fra i quali  anche i rappresentanti tedeschi e francesi.
In allegato trovate la Dichiarazione approvata dall’Esecutivo sulla situazione economica tradotta in italiano e inviata  ai Capi di Stato e di Governo, a Barroso e Van Rompuy, per il Consiglio Europeo del 23

Altro punto importante della discussione è stato quello relativo all’occupazione, all’integrazione e alle politiche salariali. La CES ha ribadito con forza la sua posizione contro il ritorno a politiche nazionalistiche a favore  di politiche di integrazione alternative e progressiste contro le pressioni verso il basso nella competitività sociale.
E’ urgente rilanciare il coordinamento della contrattazione collettiva, per la difesa della sua autonomia rispetto ai Governi e all’intervento della Commissione, contrastando così anche le conseguenze negative delle raccomandazioni del semestre europeo. I salari vanno difesi e va garantita la loro crescita per favorire la domanda interna e il benessere dei cittadini. Inoltre i contratti collettivi vanno estesi a tutti i Paesi per evitare pressioni tra Stati e salari al ribasso; la CES dovrà agire efficacemente nei confronti delle Istituzioni per impedire interventi sui sistemi di contrattazione collettiva e formazione salariale dei singoli Stati.
In allegato trovate il documento preliminare, tradotto in italiano, che sarà oggetto di discussione del prossimo incontro “Scuola d’inverno”, che si terrà nel mese di febbraio 2012 con i Segretari Generali delle Organizzazioni membre della CES.

In merito alla revisione della Direttiva orario di lavoro, l’Esecutivo ha discusso del possibile mandato per un negoziato delle parti sociali europee, che trovate in allegato, tradotto in italiano.
La discussione ha visto interventi critici in particolare da parte della Cgil, DGB e CGT, in considerazione del diverso quadro politico europeo rispetto alla passata legislatura del Parlamento Europeo, della Commissione e del Consiglio dell’UE.
Il mandato copre tutti gli aspetti ribaditi nelle Risoluzioni del Comitato Esecutivo di marzo e di giugno 2011; bisognerà che la delegazione trattante tenga ferme le proprie richieste nei confronti di BusinessEurope, il cui atteggiamento fa prevedere fin d’ora un confronto molto difficile e complesso.

Da ultimo, ma non per importanza, alleghiamo una nota dell’Esecutivo relativa alla tassa sulle transazioni finanziarie. Come sapete, la Commissione ha adottato una proposta di Direttiva in merito, che però, per essere approvata ha bisogno dell’unanimità. Si sono già dichiarati contrari il Regno Unito, la Svezia, i Paesi Bassi e la Repubblica Ceca.
La CES aveva richiesto che il gettito di tale tassa venisse utilizzato per “beni pubblici di uso comune”, ma l’attuale proposta prevede un utilizzo totale o parziale come risorsa propria del bilancio UE sostituendo  i trasferimenti esistenti dagli Stati membri all’UE.
La CES continuerà a seguire le proposte della Commissione e a tal proposito ha previsto la costituzione di un gruppo ad hoc.

Nicola Nicolosi – Giulia Barbucci, CGIL

 
 

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