P.A. Intesa – Sindacati: il Ministro convochi subito un tavolo di confronto. Basta con iniziative scollegate dallo spirito dell’accordo.

05 Luglio 2012

P.A. Intesa – Sindacati: il Ministro convochi subito un tavolo di confronto. Basta con iniziative scollegate dallo spirito dell'accordo.

 
“Siamo preoccupati per l’approvazione in Consiglio dei Ministri del Dpcm sulla revisione della spesa, perché contraddice i contenuti dell’intesa raggiunta tra Governo, sindacati ed enti locali”, è questo il contenuto di una nota congiunta di Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili, rispettivamente segretari generali di Fp-Cgil, Fp-Cisl, Uil-Fpl e Uil-Pa.
 
 “Il Ministro Patroni Griffi – si legge nella nota congiunta – convochi immediatamente le parti firmatarie per verificare la sussistenza di quell’accordo e se ne faccia garante”.
 
 “L’intesa raggiunta con il Ministro Patroni Griffi permette di affrontare la riorganizzazione delle Pubbliche Amministrazioni senza strappi e tenendo insieme le esigenze di bilancio con i diritti dei lavoratori, di operare cioè sul fronte dell’efficientamento e della modernizzazione senza adottare soluzioni tanto affrettate quanto semplicistiche”, aggiungono i quattro segretari di categoria, ricordando come l’applicazione dell’accordo sottoscritto il mese scorso sia ancora da completare, nonostante la larga convergenza raggiunta tra le parti, e come al contrario il Dpcm non sia stato oggetto di confronto.
 
“Non vorremmo essere per l’ennesima volta di fronte a dei tagli lineari, a un prendere o lasciare. Sarebbe uno spot forse utile ad assecondare l’ingerenza e la ferocia dei mercati, ma deleterio per l’Italia e per gli italiani. Per riformare gli apparati dello Stato – concludono Dettori, Faverin, Torluccio e Attili – bisogna proseguire sulla strada del negoziato e gestire la riorganizzazione, senza ricercare ad ogni costo, come nella peggiore tradizione, il capro espiatorio da additare in pubblica piazza”.
 
Roma, 18 giugno 2012

 

 
P.A.:Intesa su lavoro pubblico.

Lavoro: Camusso, governo vari rapidamente intesa su Pa "Avvii iter senza subire pressioni, in gioco la sua crediblità"

Roma, 25 maggio – “Nonostante i ripetuti annunci”, l’intesa raggiunta tra sindacati, Governo e enti locali il 3 maggio scorso sul lavoro pubblico “non è ancora stata varata dal Consiglio dei ministri: sarebbe grave se il Governo non procedesse rapidamente ad adempiere ai suoi compiti e magari subisse le pressioni di qualche politico contro quell’intesa”. E’ quanto afferma in una nota il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.”Il Governo, tutte le istituzioni pubbliche e tutte le organizzazioni sindacali, – osserva la leader sindacale – hanno firmato agli inizi di maggio un’intesa importante per la riforma delle Pubbliche amministrazioni e per il lavoro pubblico.

La Cgil ha giudicato positivamente quell’intesa, in discontinuità con le leggi e l’esperienza di separazione, e di non confronto, del governo Berlusconi”. L’intesa, prosegue Camusso, “che doveva essere recepita in una legge delega, non è stata ancora varata dal Consiglio dei Ministri, nonostante i ripetuti annunci, mentre continuano ad imperversare le critiche e le polemiche strumentali di chi osteggia un ruolo condiviso delle parti sociali e delle autonomie locali. Sarebbe grave – aggiunge il numero uno della Cgil – se il Governo non procedesse rapidamente ad adempiere ai suoi compiti e magari subisse le pressioni di qualche politico contro quell’intesa.

Se il provvedimento non venisse varato al più presto, avviando l’iter parlamentare, entrerebbe in gioco la credibilità dell’operato del Governo e l’apporto delle altre istituzioni pubbliche che hanno condiviso e firmato l’intesa”, conclude.

 
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Lavoro Pubblico: ipotesi di accordo con il Ministero della Funzione Pubblica, le Regioni e gli Enti locali – Nota di Rossana Dettori, Segretaria generale Fp Cgil

L’ipotesi di accordo con la quale si è concluso l’incontro di ieri con il Ministro della Funzione Pubblica Patroni Griffi, con le Regioni e con gli Enti locali si inserisce in una delle fasi più delicate del Paese.

Le sbagliate politiche recessive e il progressivo peso della pressione fiscale da un lato e la riproposizione di azioni di contenimento e riduzione della spesa per i servizi pubblici dall’altro possono render oltre modo problematico il suo cammino, soprattutto parlamentare.

Dobbiamo, quindi, nel giudicare l’ipotesi di intesa, contestualizzarla in questo quadro di evidente problematicità.

I giudizi dai toni esageratamente trionfalistici ai quali stiamo assistendo in queste ore, i volantini da “sol dell’avvenire” che cominciano a circolare nei posti di lavoro rischiano di essere totalmente incompresi dalle lavoratrici e dai lavoratori pubblici, a maggior ragione se sono rivestiti, così come purtroppo sta accadendo, da una spessa patina di ipocrisia e da una totale perdita di memoria su quelle che sono state le responsabilità di ognuno sulle scelte normative e contrattuali del recente passato, a partire da quelle a firma “Brunetta”.

Detto ciò, però, non possiamo non sottolineare come quell’ipotesi rappresenti quella linea di discontinuità  con le pratiche passate che avevamo auspicato alla vigilia dell’incontro, innanzitutto per il metodo che il Ministro ha inteso assumere nel corso della trattativa: partecipazione, rispetto dei ruoli e delle reciproche prerogative, condivisione e coinvolgimento del sistema delle autonomie, ricerca di una sintesi unitaria, capacità di ascolto, sono apparse metodologie “innovative”.

