Strani metodi per la revisione di spesa al Ministero dell’interno si annunciano tagli e chiusure di uffici

04 Maggio 2012

Strani metodi per la revisione di spesa al Ministero dell'interno si annunciano tagli e chiusure di uffici. Comunicato stampa di Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil

Solo pochi giorni fa abbiamo sottolineato al Ministro Patroni Griffi la fuga in avanti di alcuni Ministri sulla contrattazione di secondo livello. Oggi registriamo la corsa del Ministro dell’interno sulla revisione della spesa con l’annuncio di tagli al personale civile dell’amministrazione dell’interno, accorpamento delle prefetture e dei dipartimenti, ridimensionamento di alcune questure a commissariati.

Ci colpisce che una riforma dello Stato e del Ministero dell’interno venga annunciata sui mezzi d’informazione e non discussa con i soggetti destinatari della stessa.

L’impressione è che si voglia creare preventivamente un consenso nell’opinione pubblica su un mero intervento di taglio ai servizi.
Nel merito dell’intervista rilasciata dal Ministro al Corriere della Sera ci permettiamo di fare alcune osservazioni.
Viene lanciata l’ipotesi di una riduzione del 10% del personale civile “grazie a uno scivolo, un pensionamento anticipato”. Il Ministro Cancellieri ci dovrebbe spiegare come tale ipotesi si concilia con la riforma del sistema pensionistico voluto dalla sua collega Fornero.
La riforma delle pensioni non ha risolto nel settore privato il problema degli “esodati”. Ora nel settore pubblico si vogliono creare gli “esodanti”?

L’accorpamento di alcune prefetture e l’individuazione di funzioni comuni con altri settori dello Stato centrale sul territorio, ricomprendendo le rappresentanze in unica sede, sarebbe sicuramente un risparmio. Ma come garantire la funzionalità di alcuni servizi di prossimità sul territorio, i servizi all’immigrazione, la cittadinanza, la depenalizzazione, i presidi di legalità e sicurezza senza individuare prima una organica riorganizzazione sul territorio delle amministrazioni pubbliche?

Non siamo pregiudizialmente contro una ipotesi di riforma dello Stato, semplicemente diciamo che qualsiasi riforma deve essere condivisa, per funzionare. Per riformare la presenza dello Stato sul territorio occorre prima partire dai servizi e da chi questi servizi e diritti deve garantire e quindi attuare un’amministrazione pubblica più efficiente e non partire dai tagli delle risorse.

Questo modo di intendere il servizio pubblico è solo una riduzione dei diritti dei cittadini.

Roma, 23 Aprile 2012

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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