Metalmeccanici: giusto lo sciopero, va sostenuto. Difendere democrazia nei luoghi di lavoro per difendere i diritti di chi lavora

08 Marzo 2012

Metalmeccanici: giusto lo sciopero, va sostenuto. Difendere democrazia nei luoghi di lavoro per difendere i diritti di chi lavora – Comunicato stampa Fp-Cgil Nazionale

 
“Lo sciopero generale indetto dalla Fiom ha il nostro sostegno come tutte le giuste rivendicazioni che la Cgil sta mettendo in campo sul fronte della tutela dei diritti dei lavoratori. La recente storia delle relazioni industriali nel settore metalmeccanico, specialmente in Fiat, rappresenta un problema per tutto il mondo del lavoro. Le violazioni della più elementari norme di democrazia sindacale e dei diritti dei lavoratori, l’espulsione della Fiom, la vergognosa vicenda di Pomigliano che vede i lavoratori iscritti alla Cgil lasciati fuori dalla produzione, non possono essere affrontate come una semplice trattativa aziendale”, con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, solidarizza con lo sciopero nazionale dei metalmeccanici che si terrà venerdì 9 marzo.

“Proprio in questi giorni si celebrano le elezioni delle Rsu nel lavoro pubblico, un pronunciamento riconquistato dopo una lunga battaglia. Un fatto importante, perché la democrazia sindacale e quella politica sono indissolubilmente legate: se non si è liberi di esprimere le proprie opinioni negli uffici e nelle fabbriche, è l’intero sistema a uscirne indebolito. Il problema della rappresentanza del lavoro è centrale – aggiunge la sindacalista – e crediamo vada detto che quanto avviene in Fiat è inconciliabile con la democrazia”.

“Il lavoro è un bene comune, ha ragione la Fiom, è va difeso tanto il diritto a un salario dignitoso e alla sicurezza occupazionale, quindi il contratto nazionale e l’art.18, quanto quello a decidere liberamente da chi si vuole essere rappresentati. Pensare che le sfide globali si possano vincere scaricando sul lavoro i costi e che la democrazia possa tollerare l’autoritarismo di Marchionne e dei suoi emuli, vuol dire non aver capito che le vere riforme, quelle che incidono sulla realtà, si possono realizzare solo con il consenso informato dei lavoratori, con la partecipazione attiva all’organizzazione del lavoro e ai processi produttivi. L’esperienza, e penso alla fallimentare controriforma dell’ex Ministro Brunetta – conclude Dettori – sembra  non aver insegnato nulla”.

Roma, 6 marzo 2012

 
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