E poi il merito.

In attesa di una valutazione più compiuta ed analitica e del giudizio politico che offriremo nella discussione al comitato direttivo dell’ 8 maggio, possiamo già attestare che i punti attorno ai quali avevamo posizionato la nostra partecipazione alla trattativa, trovano, nel testo, un primo punto di soddisfazione:

  • il ritorno al contratto nazionale di lavoro quale strumento regolatore del rapporto di lavoro e autorità salariale, la sua primazia sulla legge, il ruolo della contrattazione;
  • un nuovo modello di relazioni sindacali che rimette al centro la rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori, riaffidandole le potestà contrattuali precedentemente sottratte dalle leggi Brunetta;
  • la ripresa di un percorso di superamento del precariato nei servizi pubblici
  • nuove norme sulla mobilità;
  • il superamento del rigido sistema 25/50/25 e la prevalenza della performance organizzativa su quella individuale.

Tutto ciò accompagnato dall’apertura di una fase transitoria che, in maniera condivisa e partecipata, si incaricherà di accompagnare verso nuove norme temi, problematiche e discipline per le quali l’ipotesi sancisce l’abbandono delle controriforme recenti.

Una ipotesi, quindi, che pur nelle difficoltà del contesto entro il quale si realizza, può rappresentare il primo passo di un percorso nuovo per il lavoro pubblico.

4 maggio 2012

 
rassegna stampa 5 maggio 2012
 
P.A.: Cgil, firmata intesa su lavoro pubblico. Comunicato stampa congiunto Cgil, Fp-Cgil ed Flc-Cgil

 
Questa mattina Cgil, Fp-Cgil ed Flc-Cgil hanno sottoscritto il Protocollo di intesa sul lavoro pubblico definito il 3 maggio da organizzazioni sindacali, Governo, Regioni, Comuni e Province.

Il Protocollo esprime la consapevolezza della necessità di intervenire sulle norme che regolano il funzionamento del lavoro pubblico, correggendo i forti elementi di criticità presenti nella normativa vigente, spesso inapplicabile ed inutilmente punitiva.
 
L’obiettivo è quello di pervenire a un incremento della qualità del servizio pubblico in tutti i settori, ponendo le condizioni per una ripresa degli investimenti nella P.A. e per la valorizzazione delle risorse e delle competenze presenti nel lavoro pubblico, coinvolgendo e motivando i pubblici dipendenti. Vanno ristabilite corrette relazioni sindacali e le condizioni per la contrattualizzazione del rapporto di lavoro, per ridare valore e ruolo alla contrattazione nazionale ed integrativa, attualmente cancellate da una legificazione tanto anacronistica quanto improduttiva.
 
Il Protocollo va verso questa direzione, disciplinando le norme del mercato del lavoro pubblico. Allo stesso modo si pone l’obiettivo, per noi primario, di affrontare in modo risolutivo il tema della precarietà nelle pubbliche amministrazioni, ormai divenuta insostenibile. Il Protocollo dovrà ora trovare concreta traduzione in provvedimenti legislativi di accompagnamento, che auspichiamo possano trovare un clima di condivisione in sede politica, al di fuori di ogni polemica ideologica.
 
La Cgil seguirà costantemente l’evoluzione del quadro normativo e dei provvedimenti, pronta a mettere in campo tutte le iniziative necessarie a far sì che lo spirito positivo del Protocollo trovi compiuta attuazione.
E’ ora necessario che il governo assuma l’impegno a garantire le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti pubblici.
 
Roma, 11 Maggio 2012

 

Pa: da Corte dei conti giudizio "politico" su intesa pubblico impiego rimette al centro la qualità dei servizi e non modifica costi per il personale

“È un fatto davvero positivo che, seppur con molto ritardo, anche la Corte dei conti si sia resa conto che i tagli lineari e il blocco del turn over hanno peggiorato la qualità dei servizi e ridotto l’offerta ai cittadini, creando caos nelle amministrazioni. Quanto al giudizio in merito all’intesa sul lavoro pubblico, ci sembra frutto di un’analisi poco rigorosa”. Con queste parole Rossana Dettori, Segretario Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, commenta il contenuto della Relazione 2012 sul costo del lavoro pubblico, pubblicata ieri dalla Corte dei conti.

“L’intesa raggiunta dai sindacati con il Ministro Patroni Griffi e gli enti locali non ha effetti sui saldi di bilancio e modifica l’attuale normativa cancellando gli elementi ideologici e punitivi, ristabilendo corrette relazioni sindacali. Il fatto che si reintroduca anche la valutazione delle performance degli uffici e non più soltanto quelle dei singoli non significa affatto tutelare i meno produttivi. Per incentivare la produttività nell’offerta di servizi complessi è necessario valorizzare il lavoro di equipe, rimettendo al centro il ruolo, l’indipendenza e le responsabilità della dirigenza e ristabilendo un limite all’ingerenza della politica, spesso causa di costi improduttivi e inefficienze. Se la Corte dei conti intende davvero difendere un sistema che per legge punisce, a prescindere da qualsivoglia elemento oggettivo, il 25% dei lavoratori e li etichetta come fannulloni, e che quindi li disincentiva alla produttività – conclude Dettori – forse siamo di fronte a un pronunciamento dai contenuti troppo politici per essere frutto del lavoro di un organo tecnico-amministrativo”.

Roma, 15 maggio 2012

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