L’Ue ponga le basi per andare oltre i diktat della finanza. Il testo comune dei tre maggiori sindacati (italiano, tedesco, inglese) della funzione pubblica per un nuovo welfare

15 Maggio 2012

F.Bsirske, D.Prentis, R.Dettori

L’Ue ponga le basi per andare oltre i diktat della finanza.


l’Unità 04.05.2012
– Il testo comune dei tre maggiori sindacati (italiano, tedesco, inglese) della funzione pubblica per un nuovo welfare. Oggi anche sul Guardian.

 

 Il documento
 
Molti paesi europei attraversano la peggiore crisi economica degli ultimi ottanta anni.
Iniziata come una crisi finanziaria, quella che stiamo affrontando rischia di trasformarsi in una crisi politica che investe le istituzioni democratiche e il futuro stesso dell’Ue. Le politiche di austerità, sposate dai governi nazionali e dalle istituzioni internazionali, sono alla base di questa mutazione. La crisi dei debiti sovrani è peggiotata, la crescita si è arrestata e la disoccupazione è aumentata laddove le misure sono state più severe. Queste politiche hanno fallito. Sono evidenti le conseguenze della diminuzione di reddito e dei tagli allo stato sociale: aumento della povertà, della precarietà e delle diseguaglianze, forte erosione della coesione sociale. In alcuni Paesi, poi, i media e la politica alimentano i più rozzi stereotipi nazionali, additandoli come causa della crisi e soffiando sul fuoco del nazionalismo e della xenofobia.
Mentre è in gioco il futuro del modello sociale europeo, l’austerità è usata come un ariete per abbattere il welfare state ei sindacati. Questo processo è iniziato con le sentenze Viking e Laval. La Commissione Ue ha continuato a districarsi con una serie di misure, dalla direttiva sull’orario di lavoro alle norme per la salute e la sicurezza. Ora il nuovo pacchetto per la Governance economica mira a imporre riforme strutturali al mercato del lavoro, tagli alle prestazioni sociali e ai diritti pensionistici, a promuovere la concorrenza sulla base dei “costi unitari del lavoro”, ovvero la causa della caduta dei salari e dell’indebolimento degli accordi collettivi e della contrattazione.
 
Esiste un’alternativa sindacale.
Crescita e occupazione sono le sole risposte possibili per far fronte alla crisi e ridurre il deficit, assieme a una strategia che combini le dimensioni economiche, ambientali, e sociali. L’attenzione va puntata sulla qualità del lavoro: salari equi; parità di trattamento, per porre fine al divario tra donne e uomini e al dumping sociale, garantendo parità di retribuzione e di mansioni in uno stesso luogo di lavoro; dialogo, diritti sindacali e protezione sociale, pensioni sostenibili e servizi pubblici di qualità.
La disoccupazione giovanile, in particolare, va affrontata con la massima urgenza. Per questo appoggiamo la richiesta della Ces (la Confederazione dei sindacati europei) di un patto di garanzia per i giovani, che assicuri adeguate opportunità di formazione e di lavoro, entro un termine di  quattro mesi dalla disoccupazione o dall’abbandono scolastico.
Serve un solido settore finanziario al servizio dell’economia reale, che offra prodotti trasparenti, una maggiore regolamentazione, inclusa una tassa sulle transazioni che impedisca il “capitalismo da casinò”, una delle principali cause della crisi odierna. Serve una tassazione  equa, imposte su redditi più alti e ricchezze, la fine dei paradisi fiscali, della frode e dell’evasione fiscale, per ridurre i deficit e ripristinare la giustizia sociale ed economica.
L’Ue deve garantire che i diritti sociali fondamentali prevalgano sulle norme del mercato interno. La contrattazione collettiva deve quindi essere al centro di qualsiasi strategia di crescita di lungo periodo e i sindacati devono coordinare le loro strategie per evitare una spirale dei salari.
Nonostante l’evidente fallimento dell’austerità, infatti, il movimento sindacale non è ancoa riuscito a cambiare le politiche dei governi nazionali e dell’Ue. La realtà è che oggi la gran parte dei sindacati è più deboledi quanto non lo fosse 20 anni fa. Abbiamo la necessità di invertire la tendenza, di aprirsi alla società civile per costruire il sostegno alle nostre soluzioni alternative.
La campagna in Italia contro la privatizzazione dell’acqua è un ottimo esempio di come la Cgil sia stata in grado di contribuire alla costruzione di un’ampia coalizione capace di vincere un referendum nazionale. Allo stesso modo Ver.di ha contribuito a costruire un fronte sociale di opposizione alla privatizzazione dell’acquedotto berlinese che ha portato a una vittoria nel referendum cittadino con oltre il 90% dei consensi. Nel Regno Unito Unison ha lavorato con gli utenti dei servizi, gli autori e altri gruppi per difendere il servizio delle biblioteche pubbliche. Dobbiamo andare oltre le singole campagne per costruire un’ampia coalizione per una nuova agenda politica che si concentri sulla giustizia sociale ed economica e riporti il modello sociale al centro dell’Ue. Sarà questo il tema principale della nostra prossima riunione congiunta, in Italia, nel prossimo autunno.
L’Europa dell’austerità – l’alternativa sindacale. I tre più grandi sindacati europei dei servizi pubblici oggi a Londrra per una strategia comune.

Dave Prentis,
Segretario Generale Unison (Regno Unito)
Frank Bsirske,
Segretario Generale Ver.di (Germania)
Rossana Dettori,
Segretaria Generale Fp Cgil (Italia)

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